Costi materiali alle stelle: edilizia in crisi

di Redazione tecnica - 15/06/2021

Situazione fuori controllo per l'edilizia. Nonostante le misure agevolative messe punto per il rilancio di uno dei settori trainanti per l'intera economia italiana, il rincaro dei prezzi dei materiali da costruzione sembra aver messo in crisi l'intero settore dell'edilizia.

Caro materiali: aumentano i costi per le imprese edili

Come rilevato nei giorni scorsi, con l'avvio dei cantieri da superbonus 110% è scoppiata la bomba rincaro materiali da costruzione. Sono aumentati i prezzi di legno, gomma, rame, ferro, petrolio, ...con rincari che in alcuni casi superano il 100% ed effetti sui bilanci delle imprese di costruzione.

Risulta evidente, infatti, che l'aumento da 1 a 2 di un prezzo, cambia completamente il conto economico di lavori preventivati sulla base di un prezzario che ieri ci offriva un certo margine e oggi lo dimezza. Proprio su questo si è fatta sentire nelle scorse settimane l'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), preoccupata per un problema che potrebbe ulteriormente indebolire un settore su cui si baseranno gran parte degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR).

Superbonus 110% e PNRR

Non è un mistero che la detrazione fiscale del 110% (superbonus) messa a punto nel 2020 con il Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) stia cominciando a raccogliere i primi frutti solo in questo primo semestre 2021. Il primo anno è servito, infatti, a chiarire e definire in parte una normativa che non ha saputo cogliere gli effetti sistemici della detrazione fiscale e rispondere ai tanti quesiti posti da contribuenti, tecnici e imprese.

Importanti saranno anche le misure previste dal PNRR che avranno il compito di prevedere grossi investimenti sul mattone che, quindi, necessiterà di maggiore attenzione come per il problema rincari che potrebbe generare un effetto cascata sull'avvio dei cantieri edili.

Caro materiali: la denuncia dell’Unione dei Consorzi Stabili Italiani (UCSI)

Sapere che i ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture potrebbero avanzare a breve una proposta per risolvere il serio problema dei costi delle materie prime, schizzati alle stelle, fa tirare un sospiro di sollievo a tutto il comparto dell’edilizia, piegato dal Covid. Il settore è in profonda sofferenza e, se non si interviene subito, sarà inevitabile un rallentamento delle opere in tutti i cantieri d’Italia, comprese quelle che partiranno con il Recovery”.

Questo il commento di Franco Vorro, presidente dell’Unione dei Consorzi Stabili Italiani - Ucsi, organizzazione che raggruppa 28 consorzi stabili in rappresentanza di 1.000 imprese di costruzioni, che sul problema caro materiali è stato chiaro: “E’ pressoché impossibile acquistare materiali e costruire con i prezzi correnti, aumentati per l’acciaio del 150%, per i polietileni del 110%, per il rame del 29,8% e per il petrolio del 45,3%. Ci appelliamo dunque alla sensibilità del premier Mario Draghi e di tutto il Governo. Occorre fare il possibile per scongiurare un’altra ecatombe in termini occupazionali in un comparto che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone”.

Caro materiali: l'indagine Assistal

Come è stata chiaral’Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, dei Servizi di Efficienza Energetica – ESCo e Facility Management (ASSISTAL), aderente a Confindustria. "Siamo dinanzi ad una situazione molto complicata e per certi versi paradossale – ha affermato Angelo Carlini Presidente ASSISTAL - che vede le nostre imprese direttamente coinvolte. Mi riferisco all’increscioso fenomeno legato al rincaro incontrollato dei prezzi dei materiali. L’Osservatorio Congiunturale di ASSISTAL, con la collaborazione delle imprese associate, ha rilevato, nell’ultimo semestre, incrementi significativi nei prezzi di acquisto di alcuni materiali impiegati per la realizzazione di opere impiantistiche ed edili. Si tratta di aumenti a doppia cifra e nello specifico registriamo un incremento del costo dei materiali pari al 40% per il prezzo del rame, dell’80% del ferro e acciaio, del 20% dell’alluminio e del 30% del polietilene nel periodo compreso tra i mesi di dicembre 2020 e maggio 2021. La fase di monitoraggio continua ci dimostra inoltre, che il trend sembra destinato ad aumentare anche nei prossimi mesi. Questo fenomeno ha per le nostre imprese un duplice effetto negativo: incide pesantemente sull’ esecuzione dei contratti di appalto in essere, determinando spesso la possibilità di rescissione del contratto in caso di mancato adeguamento dei costi da parte dei committenti e compromette gli interventi legati al Superbonus 110%. Infatti, l’aumento abnorme dei prezzi possiamo in parte ricondurlo all’indisponibilità dei materiali sul mercato. Questa stessa indisponibilità è la ragione per cui molte imprese ci segnalano che riscontrano moltissime difficoltà nell’avanzamento dei lavori per la riqualificazione degli edifici”.

Abbiamo bisogno - conclude Carlini - che il Governo, in assenza di meccanismi revisionali nel Codice degli Appalti in vigore, intervenga in modo deciso e tempestivo con misure eccezionali e di compensazione relative ai contratti in corso, con l’obiettivo di evitare il blocco dei cantieri. Il Governo, così come ha provveduto a ristorare quelle attività penalizzate dalle misure restrittive, assicuri riconoscimenti adeguati alle imprese per far fronte alla situazione attuale. Le nostre imprese impegnate in appalti pubblici assegnati dallo scorso anno ad oggi e che con grandi sforzi hanno mantenuto i livelli di occupazione ed hanno quindi favorito la ripresa, non possono farsi carico anche di queste distorsioni del mercato con aumenti fino al 60% del costo dei materiali. Il rischio, inoltre, è quello di vanificare tutti gli sforzi intrapresi a livello normativo per permettere una ripresa dell’intero settore attraverso l’introduzione del Superbonus. La necessità è quella di un’azione sinergica che oltre alle norme, sia rivolta anche agli aspetti più pratici ed essenziali per le imprese riportando equilibrio nei negoziati.”



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