Crisi Superbonus: uno stop con gravi conseguenze

di Redazione tecnica - 15/05/2023

L’inversione di tendenza sul Superbonus è stata certificata da Enea che, come ben sappiamo, con il report di aprile ha registrato per la prima volta, una “frenata” delle asseverazioni e degli investimenti legati all’utilizzo delle detrazioni 110% e 90% sui lavori di riqualificazione energetica.

Superbonus: il declino degli incentivi per la riqualificazione energetica 

Secondo le ultime rilevazioni, aggiornate al 30 aprile 2023, l’incremento rispetto al mese di marzo è pari solo allo 0,9%: si tratta del dato più basso da diversi mesi a questa parte, considerato che la variazione era stata del 4,9% al 31 marzo e del 3,4% al 28 febbraio.

Lo stop riguarda anche gli investimenti, aumentati di appena il 2,5%, contro il +8% registrato al 31 marzo, e il +5% al 28 febbraio. Una flessione di ben 4 punti percentuali in termini di asseverazioni e 5,5 negli investimenti nell’arco di un solo mese. Le diminuzioni più consositenti riguardano gli edifici unifamiliari: - 4,2% nella crescita, e -7,3% negli investimenti.

Se i decrementi più pesanti si registrano in Lombardia e Veneto, leggermente migliore il trend nel Mezzogiorno, dove al 3° aprile l'aumento nel numero delle asseverazioni è di appena lo 0,9% (in linea col dato nazionale) rispetto al 3,2% di marzo, con un ridimensionamento della crescita del 2,3%. Più contenuta quella degli investimenti: 2% (passano dal +5% di marzo al +2,5% di aprile).

Federcepicostruzioni: senza incentivi, impossibile attuare la Direttiva Green

Numeri che secondo il presidente nazionale di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi, impongono una riflessione su quanto accadrà in futuro: “Inizia il calo degli investimenti, che porterà di qui a poco all’azzeramento totale, dopo la frettolosa decisione di cancellare le detrazioni fiscali introdotte dal governo Conte”.

Lombardi sottolinea le pesanti conseguenze per l’economia e per l’occupazione: “ogni miliardo investito sul Superbonus, ha creato 15.132 posti di lavoro: 8.018 nel settore dell’edilizia, 3.641 nell’indotto diretto dei fornitori, 3.473 nell’indotto indiretto. Si tratta di professionalità che difficilmente le aziende avranno necessità di mantenere e che pertanto verranno espulse dal ciclo produttivo: eppure l’Italia ha da rispettare, con l’Unione europea, impegni precisi che si muovono proprio nella direzione della riqualificazione energetica degli edifici, del contenimento del consumo, dell’adeguamento e messa in sicurezza di immobili vetusti ed energivori”.

Il riferimento è alla EPBD, la Energy Power of Buildings Directive, la c.d. “Direttiva Green”, che pone come obiettivo il raggiungimento delle “emissioni zero” degli edifici entro il 2050, con step intermedi per tutti gli Stati membri, che si configurano particolarmente impattanti ed onerosi per l’Italia.

Ricordiamo che la Direttiva Case Green prevede infatti:

  • il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 (2027 per gli edifici pubblici);
  • il raggiungimento della classe energetica D entro il 2033.

Si tratta del 61% degli immobili (7.622.524), attualmente oltre le classi energetiche minime di tolleranza indicate dall’Europa e che necessita di interventi urgenti di riqualificazione, sul modello di quelli del Superbonus, cancellati dal Governo.

Da qui la necessità di concordare, anche in sede europea, politiche di sostegno per questa tipologia di interventi, con l’obiettivo di incentivare e sostenere la transizione ecologica e raggiungere gli obiettivi secondo il cronoprogramma europeo. Obiettivo oggi che non può non conciliarsi con interventi di adeguamento sismico. “Non è immaginabile prescindere da concreti e tempestivi investimenti pubblici, ma anche da misure di incentivazione fiscale per smobilitare e attivare capitali privati”, conclude Lombardi.



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