Direttiva Case Green: in Italia quasi 10 milioni di edifici da riqualificare

di Redazione tecnica - 17/03/2023

Il 53,7% delle abitazioni italiane, ha più di 50 anni (risulta costruito prima del 1970); un ulteriore 31% è stato edificato nel ventennio successivo (1971-1990) ed il 7,4% nel periodo 1991-2000. Meno dell’8% è stato edificato nell’ultimo ventennio.

Direttiva Green e Superbonus: la riqualificazione del patrimonio edilizio italiano

Sono questi dati forniti dalla Federcepicostruzioni che mettono in evidenza un patrimonio edilizio vetusto ed energivoro, il cui adeguamento è diventato un tema di scottante attualità con la Direttiva Green, di recente approvazione dal parte del Parlamento Europeo.

Un’approvazione che si scontra con l’atteggiamento ostile del Governo verso il Superbonus – definito dalla premier Giorgia Meloni come una norma discutibile – e verso i meccanismi alternativi alla detrazione diretta, quali la cessione del credito e lo sconto in fattura, totalmente bloccati dal D.L. n. 11/2023 per i nuovi interventi a partire dal 17 febbraio 2023. Ma anche con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, considerato che il ministro Gilberto Pichetto ha ritenuto la Direttiva “insoddisfacente perché non tiene conto della peculiarità del patrimonio edilizio italiano”.

Considerazioni che si scontrano con l’evidente necessità, secondo Federcepicostruizioni, di intervenire con lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico in non meno di 9,7 milioni di edifici in Italia, per un investimento complessivo (la stima è dell’Ufficio Studi Federcepicostruzioni su dati Istat-Enea) di circa mille miliardi di euro.

“La direttiva europea – commenta il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – dimostra come il Governo italiano sia stato troppo precipitoso e avventato nel sopprimere uno strumento, il Superbonus 110%, che ha attivato investimenti per 68,5 miliardi, consentendo la riqualificazione energetica, con conseguente guadagno di due classi, di 55mila condomini, 221mila edifici unifamiliari e 109mila edifici funzionalmente indipendenti”.

La EPBD adesso dovrà passare al vaglio del cosiddetto “trilogo” (Parlamento europeo, Consiglio europeo e Commissione europea), per poi tornare in assemblea plenaria per l’approvazione definitiva e l’entrata in vigore, prevista comunque entro il 2023. Gli Stati membri dovranno adottare una serie di misure finalizzate intanto al passaggio degli edifici residenziali in classe E entro il 2023 e in classe D entro il 2033, per puntare alle “emissioni zero” entro il 2050. Gli step intermedi sono particolarmente onerosi per l’Italia, considerato che il 61% degli immobili (7.622.524) è oltre le classi energetiche minime di tolleranza indicate dall’Europa (D ed E).

Lombardi (Federcepicostruzioni): Superbonus un'occasione sprecata

"In attesa che l’Europa chiarisca se ci saranno, ed in che misura, sostegni finanziari per il conseguimento di questi ambiziosi obiettivi – aggiunge ancora il presidente Lombardi - occorre che il Governo individui sollecitamente, mettendo a frutto anche l’esperienza del Superbonus, percorsi per l’adeguamento energetico del patrimonio abitativo privato e pubblico, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia dove la situazione è più preoccupante.”.

Secondo Lombardi, in questo contesto è andata purtroppo sprecata un’importante occasione di rilancio della filiera delle costruzioni, strettamente legata alla politica della riqualificazione energetica, come il Superbonus 110%. "La strada degli interventi di miglioramento della vivibilità interna e della qualità ambientale delle abitazioni deve rimanere una priorità anche per il nostro Paese, che più dei partner europei sconta una forte dipendenza energetica da paesi esteri".

L’Ufficio Studi di Federcepicostruzioni stima che, su 12 milioni di edifici in Italia, il 77,9% (vale a dire 9.740.581 edifici), necessitano di interventi di riqualificazione per rientrare nella classe energetica D dall’Europa. Il 61% degli immobili (7.622.524) è oltre le classi energetiche minime di tolleranza indicate dall’Europa (D ed E).

Stimando il costo medio di un intervento in 104.500 euro, gli investimenti da attivare da qui al 2033 (salvo proroghe delle scadenze) ammontano a circa 1000 miliardi di euro, vale a dire in media 100 miliardi l’anno: “Un importo evidentemente insostenibile – commenta il presidente Lombardi – in mancanza di un’adeguata ed incisiva politica di sostegno da parte dell’Europa”.

La proposta per un programma straordinario di intervento

Di conseguenza, occorre un Programma straordinario europeo per incentivare e sostenere la transizione ecologica e perseguire l’ambizioso ma fondamentale obiettivo di avere, dal 2033, solo edifici a consumi zero, energeticamente autosufficienti.

Non solo detrazioni fiscali, che vanno necessariamente riproposte e confermate, ma anche investimenti privati e promozione di mutui specifici agevolati per le famiglie con reddito medio-basso. Conclude Lombardi: “Persistere in un atteggiamento dilatorio, ricadrebbe proprio sulle famiglie più deboli giacché i mancati interventi di riqualificazione, dopo le scadenze imposte dall’Ue, si tradurrebbero inevitabilmente in sensibili crolli del valore degli immobili”.

Scarica qui il testo approvato dal Parlamento Europeo



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