Ultime notizie Istat: Prezzi al consumo dicembre 2021

di Redazione tecnica - 18/01/2022

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Dicembre 2021; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di dicembre 2021 ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile e del 3,9% su base annua (dal 3,7% del mese precedente); confermando la stima preliminare.

Nel 2021, dopo la flessione del 2020 (-0,2%), i prezzi al consumo tornano a crescere in media d’anno (+1,9%), registrando l’aumento più ampio dal 2012 (+3,0%). La ripresa dell’inflazione nel 2021 è essenzialmente trainata dall’andamento dei prezzi degli Energetici (+14,1%), diminuiti invece dell’8,4% nel 2020. Al netto di questi beni, nel 2021, la crescita dei prezzi al consumo è la stessa registrata nell’anno precedente (+0,7%). L’inflazione acquisita o trascinamento per il 2022 (cioè la crescita media che si avrebbe nell’anno se i prezzi rimanessero stabili fino a dicembre) è pari a +1,8%, diversamente da quanto accaduto per il 2021, quando fu -0,1%.

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Dicembre 2021 ed il 14 Gennaio 2022, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2020 del +4,359238%.

Stima dell’inflazione da gennaio 2018

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 è stata diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,4% su base mensile e del 3,9% su base annua      

Nel mese di dicembre 2021, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenti dello 0,4% su base mensile e del 3,9% su base annua (da +3,7% di novembre), confermando la stima preliminare.

In media, nel 2021 i prezzi al consumo registrano una crescita pari a +1,9% (-0,2% nell’anno precedente). L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è pari a +0,8% (+0,5% nel 2020) e al netto dei soli energetici a +0,7% (come nell’anno precedente). Per i dati annuali cfr. pag. 8.

L’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta prevalentemente ai prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +1,4% di novembre a +2,0%) sia non lavorati (da +1,5% a +3,6%), a quelli dei Beni durevoli (da +0,4% a +0,8%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,9% a +2,3%); i prezzi dei Beni energetici continuano a crescere in misura molto sostenuta, pur rallentando (da +30,7% a +29,1%), a causa di quelli della componente non regolamentata (da +24,3% a +22,0%), mentre la crescita dei prezzi della componente regolamentata rimane pressoché stabile (da +41,8% a +41,9%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano rispettivamente a +1,5% e a +1,6% (entrambe da +1,3% di novembre).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, da un lato ai prezzi dagli Alimentari non lavorati (+1,1%) e dei Beni durevoli (+0,6%), dall’altro alla crescita, a causa di fattori stagionali, dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,9%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona raddoppiano la loro crescita da +1,2% a +2,4%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano da +3,7% a +4,0%.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,5% su base mensile e del 4,2% su base annua (da +3,9% di novembre), confermando la stima preliminare. La variazione media annua del 2021 è pari a +1,9% (-0,1% nel 2020). Per i dati annuali cfr. pag. 14.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% su base mensile e del 3,8% rispetto a dicembre 2020. La variazione media annua del 2021 è pari a +1,9% (era -0,3% nel 2020).

Nel 2021 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’IPCA, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa (+2,4%; +1,6% per quelle con maggiore capacità di spesa). Per l’approfondimento cfr. pag. 16.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +2,850% e l'indice biennale sempre ridotto al 75% al +2,700%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di dicembre 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,8%, Trasporti (+0,7%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,7%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,5%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,3%),Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,3%), Altri beni e servizi (+0,2%).

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Abbigliameno e calzature, Comunicazioni, Istruzione e Servizi sanitari e spese per la salute

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nella divisione di spesa Bevande alcoliche e tabacchi (-0,5%),).

Variazioni tendenziali

L'Istat spiega che, nel mese di dicembre 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+14,4%), Traporti (+9,6%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+3,5%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+1,7%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,9%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,8%), Abbigliameno e calzature (+0,6%), Altri beni e servizi (+0,7%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,1%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,2%).

Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.

Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Comunicazioni (-2,6%), Istruzione (-0,5%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti endenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Catania e Trieste (+5,0% per entrambe), Messina (+4,7%), Genova (+4,6%), Bari, Padova e Palermo (+4,4% per tutte e tre), Aosta, Bologna e Cagliari (+4,2% per tutte e tre),  Catanzaro e Reggio Calabria (+4,1% per entrambe), Bolzano, Potenza e Verona (+4,0% per tutte e tre), Perugia e Roma (+3,9% per entrambe), Ravenna, Reggio Emilia e Trento (+3.8% per tutte e tre), Firenze, Napoli e Parma (+3,7% per tutte e tre), Ancona, Brescia, e Venezia (+3,6% per tute e tre), Campobasso e Modena (+3,5 % per entrambe), Livorno (+3,4%), Milano e (+3,2%),Torino (+3,1%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 22 Febbraio 2022



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