Istat: Prezzi al consumo marzo 2022

di Redazione tecnica - 16/04/2022

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Marzo 2022; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di Marzo 2022 ha registrato un aumento dello 1,0% su base mensile e del 6,5% su base annua (dal 5,7% del mese precedente); la stima preliminare era +6,7%.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo a tassazione costante (IPCA-TC) consente di misurare l’inflazione depurandola degli effetti dovuti a cambiamenti nel sistema di imposizione fiscale indiretta. Nel mese di marzo la variazione tendenziale dell’IPCA è stata del +6,8%, mentre per l’IPCA-TC è stata pari a +7,5%: questa sarebbe stata quindi l’inflazione in assenza dei provvedimenti adottati dal governo di riduzione dell’IVA sul gas (già in vigore a ottobre 2021) e delle accise sui carburanti. In particolare la riduzione di queste ultime ha dispiegato i suoi effetti a partire dal 22 marzo contenendo la crescita dei prezzi di questo gruppo di prodotti; peraltro ciò spiega, in buona parte, la revisione intervenuta rispetto alla stima preliminare.

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Marzo 2022 ed il 14 Aprile 2022, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2021 del +2,987994%.

Stima dell’inflazione da gennaio 2018

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 è stata diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dell’1% su base mensile e del 6,5% su base annua      

Nel mese di marzo 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dell’1,0% su base mensile e del 6,5% su base annua (da +5,7% del mese precedente); la stima preliminare era +6,7%.

L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta anche questo mese prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +45,9% di febbraio a +50,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +31,3% a +36,4%) mentre i prezzi della componente regolamentata continuano a essere quasi doppi di quelli registrati nello stesso mese dello scorso anno (+94,6%, come a febbraio). Accelerano anche i prezzi dei Beni alimentari sia lavorati (da +3,1% a +3,9%) sia non lavorati (da +6,9% a +8,0%), quelli dei Beni durevoli (da +1,2% a +1,6%) e dei Beni semidurevoli (da +1,0% a +1,5%). I prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, invece, registrano un rallentamento (da +1,4% a +1,0%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,7% a +1,9% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,1% a +2,5%.

Su base annua accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +8,6% a +9,8%), mentre quelli dei servizi rimangono stabili (+1,8%); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -6,8 punti percentuali di febbraio a -8,0).

Accelerano sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +4,1% a +5,0%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,3% a +6,5%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+7,1%) e in misura minore dei Beni alimentari lavorati (+0,9%), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), degli Alimentari non lavorati (+0,6%) e dei Beni semidurevoli (+0,5%).

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,2% per l’indice generale e a +1,5% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 2,4% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi invernali, di cui il NIC non tiene conto, e del 6,8% su base annua (da +6,2% di febbraio); la stima preliminare era +7,0%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dell’1,0% su base mensile e del 6,4% su base annua.

Nel primo trimestre 2022 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’IPCA, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (+8,3% e +4,9% rispettivamente).

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +4,800% e l'indice biennale sempre ridotto al 75% al +5.325%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di marzo 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Trasporti (+,9%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,9%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,9%), Abbigliameno e calzature (+0,6%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,6%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,5%), Altri beni e servizi (+0,4%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,1%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,1%).

Variazioni nulle si sono registrate nel capitolo Istruzione

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nella divisione di spesa Comunicazioni (-0,5%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,4%).

Variazioni tendenziali

L'Istat spiega che, nel mese di marzo 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+28,3%), Traporti (+11,0%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+5,8%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+4,7%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+3,2%), Abbigliameno e calzature (+1,3%), Altri beni e servizi (+1,2%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,8%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,5%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,5%).

Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.

Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Comunicazioni (-3,5%), Istruzione (-0,5%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti endenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Catania (+8,1%), Bolzano (+7,8%), Messina (+7,7%), Palermo (+7,6%), Trieste (+7,5%), Padova, Trento e Verona (+7,4% per tutte e tre), Bari, Genova e Perugia (+7,1% per tutte e tre), Bologna e Reggio Calabria (+6,8% per entrambe), Napoli e Ravenna (+6,5% per entrambe), Brescia, Catanzaro e Potenza (+6,4% per tutte e tre), Cagliari, Campobasso e Firenze (+6,2% per tutte e tre), Aosta, Milano e Parma (+6,1% per tutte e tre), Rimini e Roma (+6,0% per entrambe), Livorno, Modena e Venezia (+5,9% per tute e tre), Ancona (+5,7%), (+5,0%), Torino (+5,6%), Reggio Emilia e (+5,3%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 17 Maggio 2022



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