Nuovo Codice dei Contratti, progettazione e corrispettivi: gli architetti non ci stanno

di Redazione tecnica - 10/01/2023

Continua a tenere banco - e così giustamente sarà fino al licenziamento del testo definitivo – la bozza del nuovo Codice dei Contratti Pubblici e si aggiunge oggi la voce, piuttosto allarmata, dell’Ordine degli Architetti di Catanzaro, ribadendo la preoccupazione generale dei professionisti sul tema della progettazione e su quello dei compensi.

Progettazione, corrispettivi e nuovo Codice dei Contratti: l'intervento degli architetti di Catanzaro

Nel comunicato diffuso, gli architetti catanzaresi ricordano la lettera sottoscritta nel dicembre 2022 insieme ad altri 102 Ordini provinciali, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, perché tenesse in considerazione il parere di circa 150mila professionisti che dovranno utilizzare proprio quel Codice dei Contratti nel lavoro quotidiano.

In particolare, sottolineano come la professione di architetto rappresenti “espressione di cultura e tecnica che impone doveri nei confronti della Società, che storicamente ne ha riconosciuto il ruolo nelle trasformazioni fisiche del territorio, nella valorizzazione e conservazione dei paesaggi, naturali e urbani, del patrimonio storico e artistico e nella pianificazione della città e del territorio”, e che “con la sua attività, il Professionista nel comprendere e tradurre le esigenze degli individui, dei gruppi sociali e delle autorità in materia di assetto dello spazio concorre alla realizzazione e tutela dei valori e degli interessi generali”.

La qualità della progettazione nel nuovo Codice dei Contratti

Princìpi che non possono esimere dal chiedere un ripensamento su alcuni concetti che “con fatica gli Architetti italiani hanno inteso affermare”. Il riferimento è alla centralità del progetto nell’esecuzione delle opere pubbliche, il significativo ridimensionamento operato sui concorsi di progettazione, determinando di fatto la chiusura del mercato dei lavori pubblici a strutture professionali medio-piccole e l’eliminazione delle regole che premiavano il talento dei progettisti.

Secondo l’Ordine, il nuovo Codice finirà per penalizzare anche i professionisti più giovani che “si troveranno di nuovo a fare i conti con concetti fuori dal tempo e dalla logica come fatturato e numero di dipendenti, che ne decreteranno ineluttabilmente l’impossibilità a partecipare ad una gara o a un concorso di progettazione".

Il vuoto normativo sulla determinazione dei corrispettivi

Non solo: gli architetti calabresi ricordano come nel nuovo Codice non trovino spazio norme di calcolo dei corrispettivi, fatto che potrebbe eventualmente consentire alle stazioni appaltanti di sottostimarne l’importo, procedendo così con affidamenti diretti in luogo di procedure aperte, disattendendo così, e tristemente a norma di legge, le più elementari regole della trasparenza, dei principi dell’equo compenso e della dignità dei professionisti.

E per sottolineare come non si tratti di un’ipotesi così fantascientifica, fanno riferimento a un fatto avvenuto proprio a Catanzaro, con l‘affidamento dell’incarico di redazione del P.S.C. per il compenso di 1 euro, con il risultato che ancora, dopo circa sette anni, non si vede strumento urbanistico. “Ritrovarsi oggi a rivedere quei fantasmi non può che indurci alla forte presa di posizione che, ribadiamo, insieme ad altri 102 Ordini provinciali degli Architetti italiani, ci ha visti segnalare la nostra viva preoccupazione al Capo del Governo”.

E concludono con un appello che è insieme un monito: “è forse tempo che il talento, la giustizia sociale, la qualità dell’Architettura trovino il giusto spazio all’interno di quelle norme che saranno il menabò del nostro prossimo futuro. In alternativa sarà forse tempo di smetterla con i proclami che auspicano la rinascita e l’equità per un paese che in realtà pare pervicacemente voler andare verso la definitiva disfatta”.



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