Superbonus 110% e Bonus facciate: cessione del credito e lavori bloccati nei condomini

di Gianluca Oreto - 10/06/2022

16 modifiche normative in due anni e mezzo non sono riuscite a bloccare la voglia di superbonus 110% da parte di contribuenti, professionisti e imprese. Lo dimostrano i dati recentemente pubblicati da Enea dai quali emerge una tendenza costante del numero di asseverazioni depositate e del totale di interventi realizzati.

Superbonus 110%: le modifiche normative

Entrando nel dettaglio, da agosto 2020 ad oggi, gli articoli 119 e 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) sono stati modificati, integrati, corretti e semplificati:

Fanno esattamente 16 interventi normativi a cui occorre aggiungere il Decreto Ministero della Transizione Ecologica 14 febbraio 2022, n. 75 che, oltre a definire i costi massimi specifici agevolabili ai fini dell’asseverazione della congruità delle spese, ha modificato l'Allegato A, punto 13 del Decreto Ministero dello Sviluppo economico 6 agosto 2020.

Il blocco della cessione del credito

A gennaio 2022 è, però, accaduto un fatto imprevedibile e che ancora non ha toccato l'apice della sua gravità. Professionisti e imprese impegnate nei progetti di superbonus 110% (ma anche tanti bonus facciate 2021 al 90%), con contratti già stipulati e fidandosi dello Stato, hanno avviato i lavori applicando lo sconto in fattura ai loro committenti.

Le 4 modifiche in 5 provvedimenti normativi al meccanismo di cessione del credito hanno ridotto il plafond disponibile per la compensazione, con la conseguenza che non si riesce più a trovare nessuno disponibile ad acquistare i crediti (soprattutto quelli indiretti frutto dello sconto in fattura).

Mentre per le unifamiliari il problema è più gestibile, soprattutto perché l'investimento medio è limitato (113.134,52 € nel mese di maggio 2022) e l'approssimarsi della scadenza ha ridotto il trend di crescita dei lavori(visionare i dati Enea), la situazione per i condomini desta più di una preoccupazione.

La situazione dei condomini

L'orizzonte temporale di accesso al superbonus 110% per i condomini scade nel 2023, con un decalage dell'aliquota nei due anni successivi (70% nel 2024, 65% nel 2025). Inoltre il cambio di aliquota del 2022 per il bonus facciate (da 90% al 60%) ha portato alla nascita di tanti cantieri a dicembre 2021 che ancora stentano a chiudersi.

Oggi non sono pochi i condomini con ponteggi montati da mesi e poche lavorazioni. Il motivo va, chiaramente, ricercato nell'assenza di lungimiranza del legislatore che, cambiando in corsa le regole, ha generato la paradossale situazione di imprese e professionisti ricchi di detrazioni fiscali ma poveri della liquidità necessaria alla loro sopravvivenza. La conseguenza è che avendo meno liquidità le imprese hanno dovuto mandare a casa molti operai (e i cronoprogrammi si sono dilatati) e i fornitori hanno cominciato a chiedere sempre più garanzie e meno crediti (con la conseguenza che i materiali non arrivano in cantiere).

La soluzione potrebbe arrivare dopo la conversione del Decreto Aiuti che dovrebbe dare più certezze anche a chi vorrebbe acquistare un credito ma, giustamente, ha paura di nuovi terremoti normativi. Intanto è notizia di ieri che un noto Istituto bancario che recentemente aveva pubblicato nuove proposte di acquisto dei crediti, ha cominciato ad inviare comunicazione di aver esaurito il plafond e di non poter più procedere con l'acquisto dei crediti.

La situazione è drammatica e affermare che la colpa sia del Governo vuol dire non comprendere che il potere legislativo è sempre nelle mani del Parlamento che in questi mesi avrebbe potuto (dovuto!) intervenire con le leggi di conversione. Interventi che non ci sono stati e che dividono la colpa tra chi detiene il potere esecutivo (il Governo) e chi dovrebbe legiferare per il benessere dei contribuenti (Camera e Senato).



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