Superbonus 110%, condomini e CILAS: proroga si o no?

di Gianluca Oreto - 16/12/2022

Come ogni fine anno, anche gli ultimi giorni del 2022 si preannunciano molto caldi. Il tema è quello delle detrazioni fiscali previste all'art. 119 (superbonus) del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) e le ultime modifiche apportate dall'art. 9 del Decreto Legge n. 176/2022 (Decreto Aiuti-quater).

Superbonus 110%: la conversione in legge del Decreto Aiuti-quater

Un argomento che terrà impegnati contribuenti, imprese e professionisti, almeno fino a quando Parlamento e Governo non avranno trovato un punto di incontro sul percorso di conversione in legge del Decreto Aiuti-quater che, se dovesse seguire il suo regolare percorso, arriverà non prima di metà gennaio 2023 (la scadenza è il 17 gennaio 2023).

Entrando nel dettaglio, il nodo da sciogliere è quello relativo all'art. 9, comma 2 del Decreto Aiuti-quater che, nella sua attuale formulazione, ha previsto un'eccezione alla rimodulazione dell'incentivo fiscale dal 110% al 90% per i soggetti beneficiari di cui all'art. 119, comma 9, lettere a) e d-bis) del Decreto Rilancio, ovvero:

  • lettera a) - condomini ed edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate ma posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa;
  • lettera d-bis) - organizzazioni non lucrative di utilità sociale, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale.

Superbonus 110%, CILAS e delibera condominiale: Le eccezioni

Il Decreto Aiuti-quater ha, infatti, previsto che la rimodulazione per questi soggetti non si applica:

  • agli interventi per i quali, alla data del 25 novembre 2022, risulti effettuata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILAS) e, in caso di interventi su edifici condominiali, all’ulteriore condizione che la delibera assembleare che abbia approvato l’esecuzione dei lavori risulti adottata in data antecedente al 25 novembre 2022;
  • agli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici, per i quali alla medesima data del 25 novembre 2022, risulti presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo.

Considerato che non sussiste alcuna possibilità di modificare la data della delibera condominiale fissata per il 24 novembre 2022 e che sono in previsione sanzioni per l'amministratore infedele, al momento quello su cui si è concentrata l'attenzione è la data della CILAS.

CILAS: il valzer delle date

Sono 133 gli emendamenti presentati al Senato per la conversione in legge del Decreto Aiuti-quater. Richieste di modifica che però devono fare i conti con il Governo, le cui volontà sono state largamente espresse nel corso delle recenti dichiarazioni del Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e del Sottosegretario Federico Freni.

Mentre molti emendamenti chiedono di spostare la data della CILAS (alcuni al 31 dicembre 2022, altri al 15 gennaio 2023, altri ancora al 31 marzo 2023), circolano insistenti voci che vedrebbero il MEF contrario ad un ulteriore rinvio, anche se "mini".

In tutto questo, benché molti parlamentari di maggioranza abbiano ammesso l'esigenza di venire incontro alle esigenze di chi si è ritrovato nel giro di una settimana a dover rivedere il quadro economico, non può essere neanche trascurato l'aspetto relativo alle tempistiche.

Il percorso di conversione in legge del Decreto Aiuti-quater scade il 17 gennaio 2023. Se la volontà è quella di rinviare la data della CILAS "almeno" al 31 dicembre 2022 (come sembra si possa al massimo ottenere), è chiaro che il Parlamento dovrà decidere in fretta le sorti dell'art. 9 i cui contenuti potrebbero essere abrogati, rimettendoli con modifiche all'interno della prossima Legge di Bilancio 2023 che vedrà la Gazzetta Ufficiale entro sabato 31 dicembre 2022.

Cessione del credito: la soluzione per lo sblocco

Ultimo aspetto, il più importante e anche più incredibilmente sottovalutato, riguarda il blocco della cessione dei crediti edilizi che ha messo in crisi non solo il tessuto economico del Paese (imprese e professionisti) ma anche i contribuenti che avevano optato per l'utilizzo dei propri risparmi o di prestiti per la realizzazione di lavori economicamente importanti come quelli del superbonus, confidando nella cessione del credito.

Anche in questo caso sono tante e diverse le soluzioni prospettate all'interno degli emendamenti al ddl di conversione del Decreto Aiuti-quater. Le dichiarazioni del Ministro Giorgetti durante il question time alla Camera hanno, però, lasciato intendere la volontà di non modificare nulla a parte la possibilità di garantire alla imprese un prestito ponte che dia loro liquidità e ossigeno nell'attesa di monetizzare il credito oppure utilizzarlo direttamente.

Conclusioni

Le conclusioni non possono essere che negative. Ancora una volta si naviga a vista in balia di quella tempesta perfetta cui si trova suo malgrado tutto il comparto delle costruzioni vittima incolpevole e inconsapevole di una legge dello Stato scritta male e modificata peggio.

Il Ministro dell'Economia è stato chiaro affermando da una parte che la cessione del credito non è un diritto ma una possibilità che si scontra con il mercato e dall'altra che le intenzioni dell'esecutivo sono quelle di ricondurre la misura nell'alveo della detrazione fiscale, evitando l'ampio ricorso allo sconto in fattura.

Nel frattempo, mentre il dottore studia i pazienti cominciano sempre più a spazientirsi.



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