Superbonus 110%: senza regolamentazione della cessione interessi del 30-35%

di Redazione tecnica - 18/12/2022

Chi ha seguito la nascita degli articoli 119 e 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) ricorderà i tavoli tecnici tra il Governo e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e le conferenze stampa in cui si raccontava con una certa soddisfazione il meccanismo di cessione dei crediti edilizi che, applicato agli interventi di superbonus 110%, avrebbe assicurato l’acquisto di 110 euro di credito maturato a 102/103 euro.

Dal Superbonus al Supermalus

Un binomio perfetto che ha funzionato fin troppo bene, lasciando ampi margine di manovra soprattutto quando il meccanismo di cessione veniva applicato ai bonus senza controllo (bonus facciate ed ecobonus ordinario in testa).

È così che con la scoperta delle prime grandi frodi, tutto è cambiato trasformando una enorme possibilità di sviluppo in un incubo in cui ancora oggi sono rimasti imprigionati contribuenti, imprese e professionisti. Con le modifiche normative in corsa, infatti, molti interventi avviati sulla base delle regole in vigore e della risposta del mercato alle stesse, si sono ritrovati con il più classico dei cerini in mano. Il blocco della cessione del credito ha, infatti, generato la situazione paradossale:

  • per i contribuenti che avevano anticipato le spese o si erano indebitati stipulando prestiti ponte, confidando nella cessione diretta del credito;
  • per le imprese e i professionisti che dopo aver applicato lo sconto in fattura si sono ritrovati, di fatto, ad aver lavorato gratis, generando crediti indiretti che oggi non vuole più nessuno.

Le distorsioni del mercato

Ma, attenzione. Il meccanismo di cessione dei crediti edilizi non si è completamente bloccato. Mentre la maggior parte degli istituti bancari e finanziari non acquistano più crediti, alcune banche e sempre più soggetti si stanno facendo avanti per le prime cessioni, quelle ancora rimaste libere, con proposte spesso al limite dello strozzinaggio.

La denuncia arriva da Jacopo Ferretti, Segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze che afferma “Non riesco più a capire se il Superbonus sia ancora un incentivo a favore dei cittadini o delle banche. Visto ciò che stiamo riscontrando temo propria sia solo a favore di quest’ultime”.

Una denuncia arrivata dopo un dopo un incontro con un’impresa che ha illustrato ennesimi problemi nei rapporti con banche e istituti di credito. “La banca – spiega Ferretti ricostruendo tutta la procedura di accesso al credito – apre una pratica, senza però precisare il prezzo di acquisto, richiede la documentazione e, quando ha il disco verde, fornisce la percentuale. La percentuale sta diventando imbarazzante: sul 110%, per esempio, riconoscono circa l’80% tenendo per sé un 30-35% o anche 40%, per altri incentivi, di interessi, su lavori già fatti. Fino a poco tempo fa si arrivava a circa l’8%. In Toscana, nel mese di novembre, a dati Enea, ci sono stati oltre 26mila interventi: immaginiamo su questi numeri gli interessi che vanno a incassare le banche!”.

Cessione del credito: serve un tetto massimo

In questo modo – aggiunge Ferretti – tutto il circuito si inceppa a meno che non si passi attraverso queste vere e proprie forche caudine. Siamo di fronte a una distorsione pesante del mercato e anche un tradimento degli obiettivi originali del Superbonus. Ci sono stati già troppi interventi da parte dei governi sul Superbonus con effetti generalmente negativi ma questo è un punto da correggere: serve un tetto massimo”.



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