Superbonus 110%, le soluzioni per la stabilizzazione fino al 2030

di Redazione tecnica - 07/10/2022

Mentre da più parti si discute sull’opportunità di ridurre la percentuale di detrazione prevista per il Superbonus dal 110% al 60-70%, garantendo però la misura sul lungo termine, oppure di diversificarla in base al reddito del beneficiario o al tipo di immobile oggetto dei lavori, gli addetti ai lavori lanciano un nuovo appello per la stabilizzazione dell’agevolazione, che tanto ossigeno ha dato a un settore in difficoltà.

Superbonus 110%: soluzioni per stabilizzare la misura

Difficoltà e incertezze che permangono, pur essendosi trasformate nel tempo: mentre prima era una crisi strutturale legata al settore dell’edilizia, poi è subentrato il blocco dei cantieri dovuto alla pandemia, oggi invece i problemi sono legati all’ambito della produzione. Come spiega Andris Pavan, presidente di Cortexa, il Consorzio delle aziende produttrici del Sistema a Cappotto “Stiamo vivendo dei tempi durissimi: scarsità delle materie prime, incremento esorbitante dei costi energetici e di tutti i beni di prima necessità, ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2”.

Una situazione complessa che, con la riduzione tout court dell’aliquota del Superbonus non sortirebbe alcun genere di beneficio. Secondo Pavan una simile decisione “escluderebbe molte famiglie dalla possibilità di effettuare i lavori di riqualificazione, rallenterebbe la ripresa del settore edile così come la riduzione di consumi ed emissioni. In questi giorni stiamo assistendo a misure drastiche di limitazione o divieto di circolazione delle auto da parte di città come Milano. Si è deciso di bandire le auto, ma ancora troppo di rado si discute del 40% dei consumi e delle emissioni generate dagli immobili”, conclude.

Perché il Superbonus 110% va stabilizzato al 2030: il parere di Cortexa

Al contrario, la soluzione potrebbe essere la stabilizzazione del Superbonus con l’aliquota attuale, fino ad almeno il 2030. Queste le motivazioni addotte da Cortexa:

  • il 78% circa degli immobili italiani risale all’epoca in cui non venivano adottate vere misure di risparmio energetico, ossia prima della Legge 373 del 1976;
  • senza il Superbonus 110% sarà impossibile riqualificare una quota significativa degli edifici obsoleti ed energivori, mancando così di conseguenza gli obiettivi europei di riduzione di consumi ed emissioni.
  • l'Italia è uno dei paesi europei con una tra le situazioni più gravi in relazione alla povertà energetica, causa di elevati costi sanitari per lo Stato. Secondo uno studio del 2018 :
    • il 14,1% delle famiglie ha dichiarato di non essere in grado di mantenere la casa adeguatamente calda;
    • il 4,5% non ha potuto pagare con puntualità le bollette a causa di difficoltà finanziarie;
    • il 13,6% delle famiglie contiene le spese energetiche perché non in grado di sostenerle.
  • l’Italia è tra i paesi europei con la più elevata dipendenza energetica dall’estero ed è al 19esimo posto nella classifica riguardante la povertà energetica;
  • diversi studi testimoniano che il Superbonus con il valore della detrazione al 110% genera valore e non rappresenta solo un costo: il richiamo è allo studio ANCE Emilia e Nomisma di luglio 2022, nel quale si è evidenziato come il Superbonus 110% abbia generato un valore economico di 124,8 miliardi di euro (pari al 7,5% del Prodotto interno lordo del Paese) e più di 634.000 occupati in edilizia e 483.000 famiglie con reddito medio-basso hanno potuto effettuare lavori di riqualificazione. Non solo: il bonus edilizio ha anche consentito di contenere in maniera significativa l’impronta ecologica degli immobili, con una riduzione di 979.000 tonnellate di CO2, pari ad un risparmio di CO2 del 46,4%, con 3 salti di classe energetica.

 

Superbonus sì, ma solo a condizioni di qualità

Considerato il ruolo del Superbonus 110% nella riqualificazione edilizia – ma anche energetica – del Paese, per potere stabilizzare la misura è necessario, se paletti vanno messi, far sì che i fornitori rispondano a precisi criteri di qualità.

Da questo punto di vista, considerato che il cappotto termico rappresenta uno degli interventi più richiesti in ambito Superbonus, nonché il principale intervento trainante, Cortexa richiede che per la sua realizzazione si faccia riferimento a criteri di qualità dei materiali, progettuali ed esecutivi più stringenti e verificabili:

  • il Sistema a Cappotto consente di ridurre del 45% i consumi energetici di un condominio e del 33% i consumi di una villetta a due piani. Perché sia possibile, è necessario partire da una scelta corretta del Cappotto, utilizzando kit dotato di certificazione ETA e marcatura CE, fornito da un unico produttore;
  • il progettista e direttore dei lavori devono conoscere e applicare la norma UNI/ TR 11715 per la corretta progettazione e posa del Cappotto;
  • la posa deve avvenire da parte di installatori qualificati, con competenze certificate secondo la norma UNI 11716.

Spiega Il presidente di Cortexa che questi tre requisiti sono fondamentali per evitare di rendere vano l’investimento e garantire delle prestazioni eccellenti a lungo termine. “Chiaramente, riconoscere a qualsiasi tipo di cantiere la stessa aliquota di detrazioni senza alcun criterio vincolante sulla qualità espone l’Italia al rischio di investire molte risorse in progetti che non porteranno benefici reali in termini di riduzione di consumi ed emissioni”, conclude Pavan.

                                                                                                                                   



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