Superbonus e cessione del credito: in arrivo la 34esima modifica

di Gianluca Oreto - 28/03/2024

Come scritto più volte su queste pagine, non c’è niente di peggio dell’instabilità normativa per mortificare il lavoro e gli investimenti di chi vorrebbe solo avere gli strumenti per operare in tranquillità e nel giusto. Quando si parla di superbonus, oltre a parlare di frodi e buchi di bilancio, si arriva all’iperbole di incertezza che da 4 anni sta danneggiando l’intero comparto delle costruzioni.

Superbonus e cessione del credito: cronaca di una morte non annunciata

Sta per approdare in Gazzetta Ufficiale il 34esimo provvedimento normativo (l’ennesimo Decreto Legge) che ancora una volta, e senza alcun preavviso (ma non sarebbe stato comunque giustificabile), entra a gamba tesa sul comparto dell’edilizia agevolata modificando le misure messe a punto con gli articoli 119 (superbonus) e 121 (sconto in fattura e cessione del credito) del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).

Due misure (da analizzare sempre separatamente) che, pur con tanti difetti, sono riuscite:

  • a rilanciare il comparto delle costruzioni in un momento di particolare crisi economica (l’emergenza Covid);
  • a riqualificare molti immobili e far comprendere l’importanza della riduzione dei consumi energetici (quella sulla sicurezza strutturale molto meno);
  • e, aspetto da non trascurare, consentire alle banche degli extra profitti di cui si parla sempre molto poco (e mai nessuno ha pensato di tassare).

Che gli articoli 119 e 121 siano stati messi a punto con troppa leggerezza è ormai un fatto noto a tutti ma dopo 4 anni e tanti correttivi è difficile pensare che la Ragioneria generale dello Stato, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e i tanti cessionari partecipati dallo Stato siano esenti da colpe.

Come è anche difficile pensare che dopo aver recentemente modificato e limitato ulteriormente le opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito), e dopo poco più di un mese dalla Legge 22 febbraio 2024, n.17, di conversione del D.L. n. 212/2023 (arrivata, ricordiamo, senza alcuna modifica rispetto al testo predisposto da Palazzo Chigi), il Governo ha ritenuto di dover ulteriormente intervenire per far fronte all’utilizzo del superbonus che, intanto, ha proseguito la sua corsa (come dimostrato dall’ultimo report Enea).

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