Superbonus, cessione del credito e barriere architettoniche: i dubbi degli ingegneri sul D.L. n. 212/2023

di Redazione tecnica - 03/01/2024

Dopo mesi di richieste, confronti e battaglie del comparto delle costruzioni, è approdato sulla Gazzetta Ufficiale 29 dicembre 2023, n. 302 il Decreto Legge 29 dicembre 2023, n. 212 recante “Misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119-ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77”.

Un nuovo provvedimento d'urgenza che, almeno in teoria, nasce per far fronte alle problematiche connesse al blocco della cessione dei crediti edilizi e alla sospensione di molti cantieri in corso, ma che in realtà porta in dote solo l'ennesima modifica al quadro normativo che regola le detrazioni fiscali disciplinate agli articoli 119 (superbonus) e 119-ter (bonus 75% barriere architettoniche) del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio), oltre che alcune importanti novità che riguardano il meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) di cui al successivo art. 121.

I dubbi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri

Un provvedimento che risolve in parte alcuni problemi legati alla mancata conclusione dei cantieri che hanno già utilizzato le opzioni alternative sul primo e/o secondo SAL, ma sul quale cominciano ad affiorare i primi dubbi che convergeranno necessariamente in qualche richiesta in sede di conversione in legge del Decreto.

A mostrare perplessità è il Consiglio Nazionale degli Ingegneri secondo cui "Le pressanti richieste degli operatori non sono state soddisfatte e si teme fortemente che molti di quelli che avevano avviato gli interventi e che si sono improvvisamente scontrati con il problema del blocco della cessione dei crediti, non troveranno adeguate soluzioni".

Secondo gli Ingegneri la soluzione migliore sarebbe stata quella di concedere qualche mese in più per utilizzare il superbonus con aliquota maggiorata al 110% su tutti quei numerosi cantieri in avanzato stato di esecuzione. Una soluzione che avrebbe consentito di completare quegli interventi rimasti bloccati anche a causa delle continue variazioni alle possibili opzioni alternative alle detrazioni fiscali.

Sanatoria SAL non sufficiente

Relativamente alla "sanatoria fiscale" disposta all'art. 1, comma 1 del D.L. n. 212/2023 che evita il recupero dei crediti per i SAL che non arriveranno al fine lavori e non riusciranno a rispettare i requisiti minimi, secondo il CNI "non può essere considerata completamente soddisfacente in quanto non tiene minimamente conto del mancato miglioramento energetico degli edifici e dei contenziosi che molto probabilmente ne seguiranno".

Il contributo a fondo perduto che...non c'è

Altro dubbio riguarda la disposizione di cui al successivo comma 2 che prevede un contributo a favore dei proprietari di unità immobiliari in condominio con reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro, per le spese sostenute nel 2024. Gli ingegneri evidenziano come:

  • tale limite di reddito risulti essere estremamente basso;
  • non viene specificato l’ammontare del contributo che sarà erogato, nei limiti delle risorse disponibili.

Nell'attesa dell'emanazione del previsto decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, questo contributo sarà assolutamente inutile.

Le limitazioni al meccanismo delle opzioni alternative e al bonus 75% barriere architettoniche

Stupiscono secondo gli ingegneri i contenuti degli artt. 2 e 3 del D.L. n. 212/2023 che limitano:

  • le ormai residue possibilità di utilizzare le opzioni alternative alle detrazioni fiscali per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici nei Comuni dei territori colpiti da eventi sismici;
  • il bonus 75% per gli interventi di superamento ed eliminazione di barriere architettoniche di cui all’art. 119-ter del D.L. 34/2020.

Conclusioni

In conclusione, il Consiglio Nazionale Ingegneri si domanda se effettivamente il nuovo Decreto sia sufficiente ed adeguato per risolvere le problematiche attualmente esistenti sul tema, che rischiano di creare seri danni e contenziosi e ribadisce la mancanza di un piano generale programmatico per il risanamento del patrimonio edilizio, strettamente necessario per affrontare concretamente il tema complesso del sistematico risanamento energetico previsto dalle nuove disposizioni europee, che dovrebbe impegnare il Paese intero per i prossimi decenni.



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