Superbonus e cessione del credito: exit strategy necessaria

di Redazione tecnica - 16/01/2024

Conclusa quasi del tutto la stagione del 110%, piaccia o no, il Superbonus lascia dietro di sé numeri da capogiro, come confermano gli ultimi dati ENEA. Cifre elevatissime, a cui fanno da contraltare i dati sulla cessione del credito e sui cassetti fiscali pieni a causa del blocco imposto dalle piattaforme di acquisto, che accettano poco e a condizioni non sempre vantaggiose, e dalla stretta normativa imposta dal D.L. n. 11/2023 (Decreto Cessioni).

Chiaroscuri su cui torna a parlare Federcepicostruzioni, chiedendo una exit strategy che metta d'accordo Stato, imprese e contribuenti.

Superbonus 110%: l'agevolazione dei record

Nonostante lo stop deciso dal Governo, gli investimenti monitorati al 31 dicembre 2023 ammontano a oltre 104 miliardi di euro, registrando il 6,08% in più rispetto al 30 novembre scorso, e ben il 66,67% in più rispetto al 31 dicembre 2022. Cifre elevate che si riflettono anche sul numero di edifici complessivamente riqualificati e messi in sicurezza: al 31 dicembre erano oltre 461mila, 15mila in più rispetto al mese precedente e 102mila più sull’omologo del 2022.

Dati che, spiega Federcepicostruzioni, ancora una volta evidenziano l’indubbia capacità di attivare considerevoli investimenti, di fungere da volano per l’intera economia, e di impattare sensibilmente sulla riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio immobiliare italiano, ma che allo stesso tempo rispecchiano un vero e proprio dramma, per le imprese, che si trascina ormai fin dall’attivazione del bonus. Un dramma che racconta il blocco del meccanismo delle opzioni alternative di cui all'art. 121 del Decreto Rilancio, i cassetti fiscali pieni, la carenza di liquidità delle imprese, i cantieri fermi, le agevolazioni a rischio per mancato rispetto di termini e condizioni.

Una situazione di particolare gravità, su cui è intervenuto, ancora una volta il presidente Antonio Lombardi: “Permangono enormi difficoltà nei meccanismi di cessione dei crediti fiscali e sono ormai oltre 20.000 le imprese edili che hanno eseguito lavori e hanno difficoltà a cedere crediti fiscali per 25 miliardi di euro”.

Secondo Lombardi, sono oltre 30mila i condomini dove i lavori sono fermi. “Senza tempestivi ed efficaci interventi, si rischia una catastrofe economica e sociale che impatterà anche sul sistema giudiziario. Sono già numerosi i contenziosi sorti tra imprese e condomini”.

Stop alle speculazioni, sì a una exit strategy consapevole

Per Federcepicostruzioni è necessario quindi aggirare un sistema creditizio e finanziario “che ha lucrato e ancora lucra non poco sui crediti del Superbonus, con tassi di interesse del 30%”. Meglio invece puntare sulle partecipate dello Stato, “affinché siano queste a rilevare i crediti delle imprese, tempestivamente e a condizioni meno onerose”.

Proprio per questo si invita ancora una volta la politica ad “assumersi la responsabilità di proteggere le imprese e le famiglie dalle conseguenze drammatiche che potrebbero scaturirne, definendo una exit strategy dal Superbonus che non gravi, come sta avvenendo ora, esclusivamente sulle imprese”.

 

 



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