Permesso di costruire in sanatoria: per la Cassazione il reato edilizio non si estingue

La Suprema Corte ribadisce che solo una sanatoria pienamente efficace, in doppia conformità, può incidere sull’esecuzione: rigettate le istanze prive di “novum”

di Redazione tecnica - 17/10/2025

Quando un permesso di costruire in sanatoria può realmente elidere gli effetti di una condanna penale per abuso edilizio? E che valore assume, in sede esecutiva, una sanatoria condizionata o successivamente confermata dal Comune?

Sono le domande al centro della sentenza della Corte di Cassazione del 15 ottobre 2025, n. 33796, che ha dichiarato inammissibile il ricorso di un proprietario, condannato per reati edilizi e paesaggistici, confermando la legittimità dell’ordine di demolizione nonostante il successivo rilascio di un permesso in sanatoria da parte del Comune.

Abusi edilizi: la Cassazione sull’inidoneità della sanatoria a estinguere il reato penale

Nel caso in esame, la ricorrente aveva chiesto la revoca dell’ordine di demolizione disposto con sentenza definitiva del Tribunale, sostenendo che l’intervento abusivo fosse stato successivamente sanato grazie a un permesso di costruire in sanatoria rilasciato nel 2021.

Il Giudice dell’esecuzione aveva però rigettato l’istanza, ritenendola ripetitiva di una precedente domanda già esaminata, nonché priva di elementi nuovi idonei a mutare il quadro fattuale.

La ricorrente aveva quindi impugnato l’ordinanza, lamentando tre profili di illegittimità:

  • la mancata valutazione del presunto “novum” rappresentato da un provvedimento comunale successivo;
  • l’eccesso di potere del giudice dell’esecuzione, che avrebbe invaso la sfera amministrativa;
  • la contraddittorietà del provvedimento rispetto alla persistenza del permesso di costruire in sanatoria.
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