Professionisti e acquisto beni strumentali: il Fisco sulla tassazione dei contributi in conto impianti
Il Fisco chiarisce il trattamento fiscale dei contributi pubblici percepiti dai lavoratori autonomi per beni strumentali, alla luce del principio di onnicomprensività introdotto dall’art. 54 TUIR
Arrivano nuovi chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate in materia di trattamento fiscale dei contributi in conto impianti percepiti da un professionista per l’acquisto di beni strumentali.
Contributi in conto impianti ai professionisti: l’Agenzia delle Entrate sulla tassazione da applicare
Occasione ne è la risposta del 3 novembre 2025, n. 277 relativa all’interpello proposto da un professionista che aveva acquistato nel 2022 alcune attrezzature per la propria attività professionale, iniziando a dedurre le relative quote di ammortamento, e che nel 2025 ha ricevuto – a seguito di un avviso pubblico regionale – un contributo in conto impianti riferito agli stessi beni.
Da qui il dubbio sulla corretta modalità di tassazione del contributo, alla luce del principio di onnicomprensività introdotto, dal 2024, nell’art. 54 del TUIR (d.P.R. 917/1986) per effetto del d.lgs. 13 dicembre 2024, n. 192.
Ricordiamo che, secondo quanto previsto dalla norma, il reddito derivante dall’esercizio di arti e professioni è costituito dalla differenza tra tutte le somme e i valori percepiti e le spese sostenute nel periodo d’imposta, secondo il principio di cassa, salvo specifiche deroghe (ammortamenti, leasing, TFR).
A completamento, l’art. 54-quinquies disciplina la deducibilità delle quote di ammortamento dei beni strumentali, in linea con i coefficienti ministeriali.
La relazione illustrativa al decreto legislativo sottolinea che l’introduzione del principio di onnicomprensività comporta l’assoggettamento a tassazione anche di componenti straordinari di reddito, quali le sopravvenienze attive, che nel sistema del reddito d’impresa rappresentano rettifiche di costi o ricavi di precedenti esercizi.
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