Prefabbricati e vincoli paesaggistici: il Consiglio di Stato sui limiti della precarietà

Palazzo Spada conferma che i prefabbricati su platea in cemento sono nuove costruzioni e chiarisce regole su demolizione e acquisizione gratuita

di Redazione tecnica - 05/09/2025

La decisione del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha quindi ribadito la legittimità dell’ordinanza comunale, chiarendo alcuni principi ormai consolidati ma spesso oggetto di contenzioso.

In primo luogo, spiegano i giudici di Palazzo Spada, la natura precaria non dipende dal materiale o dalla tecnologia costruttiva, ma dall’uso cui l’opera è destinata e dalla sua permanenza.

Un’abitazione prefabbricata, stabilmente ancorata al suolo e corredata da opere accessorie, non può essere ricondotta a un intervento temporaneo, bensì costituisce una nuova costruzione soggetta a permesso di costruire e, nei casi di vincolo, autorizzazione paesaggistica.

In secondo luogo, la comunicazione di avvio del procedimento non è necessaria quando l’atto ha contenuto vincolato e i presupposti dell’abuso risultano chiari e inequivoci. In simili situazioni, l’apporto partecipativo non potrebbe incidere sull’esito finale, ma avrebbe soltanto un effetto dilatorio.

Infine, il Collegio ha precisato che l’individuazione dell’area da acquisire in caso di inottemperanza non deve essere contenuta già nell’ordinanza di demolizione, ma spetta al successivo provvedimento di acquisizione previsto dall’art. 31 del d.P.R. n. 380/2001. L’ordinanza deve limitarsi a individuare le opere abusive e intimarne la rimozione.

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