Riedificazione immobile crollato: dovuto il costo di costruzione

La possibilità di ricondurre un intervento di ricostruzione alla ristrutturazione edilizia dipende dalla verificabilità della consistenza originaria e dalla contiguità temporale tra demolizione e riedificazione

di Redazione tecnica - 02/11/2025

Può la ricostruzione di un edificio crollato oltre dieci anni prima essere considerata una ristrutturazione edilizia? E, soprattutto, quando l’intervento si configura come “nuova costruzione” con obbligo di corresponsione del contributo di costruzione?

A chiarire i confini tra una tipologia di intervento e l'altra è il Consiglio di Stato con la sentenza del 15 luglio 2025, n. 6215, specificando anche la funzione compensativa del contributo previsto dall’art. 16 del d.P.R. n. 380/2001.

Demolizione e ricostruzione edificio crollato: quando è una nuova edificazione?

Una società aveva acquistato un compendio immobiliare comprendente un capannone industriale crollato in seguito a un incendio. Intendendo ricostruire l’edificio, ma con sagoma e volume diversi, aveva ottenuto il permesso di costruire e versato circa 90.000 euro a titolo di contributo di costruzione.

Ritenendo che l’intervento costituisse mera ricostruzione del fabbricato preesistente, la società aveva quindi richiesto la restituzione delle somme versate, sostenendo l’assenza di nuovo carico urbanistico e la riduzione della superficie utile rispetto all’edificio originario.

Il Comune aveva invece respinto l’istanza, evidenziando che tra il crollo e la presentazione dell’istanza di permesso erano trascorsi dodici anni e che, al momento della domanda, il lotto era ormai totalmente libero da manufatti.

Il TAR aveva qualificato l’intervento come nuova costruzione, poiché non esisteva più alcuna traccia materiale dell’edificio precedente, e il Consiglio di Stato ha confermato tale impostazione.

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