Riqualificazione energetica in edilizia: è il cappotto termico l'intervento più utilizzato

Un sondaggio di Cortexa restituisce lo status quo degli interventi, sottolineando che senza incentivi fiscali sarà difficile rispondere a nuove sfide, come quelle poste dalla Direttiva Green

di Redazione tecnica - 17/05/2023

La qualità degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici tramite l'isolamento termico con Sistema a Cappotto è spesso compromessa da diversi fattori, quali i materiali utilizzati, un’errata posa o la scarsa conoscenza della normativa in relazione ai bonus edilizi.

Riqualificazione energetica edifici e cappotto termico: l'indagine Cortexa

Sono questi i dati che emergono dal recente sondaggio condotto dal Consorzio Cortexa sullo status quo degli interventi di efficientamento energetico in edilizia, che trovano la loro realizzazione più frequente nella posa del Sistema a Cappotto. Un intervento spesso compromesso dalla consegna in cantiere di prodotti “assemblati”, con materiali di diversa provenienza messi insieme in cantiere e privi di certificati ETA e marcatura CE; dall’inesperienza e poca preparazione degli applicatori di Sistemi a Cappotto e, infine, dalla complessità normativa dei bonus casa e dai continui cambiamenti da recepire e gestire.

L’indagine è stata condotta mediante un questionario sottoposto a oltre 500 progettisti, in relazione alla loro percezione del mercato dell’efficienza energetica, anche in seguito a misure importanti come il Superbonus 110% e la Direttiva Green (EPBD) dall’altro, alle sfide della professione in questo ambito e a quali possano essere gli ostacoli ad un’adozione su larga scala di misure per l’efficienza energetica in edilizia.

Un’analisi che tiene conto delle sfide che il nostro Paese dovrà affrontare, considerando i seguenti fattori:

  • un patrimonio edilizio vetusto, composto per il 78% da edifici risalenti all’epoca in cui non venivano adottate vere misure di risparmio energetico, ossia prima della legge n. 373/1976;
  • una forte dipendenza energetica da approvvigionamenti esteri;
  • un elevato tasso di inquinamento da PM 2,5 (l'Italia è la sesta nazione più inquinata d’Europa);
  • una posizione preoccupante nella classifica delle nazioni europee più colpite dal fenomeno della povertà energetica.

I dati dell'indagine

Il sondaggio ha voluto inoltre verificare il livello di apprezzamento da parte dei progettisti verso il Sistema a Cappotto, che si conferma, secondo i dati ENEA, la misura in assoluto più efficace tra quelle che i vari incentivi statali hanno finanziato in ambito di efficienza energetica in edilizia.

Il sondaggio è stato realizzato su un panel di 500 professionisti, il 38% dei quali ingegneri e il 31% architetti, tutti con esperienza in interventi con Sistema a Cappotto (il 24% ha realizzato da 1 a 3 interventi, il 28% da 4 a 9; solo il 7% non ne ha mai realizzati)

I principali interventi realizzati hanno riguardato la riqualificazione di edifici residenziali esistenti: il 77% degli intervistati si è occupato di riqualificazione di abitazioni indipendenti e ville, il 53% di riqualificazione di condomini.

Da parte dei progettisti vi è una buona conoscenza dei riferimenti normativi e delle buone pratiche: Il 93% degli intervistati conosce ed utilizza il Manuale Cortexa per l’applicazione del Sistema a Cappotto; il 44% e il 31% degli intervistati conosce inoltre le norme UNI 11715 e UNI 11716 per la progettazione e posa del sistema a Cappotto e per la certificazione delle competenze del posatore di Sistema a Cappotto

Inoltre il 74% ritiene indispensabile impiegare Sistemi a Cappotto certificati ETA e il 71% ritiene indispensabile che il Sistema a Cappotto sia dotato di marcatura CE. Il 43% dei progettisti è a conoscenza dell’esistenza della certificazione delle competenze del posatore secondo la norma UNI 11716, quale ulteriore criterio di controllo della qualità dell’intervento nella sua fase di posa in opera.

Sistema a cappotto e incentivi fiscali per la riqualificazione energetica

Inoltre, dal sondaggio emerge l'evidente collegamento tra Superbonus 110% e cappotto termico:

  • per il 30% dei progettisti intervistati la richiesta di prestazioni professionali per la progettazione del Sistema a Cappotto è molto aumentata dall’entrata in vigore della misura prevista dal Decreto Rilancio;
  • secondo il 38% degli intervistati, a fronte della riduzione dell’aliquota del Superbonus, il mercato del Sistema a Cappotto, quindi quello delle riqualificazioni energetiche, decrescerà fortemente;
  • l’87% degli intervistati ritiene che senza incentivi fiscali o a fronte di una riduzione delle aliquote non sarà possibile riqualificare rapidamente il patrimonio immobiliare italiano.

Non solo: l’84% degli intervistati ritiene che il lavoro di progettazione sia diventato più complesso a causa dei continui cambiamenti normativi e di incognite che hanno scosso il mercato, quale quella della cessione del credito, così come la mancanza di qualificazione delle imprese ha reso più diffioltoso il lavoro per il 54% dei progettisti degli intervistati.

Da questo punto di vista, una delle difficoltà maggiori riguarda proprio l’installazione del Sistema a Cappotto, rilevando come principali criticità:

  1. l’assenza di imprese e applicatori specializzati (60%);
  2. la difficoltà a reperire Sistemi a Cappotto certificati ETA, dotati di marcatura CE e forniti come kit da un unico produttore (46%).

Sui risultati del sondaggio è intervenuto Stefano Deri, Presidente di Cortexa. “Dal nostro sondaggio emerge come i progettisti richiedano un quadro di riferimento chiaro per stabilire la qualità del Sistema a Cappotto e degli interventi di efficienza energetica: come Cortexa chiede sin dal 2007, certificato ETA e marcatura CE dovrebbero essere resi obbligatori in Italia, a garanzia della qualità dei Sistemi che si vanno ad applicare o, per lo meno, non si dovrebbero incentivare sistemi che non presentano questi requisiti di qualità".

La certificazione delle competenze come criterio per l'accesso agli incentivi

Deri lancia anche una proposta per regolamentare l'accesso agli incentivi fiscali: “Un altro aspetto che consentirebbe di non incorrere in un incontrollato accesso agli incentivi per cantieri mal progettati ed eseguiti sarebbe l’introduzione della certificazione delle competenze degli applicatori secondo la norma UNI 11716 come elemento premiante, se non addirittura obbligatorio, per accedere ai benefici. Questo consentirebbe di creare un elenco di imprese esperte sufficientemente ampio per coprire le esigenze di tutti i progetti, mentre oggi gli applicatori che si sono certificati in maniera volontaria sono molto pochi. Dal punto di vista della progettazione e posa in opera i riferimenti sono il Manuale Cortexa e la norma UNI/TR 11715, la cui applicazione è volontaria. Sarebbe necessario prevedere un legame tra il riconoscimento dell’incentivo e il rispetto di tale norma per non sprecare soldi pubblici in opere dalla dubbia qualità.".

Il presidente del Consorzio conlude sottolineando l'importanza delle agevolazioni fiscali: "senza incentivi non saremo mai in grado di riqualificare il patrimonio immobiliare italiano in tempi ragionevoli, tantomeno potremo adempiere alle richieste dell’Europa. È necessario quindi ripensare il sistema a supporto degli interventi in modo da evitare sprechi, speculazioni, cattiva qualità dei materiali, dei progetti e delle opere e un aggravio insostenibile per i conti pubblici".

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