#scuoleSicure solo con progettualità e sviluppo sostenibile!

Testo fondamentale per la formazione di base di architetti e ingegneri della nostra generazione, è quel "Perché gli edifici stanno in piedi" di Mario Salvado...

19/09/2017

Testo fondamentale per la formazione di base di architetti e ingegneri della nostra generazione, è quel "Perché gli edifici stanno in piedi" di Mario Salvadori. In maniera intuitiva e semplice da seguire, il prof. che trasferitosi in U.S.A nel 1939 insegnò Scienza delle costruzioni tra Princeton e Columbia University a intere generazioni di progettisti, ci ricordava l'importanza dell'uso del buon senso a supporto di analisi e progetto al fine di permettere alle strutture costruite, di assolvere a quell'imperante e necessario dictat vitruviano della FIRMITAS!

Potremmo infatti definire tutta l'architettura, come: "la lotta estetica e funzionale alla forza di gravità". Non può infatti esistere né bellezza (Venustas) né funzione (Utilitas) se l'ossatura stessa dell'edificio non sia adeguatamente progettata per proteggere l'essere umano dalla potenza imprevedibile della natura.

Se Salvadori fosse vivo, rabbrividirebbe se sentisse dei crolli delle scuole a san Giuliano di Puglia come alla casa dello studente dell'Aquila, dei continui crolli e pericoli cui sottoponiamo in sfregio al buon senso, studenti ed insegnanti.

Ma le scuole dove mandiamo i nostri figli, sono davvero così pericolose? La risposta, soprattutto guardano l'edilizia scolastica che ci circonda, potrebbe sembrare semplice. In realtà, dando un'occhiata all'indagine conoscitiva sulla situazione dell'edilizia scolastica che l'VII Commissione della Camera dei Deputati ha approvato il 2 agosto 2017 (leggi articolo), la risposta è tutt'altro che facile. Se poi, invece, consideriamo il Rapporto Ecosistema scuola 2015 di Legambiente e il Rapporto su Sicurezza, qualità e accessibilità a scuola 2015 di Cittadinanzattiva, scopriamo che il 39% delle scuole necessita di una manutenzione urgente, il 21% presenta lesioni strutturali, solo il 35,5% ha la certificazione antincendio, il 38% possiede il certificato di agibilità statica e il 35% quello di agibilità igienico-sanitaria.

Il parco scuole a disposizione del paese, fatto salvo il patrimonio storico in riuso per cui sono necessarie altre analisi, è prevalentemente post-bellico. Cioè vecchio, tecnologicamente obsoleto, troppo spesso lontano per soddisfare le esigenze di sicurezza statica, persino di verifica, non solo odierna (per cui pochi sarebbero comunque gli edifici scolastici rispondenti ), ma alle normative di venti anni fa.

Nella stragrande maggioranza di scuole elementari e medie, costruite prima del terremoto del Belice 1968 e dunque carenti di risposta antisismica comunque entrata a regime alla fine degli anni settanta, le fondazioni anche quando fossero state progettate con materiali ottimi e tecnologicamente con scrupolo e crismi, avrebbero al loro attivo oltre mezzo secolo di presa diretta d'acqua.

L'acqua filtrata all'interno delle strutture o dei cordoli in c.a, in presenza di anidride carbonica (specie in locali adibiti a garage o in luoghi soggetti a pioggie acide) ha da decenni attivato i fenomeni di carbonatazione del calcestruzzo, ossidato il ferro, riducendone la sezione, provocandone il distacco dal CLS circostante e abbassato il grado di risposta e dunque di sicurezza dell'intero edificio e tutto va moltiplicato per tutti i complessi scolastici analogamente determinati.

La situazione è particolarmente aggravata dall'uso di inerti ricchi di cloruri (sabbia marina)o dalla consuetudine, ancora non del tutto accantonata, di fluidificare il calcestruzzo mediante un improprio apporto di acqua oltre i limiti dettati dalla buona norma. In tale circostanza infatti aumenta la microporosità del conglomerato una volta indurito e conseguentemente la penetrabilità delle soluzioni acide che inducono la corrosione delle armature.

Altro capitolo sono i controsoffitti o porzioni di essi che crollano addosso agli studenti mentre pensano di risiedere all'interno di un edificio sicuro. Per questi, infatti valgono le stesse considerazioni esposte per il calcestruzzo di fondazione, con l'aggravante che  spesso sono esposte ad atmosfere maggiormente ricche di anidride carbonica. I solai latero-cementizi che potremmo tranquillamente definire lacero-cementizi, malgrado la normativa, non sono costruiti per durare in eterno. La loro natura è costruttivamente effimera e se da un lato ha favorito il boom edilizio, da un lato ne rappresenta il tallone d'Achille. Carbonatata la porzione di calcestruzzo, infatti, per infiltrazioni o cattiva progettazione, il susseguente aumento di volume rompe la parte di laterizio (pignatte) che, tenuta adesa dal semplice strato rasato di intonaco, non può resistere in alcun modo alla forza di gravità e dopo essersi evidenziato il problema con lunghe lesioni in direzione dell'ordito dei travetti, collassa in direzione dei nostri studenti.

Cosa assai più grave è poi la costruzione degli stessi solai in c.a. su strutture in muratura non adeguatamente rinforzate nella risposta solidale, che per il cosiddetto effetto pendolo, collassano interamente senza rompersi al piano sottostante schiacciando tutto e tutti.
Provate voi a camminare con un peso di.... sulla testa!

Ma allora cosa fare davanti il degrado del primato valoriale del progetto sulla imprevedibilità delle forze che scatena la natura?Potremmo ribadire come da queste pagine facciamo da più di un anno con una certa costanza, che servono più progetti e progettisti, che il progetto di un professionista e che le sue competenze, in virtù del loro valore sociale, vadano adeguatamente stimolate e remunerate.

Ma non lo faremo. Ci congediamo da voi che ci seguite, con una semplice riflessione per immaginare d'esser insieme un'agorà interattiva : "andereste i vostri figli a far una gita su di un mezzo che palesemente mostri segni preoccupanti sugli pneumatici? E se il viaggio da fare su questo mezzo fosse anche lungo e tortuoso? E se l'autista fosse pure ubriaco?".

Ecco, noi siamo certi di conoscere già la risposta. Allora perché continuare a camminare su questa strada piena di oggettive criticità sopra la testa dei nostri ragazzi? Serve un piano Marshall per le scuole, deciso e reale che esuli dai soli spot di esigui fondi stanziati per un volgare makeup di edifici che andrebbero abbandonati domattina.

Sarebbe l'occasione questa oltre che per costruire edifici sicuri, per il rilancio di una economia pulita interamente basata sulla sostenibilità ambientale e sui principi della bioedilizia!

Danilo Dolci scrisse sugli edifici diruti del Belice : "chi tace è complice!"
Aggiungiamo noi che : "chi ha coscienza e responsabilità d'agire e si astiene dal farlo, è il mandante!"

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Firmato

Arch. Danilo Maniscalco
Arch. Giulia Argiroffi
Ing. Gianluca Oreto

Ing. Marco Tedesco
Geom. Luciano Murgia
Arch. Elio Caprì
Ing. Michele Angelo Privitera
Prof. Ing. Agatino Monforte
Arch. Stefania Mirandola
Arch. Pasquale Lino Giugliano
Arch. Natalia Guidi
Ing. Davide Mancarella
Arch. Giuseppe Cucuzzella
Arch. Filippo Graziano
Arch. Margherita Aledda
Ing. Angelo De Cocinis
Ing. Giovanni Margiotta
Ing. Simone Bistolfi
Arch. Riccardo Magliano
Arch. Vincenzo Di Cerchio
Ing. Giovanni Storino
Geom. Rosario Ferrante
Ing. Maria Pisano
Ing. Braian Ietto
Geol. Fulvio Turacchi
Geol. Carmine Negri Cerciello
Arch. Tonio Frallonardo
Arch.I. Stefano Lancellotti​

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