Sismabonus, centri storici e progetti unitari: cosa significa?

L’art. 16-bis, comma 1, lettera i) del TUIR per la fruizione del sismabonus nei centri storici parla di progetti unitari. Cosa significa? ne parliamo con l’ing. Cristian Angeli

di Gianluca Oreto - 28/06/2021

Sismabonus, centri storici, aggregati, unità strutturali ma soprattutto “progetti unitari”. Stanno facendo molto discutere due risposte dell’Agenzia delle Entrate a due contribuenti a cui è stata negata la possibilità di fruire della detrazione fiscale prevista per la riduzione del rischio sismico su edifici in centro storico in mancanza di un progetto unitario.

Sismabonus, centri storici e progetti unitari: cosa dice la norma

Per fare un po’ di luce occorre, come sempre, partire dalla norma. E la normativa per il sismabonus è stata prevista dall’art. 16, commi da 1-bis a 1-septies del D.L. n. 63/2013, che sua volta fa riferimento agli interventi di cui all'articolo 16-bis, comma 1, lettera i), del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (TUIR).

Stiamo parlando degli interventi “relativi all'adozione di misure antisismiche con particolare riguardo all'esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica, in particolare sulle parti strutturali, per la redazione della documentazione obbligatoria atta a comprovare la sicurezza statica del patrimonio edilizio, nonché per la realizzazione degli interventi necessari al rilascio della suddetta documentazione. Gli interventi relativi all'adozione di misure antisismiche e all'esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica devono essere realizzati sulle parti strutturali degli edifici o complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi edifici e, ove riguardino i centri storici, devono essere eseguiti sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari”.

E la parte relativa ai centri storici e ai progetti unitari ha lasciato più di un dubbio sul modus operanti. Ne abbiamo parlato con l’Ing. Andrea Barocci e con l’Ing. Cristian Angeli, due esperti strutturisti che si occupano di sismabonus. E proprio l’ing. Angeli ha rilevato come sul tema si sia fatta un po’ di confusione perché, in riferimento alla risposta dell’Agenzia delle Entrate “alcuni commentatori hanno lasciato intendere che questa risposta sia sbagliata, ovvero che va sempre bene riferire il “progetto unitario” richiesto dal TUIR all’unità strutturale. Questo sarebbe vero se in Italia esistesse solo la normativa tecnica e invece ci sono molte altre leggi di cui bisogna tener conto”.

La ricerca e la perimetrazione dell’unità strutturale -rileva l’ing. Cristian Angeli - è solo uno dei passi necessari per identificare le dimensioni dell’edificio che deve essere interessato dal “progetto unitario”, in particolare nei centri storici. Ci sono anche aspetti di natura civilistica. Il Codice Civile dice chiaramente che le parti comuni degli edifici (fondazioni, muri maestri, facciate, etc) sono indivisibili. Quindi, ad esempio, in presenza di una facciata o di un tetto in comunione il progetto, indipendentemente dalle unità strutturali, che possono essere anche più di una, dovrà ricomprendere un edificio grande come l’intera facciata e come l’intero tetto”.

Sismabonus: l’intervista all’Ing. Cristian Angeli

Al fine di chiarire meglio alcuni concetti, ho intervistato l’ing. Cristian Angeli. Di seguito le mie domande e le sue risposte integrali.

Domanda - Recentemente l'Agenzia delle Entrate ha risposto a due interpelli sulla fruizione del Sismabonus. In uno di questi, quello della DR Emilia Romagna, è stata esclusa la possibilità di fruire della detrazione fiscale per gli interventi di riduzione del rischio sismico per un edificio definito dall'istante come unità strutturale autonoma ma situato nel centro storico. Cosa ne pensa?

Si tratta di una risposta molto particolare, che deve esser letta con attenzione.

L’istante infatti ha precisato nell’interpello di non aver ancora ottenuto il titolo edilizio e di voler intervenire esclusivamente sulla propria “unità strutturale” ubicata in centro storico, bypassando completamente la valutazione degli edifici adiacenti.

Questo approccio può essere giusto dal punto di vista ingegneristico, nel senso che i calcoli possono essere circoscritti alla singola unità strutturale, ove isolata mediante efficaci giunti sismici. Ritengo tuttavia che la risposta dell’AdE, seppure un po' sintetica, sia fondata sul fatto che nulla è stato detto dall’istante sull’inquadramento architettonico e urbanistico degli interventi che, nei centri storici, non possono prescindere dal contesto. Nei centri storici infatti sono vigenti i cosiddetti “Piani di recupero”, che prevedono un approccio progettuale “unitario” con riferimento alle “unità minime di intervento”. Ritengo che l’Agenzia delle Entrate facesse riferimento a questo. In altre parole l’individuazione dell’unità strutturale è condizione necessaria ma non sempre sufficiente.

Domanda - L'art. 16-bis, comma 1, lettera i) definisce gli interventi che possono fruire del sismabonus. Alla fine è scritto "Gli interventi relativi all'adozione di misure antisismiche e all'esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica devono essere realizzati sulle parti strutturali degli edifici o complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi edifici e, ove riguardino i centri storici, devono essere eseguiti sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari". Cosa si intende per progetto unitario?

Non esiste una definizione ufficiale di “progetto unitario”.

Secondo il Commissario Straordinario per la ricostruzione Sisma 2016 “L’intervento edilizio è definito unitario quando il progetto riguarda due o più edifici strutturalmente e/o funzionalmente interconnessi”.

A mio avviso il concetto deve essere valutato caso per caso, con buon senso, come sempre. Se si opera in tessuti edilizi privi di vincoli urbanistici il progetto unitario può essere risolto con più facilità, a volte anche solo con riferimento all’individuazione della “unità strutturale”, che individua porzioni di edifici indipendenti dagli altri per la presenza di giunti sismici efficaci.

Quando invece l’intervento riguarda tessuti urbani complessi, come ad esempio i centri storici o i condomini orizzontali, l’unitarietà progettuale deve prendere in esame molti altri aspetti, anche di natura architettonica.

Pensiamo ai vincoli sul mantenimento delle facciate, sulle altezze, sulle destinazioni d’uso., sui colori.

Spesso questi vincoli sono indicati nei piani di recupero, che individuano le “unità minime di intervento”. Altre volte è opportuno adottare un approccio “unitario” anche in assenza di vincoli normativi e coinvolgendo più unità strutturali, come nel caso di complessi di abitazioni che presentano “parti comuni”.

Domanda - L’attuale formulazione è corretta o andrebbe cambiata? E se si, come?

Ritengo che la formulazione sia corretta e che la ratio normativa derivi da una necessità di tutela architettonica dei centri storici, anche se ovviamente un po' più di chiarezza non farebbe male…

Domanda - Progetto unitario, aggregato e unità strutturale. Ci spieghi meglio e ci faccia capire come si possono raccordare tra loro le norme fiscali con quelle di natura tecnica.

L’argomento è complesso. Secondo me è opportuno ricordare che le norme fiscali, ad esempio quella introduttiva del Sismabonus, non deve essere trattata a “compartimenti stagni”. La spettanza dell’agevolazione è sempre il risultato di un corretto intervento edilizio, che a sua volta si fonda su una corretta progettazione architettonica e strutturale.

Tra l’altro il concetto dell’unitarietà progettuale non è una novità introdotta dalla norma fiscale, bensì è un requisito imprescindibile anche ai sensi delle vigenti NTC e delle norme urbanistiche vigenti, in particolare nei centri storici.

Domanda - In buona sostanza come si applica il sismabonus per gli edifici in centro storico alla luce di questi chiarimenti?

Nei centri storici, quelli caratterizzati da fabbricati aggregati, ci vuole una visione complessiva dell’intervento che si intende fare. È necessario anzitutto osservare l’edificio per capire come è composto, dal punto oggettivo, soggettivo e vincolistico.

Ma i possibili problemi di approccio al Sismabonus, non derivano solo dai centri storici.

Se ci pensiamo bene il concetto di “progetto unitario” ha anche risvolti di natura civilistica. Ad esempio se si ha un edificio, o un complesso di edifici (ad esempio un aggregato), composto da più unità strutturali e caratterizzato, ad esempio, da una facciata continua (o da un tetto) in comunione, sarà d’obbligo fare un unico progetto anche al di fuori del centro storico, in quanto le “parti comuni” sono indivisibili (art. 1119 C.C.), a meno di complessi accordi tra le parti.

Concluderei quindi dicendo che è sbagliato inquadrare il vincolo di unitarietà progettuale, spesso richiamato dall’AdE, solo in termini di unità strutturali. Occorre avere una visione ad ampio spettro dei vari casi di studio che possono presentarsi.

Domanda - L'Agenzia delle Entrate fornisce sempre più spesso risposte mischiando aspetti fiscali a quelli di natura tecnica. Secondo lei è corretto?

Ritengo che le risposte dell’Agenzia delle Entrate siano direttamente proporzionali alla modalità con cui vengono posti i quesiti. Intendo dire che se il testo dell’interpello illustra in modo esauriente il caso dal punto di vista tecnico, senza lasciare spazio a dubbi o a interpretazioni, la risposta dell’AdE di solito è precisa e si limita agli aspetti fiscali. Laddove invece gli argomenti tecnici non sono affrontati nella loro interezza è normale che la risposta andrà a basarsi su ipotesi e su valutazioni, che spesso diventano confusionarie.

Il mio consiglio, laddove si intenda proporre interpello, è quello di avvalersi della collaborazione di tutti i professionisti specialisti coinvolti nell’opera (strutturista, progettista architettonico, impiantista) e magari anche della supervisione di un esperto in materia di detrazioni fiscali.

Ringrazio l’ing. Cristian Angeli per il prezioso contributo e lascio sempre a voi ogni commento. E tu che ne pensi? scrivimi a redazione@lavoripubblici.it o sulla nostra Pagina Facebook.

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