L'entrata in vigore del
nuovo codice degli appalti ha avuto
come effetto il netto cambiamento nel criterio di valutazione delle
offerte nell'assegnazione dei bandi di lavori pubblici. Il Codice
dei contratti pubblici ha, infatti,
"liberalizzato" il
criterio di assegnazione dei bandi, ponendo sullo stesso livello il
criterio dell'
offerta economicamente più vantaggiosa con
quello di massimo ribasso. Le amministrazioni possono, dunque,
scegliere tra i due criteri: nel caso in cui scelgano l'offerta
economicamente più vantaggiosa, la valutazione dell'offerta risulta
essere ponderata tra diversi fattori, tra i quali il valore
tecnico-estetico e la durata dei lavori assumono maggiore rilevanza
rispetto al costo dell'opera, che, comunque, continua ad essere un
parametro di controllo; nel caso di massimo ribasso, il parametro
predominante risulta essere il costo, troppo spesso anche a scapito
della qualità. Ma l'entrata in vigore del nuovo codice non è
l'unico motivo che ha spinto verso la scelta dell'offerta
economicamente più vantaggiosa. Va, infatti, sottolineato che nel
2006 sempre più amministrazioni hanno scelto la valutazione
ponderata come criterio di valutazione e che l'entrata in vigore
del nuovo codice ha solamente rallentato la pubblicazione di bandi
da parte di quelle amministrazioni ancora perplesse nelle
metodologie di applicazione delle nuove norme.
Secondo il
monitoraggio del Cresme, da gennaio ad ottobre di
quest'anno sono stati promossi
22.864 bandi, per un totale
di 28.672 miliardi di euro, con un
decremento del 7,9% nel
numero e del 2,8% nel valore rispetto ai dati registrati nel
2005. Di questi bandi,
il 72% (16.337) sono stati
assegnati secondo il criterio del massimo ribasso, mentre
solo
nel 12% (2.823) dei casi è stato utilizzato
il
criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
Nonostante questi dati, c'è, comunque, da sottolineare che
rispetto ai dati del 2005 si è avuto un
incremento di
circa il 6% a favore dell'offerta economicamente più
vantaggiosa, che nel 2005 veniva scelta solo nel 6% dei casi.
Da luglio (data di entrata in vigore del codice dei contratti
pubblici) ad ottobre di quest'anno sono stati appaltati con il
criterio del massimo ribasso 5.458 bandi per un importo totale di
3.635 miliardi di euro. Rispetto al quadrimestre marzo-giugno si è
avuta una flessione del 24% nel numero di gare e del 17,9% nel
valore dei lavori. Questo a dimostrazione che i cambiamenti
apportati dal codice non sono stati ancora totalmente recepiti e
che l'incertezza ha portato le amministrazioni ad appaltare molti
lavori a ridosso del 1° di luglio di quest'anno.
Ma c'è da considerare che nello stesso quadrimestre luglio-ottobre,
ben 1.120 bandi sono stati assegnati con il criterio dell'offerta
economicamente più vantaggiosa per un totale di quasi 6 miliardi di
euro. Pur essendoci stata una netta flessione rispetto al
quadrimestre precedente, si è avuto un incremento di oltre il 40%
nel numero e di oltre il 73% nel costo rispetto allo stesso
quadrimestre dell'anno precedente.
Nella speranza che sempre più amministrazioni si rendano conto che
non sempre risparmiare significa spendere di meno, sottolineiamo
che i parametri da considerare nell'assegnazione di un bando e
quindi nella presentazione di un progetto dovrebbero essere quelli
che, oltre a mirare ad una edilizia sostenibile, tengano in debita
considerazione i costi che dovranno essere supportati per mantenere
l'opera funzionante a perfetta regola d'arte. Un'opera dovrebbe
essere progettata in tutto il suo ciclo di vita, che non è solo
quello della progettazione-costruzione, ma, anche e soprattutto,
quello del suo mantenimento a parametri di funzionamento che
garantiscano un livello qualitativo minimo.
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