Nella riunione del 7 dicembre scorso il
Consiglio direttivo
della Banca centrale europea ha adottato le seguenti decisioni
di politica monetaria:
- il tasso minimo di offerta sulle operazioni di
rifinanziamento principali dell’Eurosistema è innalzato di 25 punti
base, al 3,50%, a decorrere dall’operazione con regolamento
il 13 dicembre 2006;
- il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento
marginale è innalzato di 25 punti base, al 4,50%, con effetto dal
13 dicembre 2006;
- il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale è
innalzato di 25 punti base, al 2,50%, con effetto dal 13 dicembre
2006.
L’aumento di 25 punti è il quinto del corrente anno e segue quelli
precedenti dell’11 ottobre che aveva portato i tassu dal 3,00% al
3,25%, del 9 agosto che aveva portato i tassi dal 2,75% al 3,00%,
del 15 giugno scorso che aveva portato i tassi dal 2,50% al 2,75% e
dell’8 marzo che aveva portato i tassi dal 2,25% al 2,50% e porta
complessivamente, nel 2006 un aumento del tasso pari all’1,25% dal
2,25% del 6 dicembre dello scorso anno al 3,50% di oggi.
Si tratta del sesto ritocco da quando è partita la stretta
(dicembre 2005) mentre precedentemente il costo del denaro era
stato stabile al 2,00% dal 6 giugno del 2003 al 6 dicembre del 2005
per oltre due anni.
Ovviamente con l’aumento del tasso al 3,50% comporterà un aumento
del costo dei mutui e dei prestiti.
Le borse europee hanno reagito bene all’aumento del costo del
denaro ed hanno vissuto sedute all’insegna degli acquisti, senza
risentire dell’aumento di un quarto di punto del costo del denaro
da parte della Banca centrale europea.
Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha preferito
non prendere impegni temporali su future strette monetarie,
lasciando quasi intendere che il livello dei tassi d’interesse
potrebbe essere ormai vicino a un obiettivo di medio periodo.
D’altro parte, il consiglio direttivo non ha potuto fare a meno di
notare rischi al ribasso sul fronte della crescita.
Le nuove proiezioni, poi, mostrano che l’inflazione dovrebbe calare
nel 2008, addirittura un gradino sotto al 2,0% in media annua.
Il Presidente della Banca centrale europea,
Jean-Claude
Trichet, ha, poi, preso posizione sul futuro andamento dei
salari nella zona euro precisando che i rischi di aumenti
contrattuali generosi “sono al rialzo” e che “
Crediamo vi siano
tentazioni in alcuni Paesi che non sarebbero appropriate. Ricordo
che quando questi rischi si materializzano è ormai troppo tardi per
agire”.
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