Geologi, accelerare sulla messa in sicurezza di abitazioni, scuole e ospedali

25/10/2012

In queste ore ho tentato di usare tutta la prudenza necessaria nel commentare una sentenza di cui non conosco i contenuti. Una prudenza dettata dal sentimento di solidarietà verso tutte le vittime di questo terremoto, che sono coloro che vi hanno lasciato la vita ed i loro familiari, ma anche quegli uomini della Commissione Grandi Rischi che hanno subìto una condanna molto severa e che certamente stanno vivendo un momento di grande sofferenza.

Si è già detto tanto, a volte precipitosamente, su questa sentenza, sulla imprevedibilità dei terremoti, sui limiti della scienza, sul rischio di sbagliare, sul cosa si sarebbe dovuto fare. Ma il tema centrale è sempre quello della prevenzione, su cui si fa molto poco, quando addirittura niente. Per questo la condanna per la situazione di disastro in cui versa questo Paese dovrebbe essere estesa a tutte quelle responsabilità politiche ed amministrative che in questi anni, passatemi il termine, se ne sono letteralmente infischiati dei tanti allarmi lanciati dalla comunità scientifica e da quella professionale sullo stato di devastazione del nostro territorio e di fragilità del nostro patrimonio edilizio, continuando a perpetrare malaffare, speculazioni e condoni edilizi. Piuttosto che disquisire sterilmente sulla prevedibilità dei terremoti, occorre premere l'acceleratore sulle indispensabili azioni di messa in sicurezza delle abitazioni, delle scuole e degli ospedali. Perché è una situazione tutta italiana quella dell'edilizia scolastica, dove la metà degli edifici non ha ancora il certificato di agibilità. E' tutta italiana la situazione del patrimonio storico, architettonico ed archeologico, che vede siti straordinari come quello di Pompei in una situazione di costante criticità geomorfologica. E' tutta italiana la situazione generale di un Paese in evidente declino culturale, non certo per colpa dei saperi scientifici e professionali.

Proprio per questo, l'unica cosa che non riuscirei proprio ad accettare è che, a seguito della sentenza, giusta o sbagliata, equa o iniqua che sia stata, si dovesse instaurare nel Paese un pericoloso clima oscurantista, che possa mettere in discussione la scienza. La scienza non si discute, essa è libera, è continuo confronto, è liberta di opinione. Ne vanno accettati i limiti, che la stessa scienza faticosamente cerca di superare.

Non è sulla scienza che si deve riflettere, piuttosto occorre fare una seria riflessione sui ruoli: non so quanti si sono chiesti qual'é e quale è stato il ruolo della Commissione Grandi Rischi nell'ambito del rischio sismico. Perché mentre riesco facilmente a comprendere il suo ruolo nel contesto del rischio idrogeologico e in quello del rischio vulcanico, non mi è chiaro quello che essa è chiamata a svolgere in quello sismico. Ed ho la sensazione che alla base del dibattito che si sta svolgendo in queste ore, e chissà forse anche in sede di dibattimento nell'aula del Tribunale de L'Aquila, questo ruolo non è mai stato chiaro.

A cura di Gianvito Graziano
Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi


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