Come previsto dall'art. 8 (Disposizioni sul procedimento
disciplinare delle professioni regolamentate diverse da quelle
sanitarie) del
DPR n. 137/2012 (G.U. n. 189 14/08/2012)
recante
"Regolamento recante riforma degli ordinamenti
professionali, a norma dell'articolo 3, comma 5, del decreto-legge
13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge
14 settembre 2011, n. 148", gli ordini professionali devono
predisporre un regolamento che stabilisca i criteri per la scelta
dei candidati da inserire in un elenco di nominativi da cui il
Tribunale possa scegliere i membri dei Consigli disciplinari
territoriali dell'ordine.
L'elenco predisposto dagli ordini dovrà contenere un numero di
nominativi pari al doppio del numero di consiglieri da nominare e
gli ordini avranno tre mesi di tempo per stabilire i criteri per la
scelta dei candidati (entro quindi metà novembre).
Segnaliamo la denuncia portata avanti da due Associazioni che
raggruppano i laureati triennali Architetti e Ingegneri, CUP3 e
SIND.IN.AR.3, che hanno accusato i relativi Consigli Nazionali del
"Tentativo di mettere le mani sui procedimenti disciplinari
degli iscritti alla sezione B". In particolare, le due
Associazioni hanno rilevato come CNAPPC e CNI stiano cercando di
imporre il loro limite alle competenze dei professionisti iscritti
alla sezione B dell'Albo, approfittano dell'opportunità
presentatasi con il regolamento attuativo in materia di
procedimenti disciplinari, provando a mettere le mani sui
provvedimenti disciplinari che il d.P.R. n. 328/01 ha volutamente
affidato alle cure dei rappresentanti di sezione con la previsione
che i provvedimenti disciplinari possono essere comminati
unicamente dai propri omologhi di sezione (ovvero A giudica A e B
giudica B).
CUP3 e SIND.IN.AR.3 hanno, dunque, rivolto un
"accorato appello
all'attento Ministro della Giustizia ed alle istituzioni tutte
affinché non si avalli l'ennesimo tentativo dei vertici nazionali
di queste categorie professionali tecniche di annichilire, con una
così forte ingerenza su un tema tanto delicato, l'esercizio della
professione tecnica di primo livello, cercando di colpire in tal
modo quello che è sempre stato il loro vero bersaglio ovvero il
fallimento delle lauree triennali e la restaurazione tout court del
ciclo unico, operazione che porterebbe nuovamente il nostro Paese
in fondo alle classifiche dei Paesi OCSE per numero di
laureati".
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