Mentre sul Supplemento ordinario n. 244 alla Gazzetta Ufficiale
n.299 del 27 dicembre scorso è stata pubblicata la legge 27
dicembre 2006, n. 296 recante “
Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria
2007)”, il
Consiglio dei Ministri nella seduta
pomeridiana del 27 dicembre ha ha approvato un
decreto-legge che
elimina dal testo della legge finanziaria 2007 - ancora prima
della sua entrata in vigore al 1° gennaio prossimo -
la norma
che modificava la decorrenza del termine di prescrizione del
diritto della pubblica amministrazione al risarcimento del danno
derivante da responsabilità amministrativa.
Con tale abrogazione si è posto così immediato rimedio ad un errore
redazionale incorso in sede di predisposizione del maxiemendamento
presentato dal Governo al testo della legge finanziaria 2007.
Tra gli estimatori della nuova Finanziaria varata dal Governo non
figura l’
Ance che, pur ritenendosi soddisfatta del quadro
complessivo sui finanziamenti che saranno resi alle opere
pubbliche,
non ritiene positivi gli accorgimenti che riguardano
la fiscalità immobiliare ed il fotovoltaico e non condivide le
modalità con le quali si è arrivati a stabilire i provvedimenti che
hanno escluso la concertazione con le categorie interessate.
Grande enfasi viene data alla questone del fotovoltaico,
contestando, in particolare, il comma 350 che, al fine di
incentivare la produzione di energia fotovoltaica, vincola il
rilascio del permesso di costruire all’istallazione di pannelli
fotovoltaici.
L’
Ance precisa che non ha nulla contro gli obiettivi posti
dal governo per raggiungere le soglie di risparmio energetico o
contro la tecnologia fotovoltaica, ma viene
contesta
l’obbligatorietà del fotovoltaico come unica tecnologia incentivata
e obbligata.
La finanziaria non avrebbe dovuto prediligere una determinata
tecnologia, ma dare spazio alla diverse tecnologie che, come il
fotovoltaico, riducono il consumo di energia.
Per quanto concerne i lavori pubblici, il presidente dell’Ance
Paolo Bozzetti, in una intervista, ha dichiarato che la
finanziaria garantisce un
incremento del 25%-26% delle risorse
per i lavori pubblici rispetto al passato, ma anche se con nodi
da sciogliere come la realtà dei trasferimenti del Tfr,
l’approvazione da parte dell’Ue di questo utilizzo e la certezza
che vengano spesi realmente per le opere, anche quelle piccole e
medie non soltanto le grandi infrastrutture. In questo senso
Buzzetti assicura che hanno avuto assicurazioni ai massimi livelli
che se ci fosse un gettito inferiore dal Tfr, l’incremento del
25-26% delle risorse sarà garantito comunque.
Quello che certamente preoccupa è il divieto per gli enti locali di
accendere mutui oltre i 500 milioni per ciascuna opera.
Viene evidenziato lo
spropositato aumento della spesa per
presentare ricorso al Tar che rende più onerosi i contenziosi: da
500 euro si dovranno sborsare 2000 euro a ricorso, anche per
gli espropri. Bene, anche, la riconferma degli sgravi del 36% per
le ristrutturazioni ma, male, perchè non è stata applicata ai
fabbricati.
“
La manovra è pesante per il settore dell’industria delle
costruzioni”, ha riconosciuto il presidente dell’Ance, e va a
incidere sul mercato che nel nostro settore dava segni di
rallentamento nel Nord del paese. Bozzetti ha precisato anche che
“
Non è allarme rosso, ma è certo che la situazione è
preoccupante perchè i provvedimenti presi possono mettere a rischio
la tenuta che era stata prevista del mercato dell’industria delle
costruzioni. E i riflessi sull’occupazione saranno una inevitabile
conseguenza”.
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