Dal ministro Corrado Clini un'agenda "verde" in otto punti: green
economy, "de-carbonizzazione" dell'economia e riduzione delle
emissioni, lista delle tecnologie verdi, città sostenibili e
"smart", contromisure per il clima che cambia e sul dissesto
idrogeologico, cooperazione ambientale nel mondo, semplificazione e
trasparenza per le autorizzazioni che non difendono l'ambiente,
fiscalità ambientale al posto del fisco sul lavoro.
L'agenda verde del ministro dell'Ambiente è un documento che
"prende le mosse da quanto abbiamo fatto con il Governo Monti e
vuole essere uno stimolo per le scelte ambientali del prossimo
Governo", afferma Clini. Negli otto punti, il ministro - non
candidato, e quindi fuori dalla campagna elettorale - indica gli
strumenti della leva ambientale per l'economia, l'innovazione e
l'occupazione soprattutto nelle piccole e medie imprese.
Il documento è anche uno spunto per il dibattito cui vorranno
partecipare cittadini, aziende, esponenti politici, giornalisti,
imprenditori della green economy attraverso il documento e
attraverso un forum web all'indirizzo:
http://agendaverde.mastertopforum.com/
DAL GOVERNO MONTI UN'AGENDA VERDE PER LA
CRESCITA
Nel paragrafo dedicato allo S
fruttamento
del potenziale dell'economia verde, l'Agenda Monti
presenta la tutela dell'ambiente come un investimento per il futuro
che consente di vivere meglio il presente. Un'indicazione
strategica che può essere sostenuta dalle misure già adottate e da
quelle programmate dal Governo Monti, che hanno effetti positivi
sul ciclo economico nel breve periodo e sul potenziale di sviluppo
nel medio-lungo termine. Misure e programmi che sono richiamati di
seguito come "indice ragionato" dell'Agenda Verde per la
Crescita.
1. Le conclusioni degli "Stati Generali della Green
Economy"(Rimini, 6-7 novembre), promossi dal Ministro dell'Ambiente
del Governo Monti in collaborazione con la Fondazione
Sviluppo Sostenibile di Edo Ronchi, adottate dai rappresentanti di
tutte le più importanti associazioni imprenditoriali e di settore
dell'economia italiana, indicano le misure e la direzione per
consolidare i risultati raggiunti in termini di competitività,
crescita e occupazione aggiuntiva dalle imprese italiane che hanno
scelto una chiave "verde" per il proprio sviluppo ( oltre 360.000,
pari ad almeno il 25% del totale).
2. Il Piano nazionale per la "decarbonizzazione"
dell'economia italiana e la riduzione delle emissioni di
CO2, presentato al CIPE nel maggio 2012 e trasmesso
dal Governo Monti alla Commissione Europea nell'ambito del Piano di
Riforma Nazionale 2012, costituisce il quadro di riferimento per le
politiche e misure necessarie a rispettare entro il 2020 gli
impegni del pacchetto europeo "clima-energia", coerenti con le
linee di azione di medio-lungo periodo per allineare l'Italia alla
strategia per la decarbonizzazione e competitività dell'economia
europea. Il piano è la piattaforma programmatica nella quale vanno
collocate le misure per dare attuazione alla Strategia Energetica
Nazionale, per recepire le direttive europee che regolano il
mercato dei permessi di emissione, l'efficienza energetica e la
fiscalità energetica, per promuovere le modalità di trasporto e
mobilità a bassa intensità di carbonio e a base emissioni, per
sostenere lo sviluppo della chimica verde e dei biocarburanti di
seconda e terza generazione.
3. La lista delle tecnologie e dei sistemi "verdi" :
meccanismi incentivanti per la crescita sostenibile e "Green
Procurement" della Pubblica Amministrazione.
L'istituzione della lista delle tecnologie, dei sistemi e dei
prodotti che contribuiscono alla riduzione dell'intensità di
carbonio dell'economia prevista dal Piano per la decarbonizzazione.
La lista riguarda tutti i settori (energia, chimica, trasporti,
rifiuti, agricoltura) e prevede l'applicazione del sistema di
"carbon management" e di "carbon foot printing" di processi e
prodotti sulla base di accordi volontari con le imprese.
La lista è lo strumento per regolare l'accesso prioritario delle
imprese e dei soggetti privati
a) aifondi strutturali 2014-2020;
b) ai benefici previsti dal "Fondo rotativo del Protocollo di
Kyoto" istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti, che dovrebbe
essere rifinanziato per il periodo 2014-20120;
c) ad una riduzione del 55% dell'IVA o al credito di imposta (a
saldo zero per la finanza pubblica nel ciclo economico
dell'investimento) sull'acquisto o per l'impiego delle tecnologie e
dei sistemi della lista nel periodo 2014-2020.
La lista inoltre dovrà costituire il quadro di riferimento
per le forniture e gli acquisti della pubblica amministrazione
(Green Procurement).
4. SMART CITIES : la progressiva penetrazione dei
sistemi di generazione distribuita con fonti rinnovabili e ad alta
efficienza di elettricità-calore-freddo nelle aree urbane, in
combinazione con lo sviluppo delle "reti
intelligenti". Il pacchetto degli incentivi per le
fonti rinnovabili e per l'efficienza energetica sta provocando un
duplice effetto positivo sulla riduzione dei consumi e dei costi
dell'energia e sulla promozione di una filiera nazionale
competitiva sui mercati internazionali sia sviluppati (USA) sia
nelle economie emergenti (Brasile,Cina e India in particolare).
Questo processo va sostenuto come fattore chiave per la crescita ed
il superamento dei vincoli e dei costi del sistema elettrico
tradizionale, anche nella prospettiva di rafforzare il ruolo
dell'Italia nella competizione europea per le
smart
cities.
5. Il piano nazionale per
l'adattamento ai cambiamenti climatici e la messa in sicurezza del
territorio, presentato al CIPE, è lo strumento per la
prevenzione dei rischi e dei danni ai quali è sempre più esposto il
nostro paese per l'alta e crescente vulnerabilità agli eventi
estremi. Il Piano risponde anche all'impegno assunto dall'Italia in
ambito europeo. Il Piano prevede che vengano pienamente attuate in
Italia le direttive europee in materia di alluvioni, anche
attraverso l'istituzione delle Autorità degli otto bacini
idrografici, previste da una norma del 2006 ma sempre rinviata.
Il Piano prevede inoltre 2,5 miliardi/anno di investimenti di cui 1
miliardo di risorse pubbliche e 1,5 miliardi risorse private
agevolate con credito di imposta.
Gli investimenti pubblici
dovrebbero essere liberati dal vincolo del patto di stabilità, come
già richiesto alla Commissione Europea.
6. La cooperazione ambientale
internazionale, nell'ambito degli impegni e dei programmi approvati
dalla Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro nel giugno
2012, RIO+20.
I programmi bilaterali e multilaterali per la protezione
dell'ambiente globale realizzati nel corso degli ultimi 10 anni
hanno costituito un volano importante per la promozione delle
tecnologie verdi italiane nei mercati emergenti, con ritorni
significativi per l'Italia nell'ambito delle Nazioni Unite e per le
nostre imprese. Gli impegni assunti a RIO+20 danno un ruolo ancora
maggiore alla cooperazione ambientale internazionale, attraverso
l'istituzione del
Green Climate Fund. In questo
contesto è strategico mantenere un ruolo da protagonista,
valorizzando i programmi già realizzati e prevedendo misure
incentivanti - come il credito di imposta - per le imprese che
esportano tecnologie e sistemi inclusi nella Lista Verde.
7. Semplificazione e trasparenza al fine di superare il
collo di bottiglia delle autorizzazioni ambientali che non
proteggono l'ambiente. Le misure già adottate e
quelle rimaste "in sospeso" a causa della interruzione delle
legislatura, per stabilire procedure tecniche sulla base dei
migliori standard europei e tempi "non discrezionali" per le
procedure di autorizzazione, sono una "infrastruttura" necessaria
per liberare risorse e favorire investimenti sostenibili per la
crescita : dalle bonifiche dei siti contaminati alla
riqualificazione ambientale degli impianti industriali ( non solo
ILVA), dai progetti per le infrastrutture a quelli per le nuove
imprese industriali.
8. L'introduzione della fiscalità
ambientale, come previsto dal disegno di legge "delega
fiscale", per spostare progressivamente la tassazione
dal lavoro all'impiego delle risorse naturali ( acqua e suolo) e di
quelle energetiche (carbon tax) è un volano efficace per
trasformare l'economia in una direzione più efficiente e
competitiva, come ripetutamente sottolineato dall'Unione Europea e
da OCSE. E' una misura chiave per la crescita sostenibile
dell'Italia.
Fonte: Ministero dell'Ambiente
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