Si avvicinano le prossime elezioni e, dopo le proposte arrivate dal
mondo delle professioni, anche l'Istituto Nazionale di Urbanistica
(INU) ha rivolto il proprio appello alle forze politiche del
Parlamento che verrà e ai membri del governo che è sul punto di
insediarsi.
In particolare, l'INU ha formulato 5 punti specifici.
- L'INU ritiene che il piano territoriale e urbanistico sia
ancora lo strumento più efficace per guidare i processi di
trasformazione territoriale, da quelli locali di
riqualificazione/rigenerazione e trasformazione urbana, a quello
più impegnativo del governo della metropolizzazione della città e
del territorio. Un piano che sia, però, completamente nuovo anche
rispetto a quelli prodotti nel più recente passato, radicalmente
riformato, con una forma ancora più strutturale, più semplice ed
essenziale, nonché un piano adeguato alle esigenze concrete della
contemporaneità.
- L'INU ritiene che solo il piano, in quanto progetto pubblico di
territorio, sia lo strumento istituzionale più efficace per
contrastare la diffusione e la dispersione insediativa tipica del
territorio contemporaneo e il conseguente crescente consumo di
suolo; un piano fondato su nuovi sistemi di mobilità sostenibile
che interconnettano le nuove centralità della "città
contemporanea", sede di funzioni territoriali di eccellenza, dei
servizi fondamentali e dello spazio pubblico, di cui la stessa è
priva, oltre che su una rete ecologica territoriale che metta in
relazione le aree di maggiore potenziale ambientale, massimizzando
gli effetti delle rigenerazione delle risorse fondamentali
riproducibili e la tutela di quelle non riproducibili.
- L'INU chiede ancora una volta, e con grande forza,
l'approvazione da parte del prossimo Parlamento di una legge
nazionale sui "principi fondamentali del governo del territorio",
un atto ormai costituzionalmente obbligatorio dopo il nuovo Titolo
V; una legge fatta di pochi articoli, ma tale da rendere più solide
e giuridicamente fondate le leggi regionali; una legge che
definisca più spedite e trasparenti procedure di formazione dei
piani, che richiami i principi del governo cooperativo, che
consenta un efficace contrasto all'eccessivo e insostenibile
consumo di suolo e che, al contempo, incentivi in modo determinante
il processo di riqualificazione/rigenerazione urbana; una legge,
infine, che innovi in modo ancora più deciso di quanto non sia
stato fatto nel recente passato la forma strutturale del piano,
abbandonando definitivamente la via regolativa, puntando a
documenti programmatici e concentrando la parte regolativa negli
strumenti di gestione degli insediamenti esistenti, che sono
regolativi per loro natura e che vanno mantenuti, ma anche
semplificati, oltre che nella componente operativa relativa alle
trasformazioni che sarà ancora utile programmare.
- Un piano, dunque, programmatico e non conformativo dei diritti
edificatori, che garantisca la necessaria visione al futuro degli
assetti urbani e territoriali, ma che sia un utile quadro di
riferimento per poter valutare le trasformazioni urbanistiche e un
telaio per le politiche urbane. Un piano che, a differenza della
tradizione italiana del vecchio modello regolativo prima e del più
recente modello strutturale poi, non dovrà contenere tutte le
trasformazioni insediative possibili, ma solo quelle oggettive, in
qualche modo indiscutibili, mature e condivise e soprattutto
finalizzate alla riqualificazione e rigenerazione urbana; un piano
che lasci ad un futuro momento valutativo la decisione di
coinvolgere altre aree non interessate da invarianti strutturali
che ne abbiano imposto la tutela, la cui trasformazione è stata
momentaneamente sospesa dal piano.
- Adeguare ogni scelta alle risorse disponibili o a quelle
reperibili è, infine, un passaggio fondamentale per costruire il
nuovo modello di piano che l'INU ritiene necessario, realmente
convincente ed efficace. Sono le risorse necessarie per costruire
la "città pubblica", vale a dire il sistema di infrastrutture e
servizi di cui le città italiane sono ancora fortemente carenti e,
in generale, per garantire un efficiente governo del territorio. Un
tema oggi ingigantito dalla crisi globale, che proietta pesanti
ombre sulla qualità e le dimensioni della ripresa, quando ci sarà.
Tra le risorse che l'INU ritiene debbano essere reperite vi sono
quelle legate alla fiscalità locale (nuova fiscalità di scopo,
oneri, IMU, ecc.) fondamentali per disincentivare il consumo di
suolo e incentivare il processo di rigenerazione/riqualificazione
urbana e quelle legate ad una fiscalizzazione della rendita
fondiaria, nell'immediato parziale (contributi speciali sulle
trasformazioni) e in prospettiva generalizzata, fondamentali per
finanziare infrastrutture e dotazioni territoriali.
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