La bozza del secondo decreto correttivo al Codice dei Contratti
predisposta dal
Ministro delle Infrastrutture Antonio di
Pietro interviene su molti articoli proponendone le modifiche
che possono essere rilevate nel documento allegato alla
presente.
Vengono modificati parecchi articoli e ci si chiede come modifiche
di tali entità possano essere inserite all’interno del primo
decreto di modifica che ha già avuto le approvazioni della
Conferenza Stato-Regioni, del Consiglio di Stato, e delle
Competenti Commissioni parlamentari e che, tra breve dovrebbe
essere emanato dal Governo e successivamente firmato dal Capo dello
Stato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Ricordiamo che oltre alle novità relative all’
avvilimento,
alle
procedure negoziate ed all’
appalto integrato di
cui abbiamo parlato nella news di ieri, il decreto correttivo
prevede, con l’introduzione del comma 1-bis nell’articolo 135 del
codice di una norma che prevede, per tutte le imprese edili che
perdono l’attestato di qualificazione Soa (il documento che abilita
alle gare) mentre hanno in corso contratti con la pubblica
amministrazione, l’immediata risoluzione del contratto e la
possibilità per la stazione appaltante di rivolgersi ai primi
cinque concorrenti classificati per scegliere - senza dover rifare
la gara - un nuovo esecutore.
A nostro avviso questo secondo decreto correttivo difficilmente
vedrà la luce prima del
31 gennaio prossimo, data di
scadenza della sospensione di alcuni istituiti del Codice dei
contratti (sospesi dall’articolo 1-Octies della legge n. 228/2006,
che modifica il Decreto legislativo n. 163/2006) e, non conosciamo
quando il primo decreto correttivo (il testo contiene soltanto
testo correzioni formali e di dettaglio) che ha avuto già
l’approvazione della Conferenza Stato-Regioni, del Consiglio di
Stato, e delle Competenti Commissioni parlamentari, sarà emanato
dal Governo.
A tale proposito è intervento
Ermete Realeacci, presidente
della commissione Lavori pubblici della Camera che è stato molto
critico su questo secondo decreto correttivo precisando che la
strada da seguire è quella prevista dalle norme e, quindi, occorre
aprire un nuovo confronto “con le Regioni ma anche con le
associazioni di categoria”.
Un confronto potrebbe iniziare alla ripresa dei lavori parlamentari
con un ciclo di audizioni già fissate. Il Presidente Realacci
conclude puntualizzando che “se è necessaria una proroga delle
norme sospese, il Governo dovrà provvedere”.
La bozza di riforma, anticipata ieri, inizia a fare discutere tutti
gli interessati e tra gli altri l’
Oice, (l’associazione
delle società di ingegneria), che è preoccupata per il mancato
intervento sull’appalto integrato, la cui liberalizzazione resta
sospesa solo fino al 31 gennaio.
Il vice presidente dell’Oice,
Braccio Oddi Baglioni,
commenta che “Se questo testo venisse confermato si manterrebbe un
meccanismo pericoloso e dannoso per la finanza pubblica”. A parere
dell’Oice, far redigere all’impresa, in gara, il progetto
definitivo, significa consegnare all’appaltatore un formidabile
strumento di recupero dei ribassi. “L’impresa, infatti, avrà buon
gioco - sottolinea Oddi Baglioni - ad aumentare il costo del
progetto per via di tutte le prescrizioni che i vari enti
richiederanno per approvare il definitivo stesso”.
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