La Commissione Europea ha avviato una procedura d’infrazione sulle
regole di applicazione delle tariffe per i servizi tecnici,
regolati dalla legge n.143/1949 e successive modifiche e
integrazioni, poiché incompatibili con il quadro normativo europeo,
che garantisce la libera prestazione dei servizi professionali e il
libero mercato.
Di fatto il regime tariffario vigente, calcolato sulla base dei
costi medi, non considererebbe gli aspetti specifici di una singola
prestazione, non consentendo al professionista di adeguarsi a
particolari situazioni professionali.
Il procedimento d’infrazione delle norme europee è cominciato con
la lettera della Commissione Europea di messa in mora inviata nel
luglio scorso, un successivo parere motivato che ribadisce
l’incompatibilità, già espressa a luglio, delle regole italiane con
il quadro normativo europeo. Se il Governo italiano non dovesse
provvedere a conformare il quadro normativo all’ordinamento
comunitario entro due mesi, la Commissione Europea procederà al
deferimento alla Corte di Giustizia.
La procedura imposta la sua ragione giuridica nel principio del
libero mercato,per favorire la libera circolazione oltre che delle
merci delle professionalità nel territorio dell’Unione, che invece
ha riscontrato nell’ordinamento italiano disposizioni
restrittive.
La controparte, difende le soglie minime tariffarie, quale forma di
tutela per i clienti, garanzia di qualità del servizio
professionale. I professionisti sostanzialmente temono che
l’assenza di prezzi minimi, e perciò la completa liberalizzazione
del mercato possa portare una concorrenza al ribasso a discapito
della qualità del servizio.
Pubblichiamo in allegato la risposta del Dipartimento Politiche
comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla
procedura d’infrazione.
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