Si svolgerà oggi l'Assemblea del Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici (CSLP) per revisione della bozza sulle nuove
Norme
Tecniche per le Costruzioni (NTC), in cui saranno discussi i
contenuti dei primi sette capitoli della norma secondo un testo che
una nuova commissione relatrice, ampliata nelle competenze rispetto
a quella precedente, sta ancora mettendo a punto.
Dopo la revisione delle NTC, sarà il turno della circolare
illustrativa che dovrà rispondere alle nuove norme e senza la quale
le stesse non possono essere utilizzate al meglio.
Ma la discussione delle nuove norme tecniche per le costruzioni fa
già discutere gli operatori del settore ed, in particolare, le
principali professioni dell'area tecnica (Architetti, Ingegneri e
Geologi) che, in una nota congiunta inviata al Presidente del CSLP,
hanno fatto presente come l'importanza di condividere e
collaborare, nel rispetto delle competenze e delle responsabilità,
possa portare traguardi comuni che interpretino al meglio le
esigenze della società ed anche di chi, come i professionisti, è
chiamato ad assumere rilevanti responsabilità sociali.
"Le
professioni tecniche ritengono che la strada della collaborazione e
condivisione, nel rispetto delle competenze e delle responsabilità,
sia la sola da perseguire, purché si definiscano traguardi comuni
che interpretino al meglio le esigenze della società ed anche di
chi, come i professionisti, è chiamato ad assumere rilevanti
responsabilità sociali".
La nota delle professioni tecniche ha rilevato come il processo di
revisione delle NTC sia stato avviato nel 2010 attraverso una
condivisione con molti degli attori interessati che avevano avuto
modi e tempi per portare contributi concreti alla stesura del
testo.
"Il lavoro della Commissione redattrice prima, e della
Commissione relatrice dopo, avevano condotto, infine, ad un testo
licenziato da quest'ultima nell'ottobre 2012. Un testo condiviso da
tutti i soggetti (università, professioni, industria) che erano
stati coinvolti e che avrebbe potuto e dovuto ricevere anche i
contributi delle altre categorie assenti".
Architetti, Ingegneri e Geologi hanno auspicato
"una rapida
conclusione del processo di revisione delle norme in corso, insieme
ad una revisione più generale del modo di fare le norme, terreno
sul quale le professioni tecniche, nella loro totalità, attraverso
un tavolo tecnico allo scopo costituito, non mancheranno di far
pervenire alla politica le loro proposte".
In particolare, le professioni tecniche hanno ricordato gli ultimi
eventi sismici (Toscana e Marche) che hanno riportato in primo
piano la fragilità del tessuto abitativo di molti centri storici,
insieme alla non più rinviabile attuazione, in modo esteso, di una
corretta cultura e politica della prevenzione.
Da qui, l'importanza di un valido testo normativo che, facendo
tesoro delle criticità della norma in corso, possa incentivare gli
interventi di adeguamento e miglioramento. La richiesta dei
professionisti dell'area tecnica è che
"la norma introduca nel
testo tutta la notevole qualità della ricerca e della
sperimentazione che si è sviluppata in diversi ambienti proprio nel
campo dell'intervento sugli edifici esistenti. La sicurezza è
garantita in modo più concreto da interventi anche leggeri ma
rivolti ad un grande numero di edifici che non da pochissimi
edifici rinforzati, a costi altissimi, in modo anche
ridondante".
La nota delle professioni tecniche punta ad un piano di adeguamento
del tessuto abitativo italiano che, considerando la reale
situazione del territorio, possa favorire un processo di
miglioramento graduale.
"Sicurezza ed innovazione possono e
devono essere facce di una stessa medaglia e sarebbe impensabile
ritenere che la sicurezza si possa garantire solo attraverso un
freno alle novità che la ricerca, l'esperienza ed il progresso
tecnologico ci offrono. Il tutto in un quadro in cui non può
trascurarsi la variabile tempo ed in cui si attuino processi
virtuosi e permanenti di simbiosi tra ricerca e revisione delle
norme".
Dunque, la nota trasmessa al Presidente Reggente del C.S. LL.PP.
Ing. Massimo Sessa pone l'accento sulla formazione di norme che
rendano più chiari i profili di responsabilità senza proseguire su
una strada al termine della quale solo al progettista viene
richiesto di sapere e prevedere ciò che neanche la scienza sa e
prevede.
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