Il presidente della Regione Sicilia
Salvatore Cuffaro, dopo
il no del governo nazionale ha dichiarato che intende comunque
proseguire con il progetto di realizzazione del
Ponte sullo
Stretto di Messina utilizzando le risorse regionali ed ha
avviato un
sondaggio sul sito internet della Regione
siciliana per capire cosa pensa l’opinione pubblica della
fattibilità del progetto secondo questi termini.
Il sondaggio on line è stato presentato nel corso della conferenza
stampa di fine anno e da subito si sono riscontrate numerose
adesioni.
La Regione siciliana punta comunque alla realizzazione e per dare
maggiore forza al progetto ha fatto redigere da alcuni funzionari
regionali uno studio sulla redditività finanziaria dell’opera.
Secondo le stime sui dati del traffico posticipati al 2032 (anno
preso come riferimento per lo studio),
transiterebbero sul Ponte
da 10.500 a 18.500 veicoli all’anno garantendo delle entrate
per pedaggi pari a 168mila euro al giorno, 61,320 milioni
all’anno.
Il fabbisogno finanziario complessivo per la costruzione del Ponte
sullo Stretto è di 6 miliardi, tenuto conto dell’inflazione e degli
oneri finanziari nel periodo di costruzione “il Ponte ed i relativi
40 km di raccordi stradali e ferroviari sulla base del progetto
preliminare approvato dal Cipe nel 2003, costa 4,6 miliardi a
valore 2002. Di questo importo le attività del Contraente generale
messe a gara vale 4,4 miliardi. Per effetto del ribasso il valore
si è ridotto di circa il 12% a 3,9 miliardi.
La copertura del fabbisogno complessivo è assicurata per il 40%
mediante l’apporto di nuovo capitale sociale pari a 2,5 e per il
restante 60%, pari a 3,5 miliardi, tramite finanziamenti da
reperire sui mercati internazionali dei capitali secondo lo schema
tipico del project finance.
La remunerazione ed il rimborso dei finanziamenti saranno garantiti
dai flussi si cassa generati dal progetto nel periodo di
esercizio”.
E la Regione siciliana punta proprio a questo: aumento di capitale
(acquistando il 68,8% delle quote della società Stretto di Messina
di Fintecna) e reperimento di nuove risorse.
Ad ogni modo, andando in porto il progetto, l’incasso annuo
calcolato, anche a valori costanti, consentirebbe di ripagare i
costi dell’opera di 6 miliardi in 99 anni, tempo previsto per la
concessione.
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