Sono parecchi i professionisti che negli ultimi mesi hanno messo in
dubbio l'utilità rappresentativa dei propri ordini professionali.
Per un motivo o per un altro, la pressione sulla libera professione
è montata sfociando, soprattutto sul web e sui social network, in
continue proteste verso le proprie rappresentanze istituzionali
incapaci di comprendere al meglio problemi e necessità di un'intera
categoria in crisi d'identità.
Nell'ultimo periodo abbiamo segnalato interessanti iniziative
partite non da ordini o consigli nazionali ma da associazioni o
sindacati che, con ogni probabilità, hanno avuto più sensibilità
verso i propri iscritti. Lo scorso 10 settembre si sono incontrati
il Ministro della Giustizia,
Prefetto Annamaria Cancellieri e
InarSind, e il
Sindacato degli Architetti e degli Ingegneri
liberi Professionisti (Inarsind). Durante l'incontro sono stati
toccati gli argomenti che più hanno contribuito agli accesi
dibattiti tra i liberi professionisti: formazione continua,
assicurazione obbligatoria, l'obbligo di accettare pagamenti
tramite carte di credito e i compensi spettanti ai CTU.
La delegazione di Inarsind, composta dal Presidente
Ing. Salvo
Garofalo, dal Tesoriere
Ing. Roberto Rezzola e dal
Responsabile della Comunicazione
Arch. Giulia Villani, ha
evidenziato al Ministro Cancellieri le molteplici incertezze
introdotte, in particolare, dalla riforma degli ordinamenti
professionali, esprimendo notevoli perplessità in merito alla
"diversità dei regolamenti emanati dai Consigli Nazionali degli
Architetti e degli Ingegneri, soprattutto perché le due categorie
hanno stesse competenze, stesse tariffe, stessi Ente di Previdenza,
medesime Organizzazioni Sindacali, si rivolgono ad una committenza
comune e spesso collaborano all'interno di analoghe
strutture". Considerato il disallineamento tra i sistemi
formativi delle due categorie professionali, Inarsind ha ribadito
la necessità di introdurre un anno di sperimentazione, non
obbligatoria, in modo da evitare che nel tempo si creino forti
divergenze tra le due professioni.
Durante l'incontro con il Ministro, la delegazione del Sindacato
degli Architetti e degli Ingegneri liberi Professionisti ha
chiesto:
- Un anno di proroga e sperimentazione per l'assicurazione
- considerato che nella riforma delle professioni prestazioni,
rischi, franchigie e i massimali in rapporto al fatturato non sono
definiti e rischiano così di non tutelare né il committente né il
professionista ma di fare gli interessi delle sole
assicurazioni;
- L'eliminazione dell'obbligo il sistema di pagamento con
carta di credito (POS) - che per la tipologia dei pagamenti dei
professionisti tecnici appare del tutto ingiustificato considerato
che poco si concilia con importi delle prestazioni professionali
normalmente superiori ai 1.000 euro per i quali è possibile
utilizzare bonifici ed assegni, sistemi di pagamento di per sé
tracciabili.
- L'adeguamento dei compensi, oggi irrisori, spettanti ai
Consulenti Tecnici di Ufficio - il cui aggiornamento è bloccato da
troppo tempo.
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