Regole e tempi certi, investimenti e semplificazione della
burocratica. Tre semplici regole per l'Italia che deve ripartire,
venute fuori lo scorso 13 novembre dall'Assemblea del Consiglio
Nazionale degli Ingegneri a cui, tra l'altro, hanno partecipato il
presidente di Confindustria
Giorgio Squinzi,
l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato
Mauro
Moretti, il presidente dell'Anas
Pietro Ciucci, il
presidente dell'Ente nazionale per il Microcredito
Mario
Baccinie il presidente della Cassa Depositi e Prestiti
Franco Bassanini.
Tutti d'accordo sui tre punti dell'innovazione: regole e tempi
certi, investimenti e semplificazione della burocratica.
"Molte
delle nostre proposte sono state condivise dai tanti relatori
intervenuti alla nostra assemblea. Noi ingegneri siamo pronti a
lavorare: vogliamo contribuire alla necessaria revisione delle
norme, alla valutazione della priorità effettiva di ogni singola
infrastruttura e alla riqualificazione del territorio. Insieme alle
altre professioni tecniche e a tutti gli interlocutori economici e
politici, faremo la nostra parte". Con queste parole il
presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri,
Armando
Zambrano, ha aperto i lavori dell'Assemblea della categoria,
dal titolo
"Ri-progettare l'Italia. Innovazione, ricerca,
infrastrutture: gli ingegneri oltre la crisi".
"Non possiamo più permetterci di pagare 810 miliardi l'anno di
spese dello Stato -
ha dichiarato il Vice presidente degli
Ingegneri italiani Fabio Bonfà -
Serve la dismissione del
patrimonio pubblico che vale 500 miliardi solo di immobili e di
partecipazioni. Ci vogliono interventi choc per riavviare la
crescita e creare nuovi posti di lavoro".
E sul ruolo della categoria esplicito l'invito del presidente di
Confindustria
Giorgio Squinzi:
"Bisogna valorizzare i
professionisti poiché, al di là delle risorse e delle norme, è
necessaria una buona progettazione. E la politica deve fare di più.
Non abbiamo visto nuovi investimenti nelle infrastrutture, ma
semplici rimodulazioni di risorse già stanziate negli anni
passati".
"Se parliamo di infrastrutture e collegamenti -
ha
dichiarato Mauro Moretti delle Ferrovie -
il problema è la
rete. In Italia, per alcuni aspetti dal punto di vista tecnologico,
siamo più avanzati del Giappone ma non riusciamo a sfruttare
appieno queste potenzialità. Così come non riusciamo nemmeno a
spendere i fondi europei destinati al Paese".
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