Tutti contro l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di
lavori, servizi e forniture.
Recentemente il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Maurizio Lupi, nel corso di un'audizione alla Commissione
Ambiente, Territorio e Lavori pubblici, ha consegnato una memoria
nella quale ha precisato che
"per quanto concerne l'Autorità di
Vigilanza dei Lavori Pubblici, necessariamente tale organismo va
portato all'interno delle competenze del Dicastero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, consentendo in tal modo un
contenimento dei costi ed una diretta correlazione tra procedure
contrattuali ed interventi infrastrutturali".
Il Ministro ha parlato anche della riforma delle norme sugli
appalti (codice di contratti e Regolamento di attuazione)
necessaria in occasione delle nuove direttive approvate dall'Unione
europea precisando che le direttrici della riforma possono essere
quelle dello snellimento delle procedure, dei paletti alle riserve
e dell'aggregazione delle stazioni appaltanti.
Nel corso dell'audizione, che è stata sospesa, è stato stabilito di
rinviare ad altra seduta, che sarà fissata d'intesa con il Ministro
Lupi, la formulazione dei quesiti e delle osservazioni da parte dei
deputati che avanzeranno la richiesta, nonché la conseguente
replica dello stesso Ministro.
Ovviamente, in queste condizioni,
è lecito chiedersi cosa
succederà all'AVCpass ed
alla Banca dati nazionale dei
contratti pubblici ma, ancora di più, come si trasformerà il
sistema di qualificazione che in atto è in mano delle SOA poste
sotto il controllo dell'Autorità.
Alla memoria del Ministro Lupi, si aggiunge, poi, il
Piano
Cottarelli che tra gli Enti da sopprimere inserisce, anche,
l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori,
servizi e forniture con l'AVCPass che viene depotenziato per quel
che riguarda i controlli sulla regolarità contributiva dei
concorrenti; nel capitolo del Piano Cottarelli dedicato alla
"Spesa per investimenti pubblici" viene precisato che per
evitare lunghi tempi di esecuzione, procedure farraginose e poco
competitive, stazioni appaltanti poco attrezzate, immobilizzazione
di risorse finanziarie, continue varianti progettuali, lievitazione
dei costi, occorre:
- programmare meglio le opere pubbliche accelerando l'istituzione
di un "fondo progetti" e di un "fondo opere" trasferendo le risorse
solo a progetti che raggiungono determinati livelli di
maturazione;
- risolvere il problema delle opere ferme con:
- forti azioni di sorveglianza nell'esecuzione e messa in
esercizio delle opere programmate dal CIPE (350/600 ispezioni entro
il 2015); definanziamento automatico in caso di mancato avvio delle
opere;
- revisione dei requisiti, funzioni e responsabilità del
Responsabile Unico del Procedimento;
- messa in esercizio dell'opera entro i 90 giorni dal collaudo
tecnico-amministrativo pena l'applicazione di sanzioni
(responsabilità erariale/risarcimento danno).
Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi
e forniture, quindi, assediata e, quasi certamente, con i giorni
contati nel ruolo di organismo indipendente.
© Riproduzione riservata