I Costruttori Siciliani chiedono alla Regione un nuovo disegno di
legge: con le attuali norme sugli appalti, infatti, molti di questi
vengono annullati.
Le gare di appalto sono in calo del 16% rispetto lo stesso periodo
dello scorso anno; inoltre vi sono troppi ribassi identici e le
aggiudicazioni, così, vengono annullate.
E diminuisce anche l’importo complessivo dei lavori in gara: 1.119
miliardi di euro nel 2006 contro i 1.420 del 2005.
Il presidente Salvatore Arcovito ha chiesto al governo della
regione di modificare la legge introducendo un cambiamento che già
avrebbe dovuto essere presentato con la legge finanziaria regionale
ma che poi, all’ultimo, è saltato.
Si chiede, così, un’ennesima modifica alla normativa in vigore, con
l’obiettivo di avere una maggiore trasparenza che permetta di
correre al riparo dal rischio di turbative d’asta e, soprattutto,
una maggiore celerità.
Arcovito, rivolgendosi all’assessore regionale ai lavori pubblici
Agata Consoli, ha chiesto che “venga presentato un disegno di legge
con unico articolo nel quale si precisi che, dovendo ovviare a tali
inconvenienti, la media sia calcolata tra i ribassi fino a cinque
cifre decimali e che l’aggiudicazione sia fatta all’offerta che sia
pari o che più si avvicini per difetto alla media ottenuta”.
Ad oggi, invece, la media dei ribassi è fatta tenendo in
considerazione fino a tre cifre decimali e l’appalto viene
aggiudicato fra le offerte rimaste in gara, scegliendo quella più
vicina per difetto alla media.
Nella stessa nota alla Consoli, Arcovito continua dicendo che
“bisogna rimediare subito non solo per sbloccare l’aggiudicazione
di opere pubbliche indispensabili per dare ossigeno all’economia
siciliana ormai asfittica, ma anche per evitare che la non completa
previsione del legislatore generi storture istituzionali e mancanza
di certezze fra gli imprenditori.
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