LATERIZIO A PROVA DI TERREMOTO

26/02/2007

Una recente ricerca dell'università di Padova, promossa dall'Andil Assolaterizi, ha messo in evidenza come sia possibile realizzare laterizi con resistenza superiore alle richieste della normativa antisismica.
La ricerca pone le sue basi dai recenti terremoti che hanno mostrato come il collasso degli edifici in muratura esistenti sia dovuto principalmente alle azioni agenti fuori dal piano; a causa di ciò, infatti, la nuova normativa antisismica di cui all'O.P.C.M. n. 3431/2005, impone che tutti gli elementi costruttivi senza funzione strutturale siano verificati all'azione sismica e che siano adottate apposite misure di sicurezza al fine di evitare collassi dei pannelli e l'espulsione degli elementi in muratura in direzione ortogonale al piano del pannello stesso.

Nell'ordinanza, inoltre, viene preso in considerazione il fatto che le verifiche di sicurezza si possono ritenere soddisfatte senza alcun calcolo, se sui due lati di muratura si inseriscono delle reti leggere da intonaco o se, nei letti di malta vengono inseriti degli elementi di armatura orizzontale.
Si tralasciano, però, l'uso di tamponamenti caratterizzati da basse snellezze.

Ecco, così, che nasce il programma di sperimentazione dell'Andil Assolaterizi, volto a verificare i meccanismi di rottura per carichi fuori piano, di tamponamenti in muratura confezionati con blocchi di laterizio da 30 cm di spessore ed assemblati con differenti tipologie di blocco e di giunto orizzontale e verticale.
Attraverso questa ricerca sono stati realizzati 9 campioni alti 2,52 mt e larghi 1 mt, costruiti e fissati tra due solai ed è stata fatta apposita prova di carico con l'applicazione di un carico monotono in corrispondenza della semialtezza del pannello e ripartito per mezzo di una trave di carico fino alla rottura del campione stesso.
Dalle prove sono venuti fuori i valori di carico a rottura, lo spostamento della sezione di mezzeria del pannello e la tipologia di rottura, ma anche l'influenza dei giunti nella capacità portante, le deformazioni nella direzione diagonale dei blocchi, le fessurazioni in corrispondenza del piano verticale di mezzeria della sezione.

I campioni hanno mostrato una sostanziale linearità nella reazione al carico fino alla rottura e la variazione della rigidezza in corrispondenza della fessurazione del giunto orizzontale intermedio: un comportamento, quindi, elasto-fragile.
Il carico di rottura medio dei tamponamenti realizzati con blocchi a fori verticali è stato da 3 a 4 volte superiore rispetto a quelli con blocchi a fori orizzontali, perchè hanno una elevata resistenza a compressione nella direzione dei fori.
Lo stesso per quanto riguarda le murature in blocchi semipieni.

La conclusione di questa sperimentazione, quindi, è che il comportamento di tamponamenti a basse snellezze è soddisfacente.

A cura di Paola Bivona


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