Nessun trucco o niente elusioni, solo un semplice contratto tra
professionista e cliente in cui viene precisata la forma di
pagamento per la prestazione scongiurerebbe l'onere di installare
un dispositivo per accettare carte di debito. Dopo la pubblicazione
della circolare n. 382/2014 con la quale viene precisato che
nessuna sanzione è prevista per chi non dovesse ottemperare
all'obbligo di accettare pagamenti tramite carta di debito, il
Consiglio Nazionale degli Ingegneri è nuovamente intervenuto
con un comunicato in cui ha fornito alcuni utili suggerimenti ai
professionisti italiani che, in questi giorni, non hanno ancora
capito cosa fare in merito al "possibile" obbligo di POS (
leggi news).
Mentre scrivo questa notizia ricevo però la risposta del
sottosegretario
Enrico Zanetti all'interrogazione
parlamentare che riguarda proprio le problematiche relative
all'obbligo per i soggetti che esercitano attività di vendita di
prodotti e di prestazioni di servizi di accettare pagamenti
effettuati attraverso carte di debito. In particolare,
l'interrogazione è stata presentata dall'on Marco Causi (PD) che,
pur ammettendo la necessità di potenziare questo strumento di
pagamento, ha richiesto un'adeguata campagna di comunicazione
istituzionale volta a informare i consumatori, nonché istituire
rapidamente un tavolo di confronto tra il Governo, le banche e i
rappresentanti degli operatori economici e professionali, al fine
di ridurre al minimo i costi di utilizzo delle carte di debito a
carico di commercianti, artigiani e professionisti.
Entrando nel dettaglio, tralasciando la ormai conosciuta premessa
normativa, la parte più interessante della risposta è la fine, in
cui, facendo riferimento alla circolare interpretativa del
Consiglio Nazionale Forense (
leggi news), ammette che non risultando
associata alcuna sanzione a carico dei professionisti che non
dovessero predisporre della necessaria strumentazione a garanzia
dei pagamenti effettuabili con moneta elettronica, non si può
parlare di un obbligo giuridico quanto piuttosto di un onere, il
cui campo di applicazione sarebbe limitato solo ai casi in cui i
clienti richiedono al professionista la forma di pagamento tramite
carta di debito.
Ritornando al commento del
Presidente degli Ingegneri
italiani e nell'attesa che lo stesso prenda visione della
risposta all'interrogazione parlamentare,
Zambrano ha,
inizialmente, ammesso il tentativo andato a vuoto di fare tornare
sui suoi passi il Governo.
"Nonostante tutti i tentativi
compiuti, il Governo non intende recedere dall'imporre
indistintamente a tutti i professionisti un obbligo che si traduce
nell'ennesimo favore al sistema bancario".
Sul piano strettamente operativo, il CNI ha precisato che le
disposizioni di legge non obbligano il professionista a dotarsi del
POS entro il 30 giugno 2014 ma solo a farlo solo se e nel momento
in cui il cliente manifesti l'intenzione di ricorrere a questa
forma di pagamento. Come già ricordato nella circolare n. 382/2014,
viene suggerito di concordare preventivamente nel contratto con il
cliente la modalità con la quale il pagamento sarà effettuato.
Eventualmente specificando di volersi avvalere di una modalità
alternativa al POS.
Su questa dibattuta questione è tornato ad esprimersi il Presidente
Zambrano: "Nonostante tutti i tentativi compiuti, sembra che
il Governo non intenda recedere dall'imporre indistintamente a
tutti i professionisti l'obbligo di accettare pagamenti con carte
di debito. Secondo le indicazioni pervenuteci, l'orientamento del
Ministero dello Sviluppo Economico sembra essere quello di non
adottare alcun ulteriore provvedimento o regolamento e lasciare che
al 1° luglio la norma entri in vigore così com'è, con la sola
esclusione dei pagamenti per importi inferiori a trenta euro".
"Come già detto in altre occasioni -
ha proseguito
Zambrano -
ciò comporta un ulteriore regalo al sistema
bancario a danno di professionisti e committenti. Le banche,
infatti, potranno lucrare attraverso le commissioni sulle
transazioni e i canoni di locazione dei POS, mentre professionisti
e committenti dovranno necessariamente farsi di carico di costi
aggiuntivi. Questi, oltre tutto, non porteranno nulla in termini di
tracciabilità in quanto, almeno per quanto riguarda le professioni
tecniche, la totalità dei pagamenti, a causa dell'entità degli
importi, avviene attraverso meccanismi tracciabili quali bonifici e
assegni che, al contrario delle carte di debito, non hanno alcun
costo di gestione o se ce l'hanno sono minimali. La circolare in
oggetto - conclude il Presidente degli Ingegneri - vuole fornire ai
nostri iscritti indicazioni operative per esplicitare la portata
dell'obbligo e per spiegare come lo stesso possa essere comunque
subordinato all'accordo preventivo tra le parti".
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