Con la
circolare 25/E del 6 agosto, l’Agenzia
fa il punto sull’attività di prevenzione e contrasto all’evasione
da realizzare nel 2014 e fornisce una sintesi degli indirizzi
operativi assegnati agli uffici nel primo semestre dell’anno in
corso, secondo gli obiettivi affidati al Governo dalla “delega
fiscale” (legge 23/2014).
Le linee strategiche per l’attività di accertamento, evidenzia
l’Agenzia, puntano, in particolare, sull’analisi del rischio
riferita a ciascuna macro-tipologia di contribuenti, tenendo
presente le diverse realtà territoriali, senza trascurare l’effetto
crisi che ha investito e investe l’intero territorio nazionale.
Sulla base di tali priorità, l’impegno maggiore sarà riservato ai
comportamenti evasivi più gravi, come quelli che provocano
distorsioni alla libera concorrenza e danneggiano i contribuenti
che adottano comportamenti leali con il Fisco, tralasciando le
irregolarità di scarsa rilevanza in termini di gettito o quelle di
natura esclusivamente formale.
Nella sintesi degli indirizzi impartiti alle strutture operative
nel primo semestre 2014, l’Agenzia distingue le attività
specifiche, quelle cioè destinate alle singole macro-tipologie di
contribuenti, da quelle trasversali, non applicabili a una precisa
categoria.
ATTIVITA’ SPECIFICHE
Grandi contribuenti
L’Agenzia sottolinea che i controlli sui Grandi contribuenti sono
basati, in primo luogo, sul “tutoraggio”, l’attività di valutazione
dei comportamenti delle imprese, riassunta in un’apposita scheda
che evidenzia il maggiore o minore rischio di evasione del
soggetto. Nei confronti dei contribuenti senza un alto livello di
pericolosità e che non presentano bilanci con scostamenti
significativi, l’Amministrazione finanziaria provvederà solo ad
aggiornare la scheda di rischio.
Prosegue, inoltre, il progetto pilota “Regime di adempimento
collaborativo” fra Agenzia e imprese, avviato nel mese di giugno
2013. Il programma prevede un impegno effettivo del contribuente ad
assumere comportamenti orientati alla compliance e a fornire
informazioni complete e tempestive sulle transazioni che presentano
maggiori rischi fiscali. A fronte dello sforzo di trasparenza,
l’Agenzia assume l’impegno a rispondere alle esigenze del
contribuente e a consentire la risoluzione delle questioni fiscali
rilevanti in maniera tempestiva ed equilibrata.
Il progetto per la gestione del rischio fiscale prevede il
coinvolgimento delle Dr, alle quali saranno forniti i dati
conclusivi, anche al fine di consentire un eventuale contributo
tecnico al legislatore. L’attività di verifica vera e propria è
indirizzata verso le reali possibilità di evasione, come, ad
esempio, la delocalizzazione dei redditi verso i cosiddetti
paradisi fiscali.
A proposito di adesione al regime degli oneri documentali in
materia di prezzi di trasferimento, la circolare chiarisce che la
comunicazione non esclude, di per sé, un eventuale controllo. Tale
soluzione, tuttavia, sarà adottata solo se sussistano ulteriori
motivazioni da parte dell’ufficio.
Medie e piccole imprese
Per le società di medie dimensioni, è previsto il coordinamento
della direzione regionale sull’attività di controllo, in caso di
appartenenza a gruppi di imprese. La Dr, inoltre, avrà la
supervisione sull’analisi di rischio effettuata dalle direzioni
provinciali. Inoltre, se i soggetti perdono la qualifica di “grandi
contribuenti”, le direzioni regionali trasferiscono alle Dp
competenti le schede di rischio predisposte in sede di
tutoraggio.
Per le piccole imprese e per i lavoratori autonomi, la
programmazione delle attività istruttorie e di accertamento da
realizzare nel 2014 deve tener conto di un’attenta analisi del
rischio tramite gli specifici applicativi e le liste delle
posizioni trasmesse nell’ultimo periodo dello scorso anno e nel
primo semestre del 2014. Per i contribuenti sottoposti agli studi
di settore, l’Agenzia ribadisce che la programmazione dei controlli
sarà correlata alle anomalie rilevate e al mancato adeguamento allo
studio.
Sotto la lente pure i requisiti per fruire del regime premiale, la
disciplina che prevede una serie di vantaggi per i contribuenti
congrui, coerenti e che hanno assolto correttamente l’obbligo di
comunicazione dei dati rilevanti (articolo 10, commi 9-13, Dl
201/2011).
Altro punto messo in evidenza dalla circolare è l’utilizzo delle
“indagini finanziarie” per l’attività di controllo. Tale strumento
deve essere utilizzato solo a seguito di un’attenta attività di
analisi del rischio che faccia emergere significative anomalie
dichiarative, preferibilmente quando è già in corso un’attività
istruttoria dell’ufficio.
Ugualmente, nei controlli agli esercenti arti e professioni, sarà
utilizzato lo strumento delle indagini finanziarie solo quando la
posizione fiscale è difficilmente riscontrabile con altre modalità
istruttorie. In tale ambito, l’Agenzia ricorda che scopo delle
indagini finanziarie è quello di ricostruire l’effettiva
disponibilità reddituale del soggetto sottoposto a controllo e che
le presunzioni previste dalla norma (articolo 32, comma 1, n. 2,
secondo periodo, Dpr 600/1973) devono essere applicate dall’ufficio
con criteri di buon senso e di ragionevolezza, anche avvalendosi
della collaborazione del contribuente.
Onlus
Per il comparto degli enti non commerciali, Onlus e organizzazioni
di volontariato, l’Agenzia sottolinea che l’attività delle
direzioni provinciali deve essere rivolta essenzialmente a quei
soggetti che apparentemente si presentano come non profit, ma che
in realtà svolgono vere e proprie attività commerciali, evitando di
perseguire situazioni di minima rilevanza o enti di evidente valore
sociale come, ad esempio, quelli dedicati alla formazione sportiva
per giovani o alla tutela degli anziani o dei soggetti
svantaggiati.
Persone fisiche
Nell’ambito dei controlli alle persone fisiche, l’Agenzia ricorda
la predisposizione dell’applicativo informatico “Ve.r.di” per
l’analisi di rischio e la determinazione sintetica del reddito,
messo a punto con l’introduzione del “Redditometro”.
Particolare attenzione deve essere dedicata alla selezione dei
soggetti a rischio, per attivare procedimenti di accertamento solo
nei confronti di chi presenta scostamenti significativi tra reddito
dichiarato e capacità di spesa. Altro elemento da tenere in
considerazione sono le prove fornite dai contribuenti, come la
documentazione giustificativa esibita o le argomentazioni logiche
sostenute, evitando, in ogni caso, pretese accertative non
correlate alla reale capacità contributiva.
ATTIVITÀ TRASVERSALI
Antifrode
Coordinamento e tempestività, possono essere considerate queste le
parole chiave dell’azione di contrasto alle frodi fiscali. È
fondamentale che gli uffici provinciali dell’Agenzia delle Entrate
collaborino con le strutture centrali e regionali dell’antifrode,
segnalando, con tempestività, le situazioni a “rischio”,
individuate sul territorio grazie alla loro posizione
privilegiata.
I controlli, anche quest’anno, devono essere indirizzati,
principalmente, al contrasto dei fenomeni di illeciti
intracomunitari. In primo piano, le false lettere d’intento e le
compensazioni di crediti erariali inesistenti.
Le indebite compensazioni, è stato accertato, sono particolarmente
riscontrabili nel settore del
facility management, ovvero
delle aziende che offrono determinati servizi (gestione degli
edifici, impianti elettrici, eccetera) ad altre imprese. Anche in
questo caso, il monitoraggio territoriale e un’azione coordinata
con gli uffici provinciali è fondamentale per ostacolare il
fenomeno e mettere a fuoco gli ambiti societari da controllare.
Altre operazioni sui cui vigilare sono le immatricolazioni delle
auto e, in particolare, quelle con deroga al pagamento dell’Iva,
per applicazione del regime del margine o perché relative a veicoli
considerati “beni strumentali”.
Massima attenzione, poi, agli operatori intracomunitari. L’Agenzia
delle Entrate, ricorda la circolare, ha la facoltà di escludere
dall’archivio Vies sia i soggetti a rischio sia quelli che si sono
resi colpevoli di fenomeni fraudolenti.
Altra azione da non trascurare, è il monitoraggio dell’attività dei
contribuenti che hanno messo già a segno comportamenti illeciti: le
statistiche dimostrano, infatti, che, di frequente, gli stessi
ricadono nei medesimi “errori”.
Evasione internazionale
Il contrasto all’evasione internazionale, come illustrato nella
precedente
circolare 38/2013, grazie a una profonda
evoluzione normativa, ha fornito nuovi ed efficaci strumenti per
l’emersione di trasferimenti o detenzione all’estero di attività
rilevanti per il fisco.
Per quanto riguarda lo spostamento fittizio della residenza fuori
confine, con l’unico fine di evitare la tassazione in Italia, la
circolare pone l’accento sull’applicativo “So.No.Re”, che consente
di far emergere situazioni di persone con residenza estera, ma
interessi e affari nello Stato. La stessa applicazione segnala
anche i casi di stranieri fiscalmente residenti in Italia, ma che
non hanno mai regolarizzato la loro posizione.
Infine, informa il documento di prassi, è stato assegnato all’Ucifi
(Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali
internazionali) il compito di coordinare la collaborazione tra
Agenzia e contribuenti che volontariamente scelgono di rientrare
nella legalità (anche in prospettiva delle nuove misure allo studio
del Parlamento), dichiarando attività economiche e finanziarie
illecitamente detenute all’estero.
Attività e proiezione internazionale
Per quanto riguarda il confronto con le amministrazioni fiscali
straniere, l’indicazione è “non farsi scrupoli” ogni qual volta si
ritenga opportuno approfondire situazioni e avere ulteriori
informazioni su residenti con fonti di reddito estero, rispetto a
quelle reperibili dallo scambio automatico dei dati attraverso
l’applicativo i>.
Maggiore attenzione, raccomanda la circolare, all’andamento del
flusso informativo con il fisco oltreconfine. Il richiamo è al
rispetto della tempistica nel dare riscontro alle richieste delle
amministrazioni straniere: il tempo a disposizione è di sei
mesi.
Sempre nell’ambito delle operazioni internazionali, da non perdere
di vista le transazioni infragruppo. Si tratta di movimentazioni
che spesso vengono utilizzate per evadere e/o eludere imposte e
tributi.
Valutazione attenta, poi, per evitare la sovrapposizione di
indagini, se la verifica riguarda una situazione societaria che
include anche un accordo di ruling internazionale.
.
Riscossione
Tra gli obiettivi strategici predominanti dell’Agenzia delle
Entrate, il miglioramento qualitativo e quantitativo dell’attività
di riscossione da realizzarsi, in primo luogo, attraverso l’apporto
delle direzioni provinciali e regionali.
Presso le Dp va attivata un’attività di intelligence per
l’individuazione di crediti esigibili, ma a rischio “incasso”, da
segnalare all’agente della riscossione.
. Circa l’attività di contrasto all’evasione da riscossione per il
tramite delle autorità fiscali estere, registrato un notevole
squilibrio tra le richieste di recupero inviate dall’Agenzia ad
altri Stati e l’attività di riscossione svolta in Italia in favore
di questi, l’Amministrazione centrale sollecita un maggior
coordinamento con gli agenti della riscossione in modo da poter
recuperare i crediti del fisco italiano, attraverso i contatti e le
informazioni fornite dai partner esteri.
Fonte:
Agenzia delle Entrate
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