Venerdì 2 marzo è stato presentato il IX rapporto Almalaurea sulla
condizione occupazionale dei laureati.
Il messaggio è chiaro e preciso: le facoltà di ingegneria e di
architettura sono fra le poche a garantire il massimo
dell’occupazione nell’arco di cinque anni, con buoni risultati fin
dal primo anno dopo la laurea.
Il direttore dell’Almalaurea in occasione della presentazione della
ricerca non ha usato mezze parole per esprimere tutto il suo
disappunto sulla situazione italiana: “la ripresa economica del
paese” ha detto “non coinvolge i giovati usciti dall’università.
Continua a crescere una generazione di laureati invisibile e poco
rappresentata”.
Se si analizza nel dettaglio il rapporto, poi, si riscontra che da
uno a cinque anni dalla laurea l’incremento del tasso di
occupazione è apprezzabile per i gruppi giuridico, medico,
letterario e psicologico.
Tra gruppi chimici e farmaceutici, poi, esiste sempre
un’altalentante voglia dell’uno piuttosto che dell’altro e,
nell’ultimo rapporto, pesa di più il gruppo farmaceutico (92%)
rispetto a quello chimico (83,5%).
Un altro dato importante, inoltre, è quello relativo alla
percentuale di giovani che proseguono la formazione post-lauream: 3
su 10, infatti, continuano gli studi.
Ad ogni modo, il detto “chi fa da sé fa per tre” trova anche in
questa situazione la sua connotazione personale: l’iniziativa
personale, infatti, è la modalità più diffusa per trovare lavoro.
Il guadagno, infine, è tutto da vedere...
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