Paola Muratorio (Inarcassa): "Inarsind stai sereno"

10/10/2014

Pochi giorni fa, un articolo scritto dall'Ing. Salvo Garofalo presidente del Sindacato Nazionale di Architetti ed Ingegneri liberi professionisti (Inarsind) ha alzato un grosso polverone in merito alla gestione del patrimonio della Cassa di Previdenza di Architetti e Ingegneri, meglio conosciuta con il nome di Inarcassa, e alle cariche del suo consiglio di amministrazione (leggi l'articolo completo).

Com'è giusto che sia, ho ritenuto necessario interpellare il delegato Inarcassa per gli Architetti di Palermo Emanuele Nicosia al fine di ricevere una replica diretta da parte dell'interessata. Il Presidente Inarcassa Paola Muratorio ha gentilmente inviato alla nostra redazione una lettera titolata "Inarsind stai sereno". "Stai sereno" che ricorda la ormai celebre frase rivolta da Matteo Renzi all'allora presidente del Consiglio Enrico Letta, pochi giorni prima di fargli le scarpe...ma questa è un'altra storia. Lascio come sempre a voi ogni commento.

Risposta del Presidente Inarcassa Paola Muratorio
Guarda guarda chi si rivede. Dopo anni di quasi-silenzio Inarsind torna a bussare alla porta di Inarcassa. Sarà il periodo elettorale ad averlo risvegliato. L'Italia è così: "uno strano Paese" scriveva Giuseppe Turani sul Corriere della Sera nel lontano '92 ricordando come "si sia un po' in troppi ad occuparsi tutti delle stesse cose". E a forza di voler fare il lavoro degli altri ci si dimentica poi di fare il proprio. Ma stia sereno Inarsind, così come lo siamo noi. Perché a controllare il patrimonio di Inarcassa ci pensano già in molti. La Cassa infatti gode di ben nove gradi di controllo, interni ed esterni. Un impegno enorme che ci ripaga ampiamente ponendoci oggi tra i migliori investitori istituzionali, comparabili per natura e standing con i più importanti fondi europei. E poi, i primi controllori della Cassa sono i nostri Associati che ne conoscono il portafoglio dai dati, sia in forma aggregata che di dettaglio. Può stare davvero sereno Inarsind, che pure dimentica di aver controllato per 5 anni, attraverso il suo presidente, la tanto deprecata Inarcheck e di aver beneficiato delle sue sponsorizzazioni.

Nove gradi di controllo, dunque. Vediamo come funzionano e perché.
Le scelte di investimento di Inarcassa seguono una rigorosa procedura formalizzata che si basa su beauty contest, a cui vengono chiamati a partecipare i 10-12 principali gestori specializzati. Una volta selezionati gli investimenti dal CdA, la Direzione Amministrazione e Controllo della Cassa verifica la conformità dell'esecuzione degli investimenti da parte della Direzione Patrimonio alle delibere adottate. Siamo stati i primi ad avere una Banca Depositaria che monitora quotidianamente tutti gli investimenti, li valorizza e ne controlla la compatibilità con le normative in vigore e i limiti contrattuali, in analogia a quanto previsto per i fondi Complementari. Oltre alla banca depositaria c'è un Controllore del rischio (Risk Manager) esterno che misura, ogni mese, il rischio degli investimenti e ne verifica la compatibilità con le scelte strategiche della Cassa. Da ultimo è stata recentemente istituita un'unità di Internal Auditing, a diretto "riporto" del Consiglio di Amministrazione e non del Presidente, a garanzia della separazione dei ruoli, con funzioni di analisi e verifica del rischio di tutte le attività, avendo accesso alle norme e ai processi per assicurarne il pieno rispetto.
Tutti i Consigli di Amministrazione sono presidiati dal collegio dei Sindaci/Revisori del quale fanno parte i rappresentanti dei ministeri vigilanti: Lavoro ed Economia, ma anche Giustizia. Il Presidente del collegio è espresso del ministero del Lavoro. Saranno forse loro gli autori di quella supposta "eccessiva creatività" di cui Inarsind si fa latore? Il Ministero vigilante su Inarcassa è quello del Lavoro e Politiche Sociali, ed il ministero dell'Economia ne è il covigilante. Ogni anno infatti il bilancio di previsione e il bilancio consuntivo vengono approvati previa istruttoria di questi organi. Poi c'è la Corte dei Conti cui annualmente vengono trasferiti i bilanci affinché emetta una Relazione con evidenze di natura previdenziale, gestionale e finanziaria. Ed ancora, la Commissione Bicamerale: commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, che gode di amplissimi poteri e convoca periodicamente in audizione la Cassa su qualsiasi tema e/o attività. Infine la Covip che esige un dettagliatissimo report di schede specifiche sulle attività e sugli investimenti suddivisi per tipologia, area geografica e valuta. Questa assembla i dati e li trasmette ai ministeri vigilanti con le sue osservazioni.
Dalla privatizzazione il patrimonio di Inarcassa è cresciuto di 6 volte, certamente grazie agli iscritti - aumentati di 3,2 volte - ma anche grazie a politiche di investimento reale e finanziario selettive, guidate da un'ottica di lungo periodo tipica di un sistema previdenziale e rese possibili da un corretto uso dell'autonomia che la legge ci ha a suo tempo conferito. Oggi abbiamo in portafoglio 8.500 titoli, lavoriamo con 40 gestori differenti, di cui 16 tra i maggiori 20 mondiali. Il nostro sistema di controllo del rischio è su base trimestrale, viene anch'esso eseguito dalla nostra banca depositaria, e calcoliamo quotidianamente il Net Asset Value (NAV) del nostro portafoglio.

Abbiamo mantenuto fede agli impegni, sostenendo le esigenze degli associati e al tempo stesso affrontando le difficoltà dei tempi, senza perdere di vista il rispetto degli indirizzi di organi e istituzioni. Abbiamo identificato settori di sviluppo ricchi di opportunità di lavoro, prima ancora che la politica stessa se ne rendesse conto. E lo abbiamo fatto con la consapevolezza che in tempo di crisi fosse necessario mettere in campo tutti gli sforzi possibili per il sostegno della professione. La Fondazione costituita nel 2011 opera ogni giorno per sanare vuoti normativi "dimenticati" anche da quel sindacato che oggi le "rimprovera" il lavoro svolto. Senza di essa, probabilmente, non ci sarebbe neanche la ricostruzione della città della Scienza di Napoli, che poco importa ad Inarsind ma importa, e molto, al nostro Paese. E cosa fa invece Inarsind per contrastare la recente esclusione dei liberi professionisti dai bandi del MISE destinati alle piccole e medie imprese? Chi tutelava Inarsind nel conflitto dei pubblici dipendenti che una volta sono RUP e un'altra volta contraenti?
Inarcassa non ha la "bacchetta magica" né pretende di saper fare tutto, ma agisce solo in un'ottica di rendimento sia finanziario sia professionale. Così è per la società Parching srl, comunicata al CND nella seduta del 27-28 giugno 2013 e costituita per le potenzialità emerse in un settore connotato da una elevata redditività per valorizzare asset già presenti nel nostro portafoglio. Così è per il Campus Biomedico, società per azioni che ha realizzato il più grande ospedale del Centro Italia, un'eccellenza a livello nazionale che ha creato valore. Anche in questo caso e come sempre avviene alle soglie di una campagna elettorale si fa "confusione" tra ciò che è e ciò che sembra: tra la società per azioni che ha costruito la struttura edilizia da un lato e, dall'altro, l'Università del Campus che è senza scopo di lucro. Così è per Arpinge, società per azioni, resa pubblica - va ricordato - sin dai suoi albori nel 2011, passando dal tradizionale workshop di apertura del CND del 27-28 marzo scorso e fino alla presentazione della Società alla stampa del 10 settembre a Roma. Così è, infine, per Inarcommunity fortemente voluta come elemento di innovazione dallo stesso CND nel lontano febbraio 2009, per creare una "rete di raccolta delle informazioni e dei suggerimenti degli iscritti" che offrisse anche opportunità di lavoro. Un progetto sostenuto da Inarcassa per favorire la libertà di espressione quando facebook quasi non esisteva.

Non siamo una banca e non siamo un'impresa. Siamo una Cassa di previdenza. Applichiamo modelli che non lasciano spazio alla "creatività" ma sono frutto di un impegno incessante, che ci ha permesso di gestire senza costi e senza ristrutturazioni questa lunghissima crisi economica e finanziaria, e questo ci viene riconosciuto. Siamo virtuosi e, perché no, ne siamo fieri.

Dov'era invece il nostro sindacato durante le battaglie contro le gare fatte al massimo ribasso? E dov'è oggi per contrastare il mercimonio dei crediti formativi, che ai liberi professionisti costano assai cari? Lo sa Inarsind che gli architetti romani devono sborsare 790 euro + Iva per un corso di formazione? Ora che Inarcassa glielo dice siamo certi saprà intervenire presso tutte le sedi competenti. Come si confà a un sindacato che, seppur piccino, aspira a fare il sindacato. Lo aspettiamo alla prova dei fatti, per "stare sereni" anche noi.



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