Nella seduta del 13 gennaio 2006 il Consiglio dei Ministri, su
proposta del Ministro per le politiche comunitarie, La Malfa, e del
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Lunardi ha approvato
uno schema di decreto legislativo per l'attuazione delle
direttive 2004/17 e 2004/18 in materia di contratti pubblici
relativi a lavori, servizi e forniture.
Nel recepire tali direttive (sulla base dei principi già approvati
dal Consiglio dei Ministri il 29 dicembre scorso) è stato messo a
punto un vero e proprio Codice (Codice De Lise) della
materia, strumento prezioso perché semplifica il compito degli
operatori del settore.
Il testo, infatti, coordina una disciplina fortemente frammentata e
di difficile ricognizione, pur in un ambito estremamente delicato
ed importante; sono state coordinate in un solo testo le
disposizioni relative ai settori ordinari (disciplinati dalla
direttiva 2004/18) e quelli relativi ai settori cosiddetti speciali
(disciplinati dalla direttiva 2004/17), fino ad oggi distinte nel
nostro ordinamento, e sono state altresì riunite in maniera
organica le regolamentazioni degli appalti sopra e sotto soglia
comunitaria.
Il Governo previsa che accanto al puntuale recepimento delle norme
comunitarie si è provveduto ad innovare in settori in cui
maggiormente la disciplina nazionale si discostava dagli indirizzi
europei, prevedendo quindi, oltre che i nuovi istituti di
derivazione comunitaria dell'avvalimento degli accordi quadro, del
dialogo competitivo e delle aste elettroniche, la scelta non più
predeterminata per legge tra criterio di aggiudicazione del prezzo
più basso e criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
E' stato stabilito un più puntuale accoglimento alle direttive
comunitarie in tema di tutela giurisdizionale e precontenziosa.
Il Codice prevede, infine, che i requisiti per la qualificazione
delle imprese siano acquisiti esclusivamente tramite l'Autorità di
vigilanza sui lavori pubblici, contribuendo così a qualificare
realmente le imprese stesse ed eliminando ogni fenomeno
distorsivo.
Sul provvedimento dovranno essere acquisiti i pareri della
Conferenza unificata, del Consiglio di Stato e delle Commissioni
parlamentari.
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