Qualche settimana fa ho scritto un contestatissimo articolo in cui
rilevavo come la strada intrapresa dalla
Rete delle Professioni
Tecniche (RPT) fosse quella corretta. Un unico interlocutore
delle professioni tecniche che potesse intervenire a vari livelli
nel rapporto con le istituzioni. Facevo anche riferimento al fatto
che la RPT avrebbe dovuto aprire le porte al concetto di
"rappresentatività", prevedendo al suo interno non tanto i
Presidenti dei Consigli Nazionali, quanto liberi professionisti
eletti democraticamente dalla base (
leggi articolo).
Nonostante molti non saranno d'accordo e rischiando un linciaggio
mediatico, oggi sono sempre più convinto di questo e a supporto di
questa mia tesi è arrivata la
circolare n. 462 del 5 dicembre
2014 con la quale il
Consiglio Nazionale degli Ingegneri
ha informato di un incontro tra i rappresentanti dell'Agenzia delle
Entrate e la Rete delle Professioni Tecniche in merito al processo
di
revisione del catasto dei fabbricati previsto dalla legge
delega n.23 del'11 marzo 2014.
L'incontro è servito per definire i contenuti e le modalità di
partecipazione di Ordini e Collegi professionali al processo di
revisione del catasto dei fabbricati che, dopo l'approvazione del
DLgs sulle
commissioni censuarie, dovrebbe concludersi entro
l'11 marzo 2015 con il decreto sul calcolo delle rendite
catastali.
Il CNI ha ricordato che la revisione riguarderà oltre 62 milioni di
fabbricati:
- i fabbricati ordinari (residenziali) che saranno suddivisi in 8
categorie a fronte delle 20 attuali e il cui valore catastale sarà
determinato in base a dei parametri che terranno in considerazione
gli ambiti territoriali e le informazioni fornite dai Comuni in
materia di patrimonio abitativo, e i dati sull'andamento del
mercato immobiliare;
- i fabbricati speciali (pubblici, industriali, agricoli),
suddivisi in 18 categorie e il cui valore patrimoniale sarà
determinato per stima diretta e con un procedimento
semplificato.
Nel corso dell'incontro, i rappresentanti dell'Agenzia delle
Entrate hanno ammesso che le professioni tecniche avranno un ruolo
determinante nel processo di revisione, in quanto portatori di
competenze tecniche che potranno offrire indicazioni per la parte
di stima del valore patrimoniale dei fabbricati speciali. Questo
ruolo sarà esplicitato all'interno del decreto legislativo che
dovrà essere emanato entro l'11 marzo 2015.
La
Rete delle Professioni Tecniche ha fatto presente ai
rappresentanti dell'Agenzia:
- la necessità di esplicitare con chiarezza i contenuti e le
modalità di collaborazione tra gli Ordini e i Collegi
professionali, prima dell'approvazione del decreto legislativo che
darà attuazione alla revisione dei valori catastali;
- l'opportunità di prevedere una fase confronto con i cittadini
al fine di evitare ricorsi che potrebbero rallentare tutto il
processo di riforma;
- l'istituzione di un gruppo di lavoro della Rete delle
Professioni Tecniche finalizzato a monitorare l'avanzamento della
predisposizione della bozza di decreto legislativo e fornire ogni
contributo opportuno.
In riferimento al primo punto, la mia speranza è che non finisca
tutto a tarallucci e vino, e che la collaborazione venga attuata
con i liberi professionisti e non con gli Ordini o loro
"commissioni". Per quanto riguarda il secondo punto, purtroppo, la
revisione del Catasto comporterà una transizione epocale che
chiaramente non potrà che portare molti ricorsi. E' bene capirlo e
prepararsi a dovere. Sul gruppo di lavoro, nonostante sia già
attivo e funzionante, anche qui mi auguro che la RPT e il
Presidente Zambrano possano essere sufficientemente intelligenti da
coinvolgere la base e non limitare il lavoro a gruppi interni
creati spesso su presupposti di natura politica.
La RPT ha, inoltre, concordato l'opportunità di un nuovo incontro
finalizzato ad analizzare il documento sulle funzioni statistiche
per la stima dei valori catastali.
Ripeterò questo concetto fino alla nausea: le professioni tecniche
oggi non hanno bisogno di nuove figure professionali o lotte
intestine, ma solo di unione. La RPT può essere un buon presupposto
per creare un vero organo di rappresentanza delle professioni
tecniche, ovvero ciò che in Italia è sempre mancato.
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