Niente gestione separata Inarcassa per i professionisti architetti
e ingegneri iscritti alla gestione separata dell'INPS in quanto
titolari di un rapporto di lavoro subordinato e quindi non
iscrivibili a Inarcassa ai sensi della normativa vigente. Almeno al
momento non è un progetto ipotizzabile.
A chiarirlo è stato il
Ministero del Lavoro che con una
circolare indirizzata ai Consigli Nazionali di Architetti e
Ingegneri e ad Inarcassa, in risposta ad una loro richiesta del
mese di settembre (
leggi articolo), ha confermato che
l'attuale statuto Inarcassa, approvato dai Ministeri vigilanti il
23 novembre 2012, all'art. 7 è indicato il divieto di iscrizione
per i professionisti che contribuiscono presso altre forme di
previdenza obbligatorie in dipendenza di un rapporto di lavoro
subordinato o comunque altra attività esercitata. Tale principio
recepisce pedissequamente quanto stabilito dall'art. 2 della legge
11 novembre 1971, n. 1046, in virtù del principio di continuità
previdenziale, sancito all'art. 1, comma 3 del D.Lgs. n. 509/1994
di privatizzazione degli Enti previdenziali:
"gli enti
trasformati continuano a svolgere le attività previdenziali e
assistenziali in atto riconosciute a favore delle categorie di
lavoratori e professionisti per le quali sono stati originariamente
istituiti".
Tra le altre cose, il Ministero del lavoro ha chiarito che il
vaglio di una eventuale modifica della norma di rango primario, a
cui succederebbe la modifica allo Statuto Inarcassa, richiederebbe
una preliminare verifica degli oneri connessi al trasferimento
delle posizioni contributive, considerando che la platea
contributiva ascrivibile alla gestione separata Inarcassa non si
configurerebbe come nuova categoria di professionisti, in quanto
già iscritti alla gestione separata Inps. Insomma, le 36.000
posizioni contributive che ballano fanno gola e difficilmente
l'INPS e il Ministero del Lavoro saranno disposte a mollarle
facilmente.
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