La situazione al 31 dicembre 2013 delle opere incompiute in Italia
non è delle più rosee: 692 opere incompiute per un importo al lordo
degli oneri pari a circa 3,5 mld €.
Il dato è stato messo in luce durante il convegno
Opere
Incompiute: quale futuro? organizzato dal
Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, dall'
Istituto per
l'innovazione e trasparenza degli appalti e compatibilità
ambientale (ITACA) e dalla
Conferenza delle Regioni e delle
Province autonome, svolto a Roma il 12 gennaio 2015.
Il convegno è stato utile per fare il punto della situazione delle
opere incompiute in Italia, evidenziando una situazione drammatica
che nel corso degli anni è peggiorata ulteriormente a causa delle
crisi economica che vive il Paese. Dopo un breve incipit sul modo
di rilevare le opere incompiute, sono stati snocciolati i numeri
delle incompiute in Italia.
Già nel 2013, uno studio condotto da REF Ricerche sui dati di
survey World Economic Forum ha evidenziato che l'Italia si trova
all'82sima posizione (sorpassati anche da Kenia, Uruguay e
Botswana) in una speciale classifica internazionale che guarda la
qualità delle infrastrutture dei Paesi. I nuovi dati delle
incompiute non miglioreranno certamente questa situazione.
Durante l'incontro, il Vice Ministro delle infrastrutture
Riccardo Nencini ha proposto alcuni interventi per
incentivare il completamento delle opere:
- bonus fiscali e cambi di destinazione d'uso per imprese e enti
locali che intendono completare le opere;
- un tavolo di lavoro per valutare quali opere completare;
- un fondo annuale per le incompiute;
- incentivare le amministrazioni che inseriscono come priorità
dei loro interventi il completamento delle opere incompiute.
Entrando nel dettaglio, la rilevazione delle 692 opere incompiute
contiene i seguenti importi:
Opere Incompiute
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Importo complessivo dell'intervento
aggiornato all'ultimo quadro economico
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Importo dei lavori
aggiornato all'ultimo quadro economico
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Importo oneri
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Importo dei lavori al lordo degli oneri
aggiornato all'ultimo quadro economico
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Importo dei lavori
aggiornato all'ultimo SAL
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Importo per il completamento
dei lavori al lordo degli oneri
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totale
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importo dei lavori eseguiti
su importo totale lavori al netto degli oneri
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media della percentuale
di avanzamento dei lavori
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importo medio necessario
per il completamento dei lavori
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Per quanto riguarda il tipo di intervento, il 44% delle opere
incompiute riguardano nuove realizzazioni; se a queste sommiamo
quelle per recupero e restauro si arrivano a contare 368 opere
(54%) per le quali la conclusione dell'intervento è fondamentale
per la fruibilità: per completarle servirebbero 1,2 mld di €. La
maggioranza delle incompiute sono opere e infrastrutture sociali
(62%), ma in valore si equivalgono con le infrastrutture di
trasporto (39%), che sono quelle di maggior importo e medio e che
richiedono il maggiore impegno finanziario (1 mld) per essere
portate a termine.
Poco più della metà (51%) delle opere hanno un valore (con
riferimento all'importo dei lavori dell'ultimo quadro economico al
lordo degli oneri) superiore al milione di €. Di queste, sono 99
quelle che superano la soglia comunitaria. Quelle di maggior
importo sono:
- Idrovia Padova-Venezia: 461 milioni (interamente oneri)
- Nuova linea ferroviaria Ferrandina-Matera L.M.-Venusio: 200
milioni (165lavori+35 oneri)
La metà (343) delle Opere non si realizzano a causa della mancanza
di fondi; seguono le interruzioni per cause tecniche (208, pari al
31%) e il fallimento dell'impresa esecutrice (188, pari al 28%).
Per quanto riguarda la suddivisione per ambito di rilevazione, di
seguito il quadro riassuntivo:
Il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti
P.P.C.
"Ci auguriamo che il nuovo Codice degli appalti eviti gli
errori che hanno consentito lo svilupparsi del fenomeno -
tipicamente italiano - delle opere pubbliche incompiute. La strada
da percorrere è quella del ricorso alle procedure concorsuali, le
sole che possono garantire architetture di qualità; della
condivisione dei progetti con le comunità; di una seria
programmazione che metta a sistema le potenzialità economiche e le
risorse disponibili. Tutto ciò potrà evitare scelte che scelte
politiche sbagliate, troppo spesso dettate dai favoritismi,
provochino ritardi e contenziosi, accrescendo sprechi di risorse
sul piano ambientale, economico e sociale".
Queste le parole del Presidente del Consiglio Nazionale degli
Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
Leopoldo
Freyrie.
"Ora serve aprire una stagione nuova - ha affermato
speranzoso il Presidente Freyrie -
una stagione di interventi
di qualità, selezionati attraverso concorsi di progettazione e che
abbiamo come obiettivo quello della riduzione progressiva del suolo
consumato, per arrivare a zero nei prossimi trenta anni. Il destino
delle opere incompiute - a meno che non siano così importanti da
dover essere concluse o degli eco-mostri da dover essere abbattuti
- sta nel loro riuso e nella loro trasformazione".
"Un esempio è sotto gli occhi di tutti - conclude Freyrie
-
il recente progetto di trasformazione in area green e in una
piazza del viadotto dei Presidenti al Nuovo Salario a Roma, uno
degli interventi proposti dal gruppo di giovani architetti 'G124'
di Renzo Piano per rammendare le periferie delle nostre
città".
Il commento dell'OICE
Centralità del progetto e dignità per il ruolo del progettista;
trasparenza negli affidamenti anche attraverso una maggiore
competenza e professionalità dei commissari di gara. Sono stati
questi alcuni dei punti toccati dall'
ing. Patrizia Lotti,
Presidente dell'OICE durante il Convegno.
Nel suo intervento
Patrizia Lotti, dopo avere apprezzato il
lavoro condotto dal Ministero delle infrastrutture sul censimento
delle incompiute, ha sottolineato come sia
"fondamentale
riprogrammare laddove possibile le incompiute favorendo il
riutilizzo dell'opera sia attraverso interventi del settore privato
in project finance, sia attraverso i mutamenti di destinazione
d'uso, ma altrettanto fondamentale è porre attenzione alla
programmazione che deve essere più accorta e dettagliata, al fine
di evitare spreco di risorse pubbliche".
Anche nell'ottica del disegno di legge delega sugli appalti,
all'esame del Parlamento,
Patrizia Lotti ha affermato che
"bisogna porre fine alla vessazione del progettista e del
progetto e ridare dignità alla fase progettuale; è poi necessaria
più trasparenza e qualità negli affidamenti, superando la logica
dei ribassi nelle gare di servizi di ingegneria e architettura ed
elevando la qualità di chi deve scegliere l'affidatario del
contratto, che deve essere qualificato professionalmente e
competente, così come del progettista che deve svolgere il suo
lavoro nei tempi giusti e con corrispettivi adeguati".
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