PARTE LA RACCOLTA DELLE FIRME

27/03/2007

Depositato in Cassazione il testo della proposta di legge di iniziativa popolare sulla riforma delle professioni. E’ un importante traguardo perché dalle parole si passa ai fatti: in un momento in cui il parlamento è ancora in una fase interlocutoria, ordini e associazioni iniziano la battaglia perché ormai sono proprio stanchi di attendere.
Stanchi di attendere un governo che non prende posizioni, stanchi di attendere che poi si faccia qualcosa, stanchi di restare all’ancora quando è possibile salpare in fretta.

Ecco, quindi, il punto di non ritorno e forse, da questo momento in poi, qualcuno smuoverà le acque torbide che sovrastano questa riforma.

Subito dopo la pubblicazione dei moduli di raccolta firme sulla Gazzetta Ufficiale partirà la mobilitazione dei consigli territoriali per far sì che si ricevano 50mila adesioni, necessarie per portare la proposta di legge in parlamento.

Contemporaneamente alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale si avvia un’importante campagna di sensibilizzazione degli ordini locali, perché la riforma è necessaria, è improrogabile e diventa anche urgente.
Il Cup, guidato dall’architetto Raffalele Sirica, va avanti nel progetto di riforma, perché sono tante le specifiche del ddl Mastella che non convincono.

E proprio nel giorno in cui è stato depositato il testo della proposta di legge di iniziativa popolare, il coordinatore del Colap, Giuseppe Lupoi, ha chiamato a raccolta a Roma le oltre 180 associazioni professionali, in rappresentanza di 400 mila iscritti e dall’incontro si è stabilito che se entro il prossimo mese di giugno la riforma non vedrà la sua calendarizzazione in aula alla camera, verrà spinta una grande mobilitazione di piazza.
Lupoi è pronto anche alla rinuncia alla camera delle audizioni: “in due mesi è stato dedicato soltanto mezzo pomeriggio alle audizioni: si tratta di una liturgia alquanto inutile per un tema che da ormai due legislatore viene continuamente approfondito e monitorato. Di questo passo non basterà tutto il 2007 per completarle. Purtroppo l’esperienza insegna che il ritardo, il rimandare, è un segnale inequivocabile di una non volontà reale di cambiamento”.

La riforma, quindi, va avanti e non si ferma.

A cura di Paola Bivona


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