Se mi avessero detto che la mia passione per Tolkien e la Trilogia,
e per i film di Peter Jackson avesse trovato una certa analogia con
il percorrere la Palermo Catania, e allo stesso modo la "Divina
Commedia" di Dante, fino ad una settimana fa avrei riso.
Pensandoci, ieri (e di tempo da ingannare, mentre ero ala guida, ne
ho avuto a iosa in più) sorridevo tra me e me mentre mi accingevo a
partire da Licata per tornare a Palermo, paragonandomi a Gandalf
afflitto dall'atroce dubbio se condurre la compagnia attraverso il
"passo di Caradhras" (uscita Tremonzelli) oppure per le "miniere di
Moria" (scorrimento veloce Agrigento).
E come il grigio Stregone partorito dalla fantasia del professore
di Cambridge ho voluto tentare la "via della montagna", anche se
dentro di me risuonava empia la voce di Saruman: "E così Gandalf
hai tentato di condurli per Caradhras. E se poi fallisci? Allora
dove andrai? Se la montagna ti sconfigge...rischierai una via più
insidiosa?"
E dunque, conoscendo i pericoli di Khazad Dùm (ovvero i lavori in
corso senza fine, il traffico, gli autovelox, i rallentamenti della
strada che unisce la città della valle dei templi al capoluogo
siciliano) ho voluto tentare la "strada nuova" e testarne
fattibilità, rischi e tempistiche.
Già uscendo all'altezza di Tremonzelli avevo il senso, quasi
dantesco, di "ritrovarmi in una selva oscura, che la dritta via era
smarrita". Anche se la selva non c'è, ma in compenso la vastità
delle distese semidesolate delle campagne siciliane. Pur tuttavia
con l'impressione di stare varcando uno degli infernali gironi in
compagnia di altre "anime prave" che con me condividevano "lo
tristo fato".
E così, alla presenza, dopo qualche centinaio di metri, di qualche
addetto dell'ANAS (vestiti peraltro con delle divise giallo
fosforescenti nuovissime, quasi a voler dare atto di una certa
organizzazione) che sorveglia quell'iniziale tratto di strada, ecco
campeggiare l'illusoria speranza: il verde cartello PA-CT che
indica, come un faro per la nave nella tempesta, la direzione da
intraprendere.
E quindi andiamo su, intraprendendo una serie impressionante di
tornanti in direzione Castellana. Senza mai entrare nel paese,
però. Perché poco prima, e dopo i primi 11 km di tratto, riecco i
nostri "Virgilio" dell'ANAS indicarci la rotta, deviazione verso
Polizzi Generosa. Che di "Generosa" non ha nulla (a parte gli
abitanti, dato che ho tra gli amici alcune persone che sono
originarie di lì) ed anzi è arcigna già nella condizioni
climatiche, perché se in tutta la Sicilia c'era il sole e
temperature primaverili, ecco che il paesino delle Madonie ci
accoglie con una intensa foschia grigia e 5 gradi in meno rispetto
a qualche km prima, esattamente come Mithrandir viene "accolto"
dalla cima della montagna quando cerca di valicarla.
E mentre io e le altre animelle attraversiamo le vie della
cittadina, notiamo gli sguardi diffidenti e quasi infastiditi dei
pochi passanti, abituati fino a pochi giorni prima, a quiete,
silenzio e mancanza di traffico. Come dar loro torto.
Una volta dall'altra parte, invece, inizia il tratto più
"stressante" di questa deviazione. E'da questo lato che l'avanzata
si fa più complicata, la strada è un budello stretto che si annoda
abbarbicata al fianco della montagna, larga a malapena per far
passare i due sensi di marcia sperando di non incrociare il
classico "furbo" che nell'affrontare i tornanti alla Ayrton Senna
non ci speroni o spacchi lo specchietto.
Ovviamente, a complicare il tutto, ci si mette anche la condizione
dell'asfalto. Assolutamente inadeguato per questa mole di macchine
ed in generale per un normale scorrimento, dissestato e smottato in
più punti e sei lì a pregare che da una delle trazzere laterali non
fuoriesca qualche camioncino.
Cosa che puntualmente si verifica: contadino che imbocca la strada,
la SUA strada, quella che è abituato legittimamente a fare ogni
giorno per svolgere il suo lavoro o semplicemente andare a casa,
con il suo lambrettino che al massimo farà 30 km/h che forma una
coda lenta e rassegnata.
Di più: un piccolo tratto di una decina di metri, ovviamente
franato, costringe noi e i miseri che vengono dall'altra direzione,
ad alternarci al transito, regolato dai prodi tecnici dell'ANAS con
le loto tutine gialle, che ancora una volta ci mostrano efficienza
e sprezzo del pericolo mentre dirigono il transito e nel frattempo
lavorano alacremente al ripristino.
Ancora una decina di km ed ecco che la foschia si dirada, che il
sole fa capolino, e che finalmente si vede lo svincolo di Scillato.
E lo imbocchiamo, io e tutti gli altri, con un senso di sollievo
dell'anima.
Ora, tutta questa prosopoea per dire:
- la distanza tra gli svincoli autostradali di Scillato e
Tremonzelli è di 17 km, con un tempo di percorrenza, ad una
velocità di 130 all'ora di circa 7 - 8 minuti;
- il tempo di percorrenza della "strada collaterale", con un
traffico "medio" (che è quello che ho incontrato io) è di circa 52
minuti e allunga il tragitto di alcune decine di km.
La condizione della strada è come sopra descritta: tornanti a
ripetizione, alcuni molto stretti e ora trafficati, manto della
strada che spesso riserva "sorprese", un punto interrotto e con
senso di percorrenza alternato, possibilità di cattive condizioni
meteo aumentata (a prescindere dalla situazione soleggiata).
Tempo normale che impiegavo da Licata a Palermo, via PA - CT era di
1h 50 circa, ora è di 2h e 40. Consigliata? Se non avete altra
scelta per tornare dalla zona dell'agrigentino....
Ma vi raccomando: seguite prima un corso da Sherpa.
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