Uno dei principali problemi della qualità del patrimonio edilizio
pubblico italiano è certamente legato al criterio di aggiudicazione
delle gare. I crolli di strade e viadotti degli ultimi mesi hanno
posto alla ribalta il problema del
massimo ribasso che col
tempo ha rivelato tutte le sue falle.
Da anni i professionisti dell'area tecnica hanno denunciato
aggiudicazioni ben oltre il limite dell'anomalia (sia per la fase
progettuale che per quella esecutiva) e solo negli ultimi tempi il
Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC)
Raffaele Cantone ha ammesso che quello del massimo ribasso è
certamente il criterio di aggiudicazione degli appalti pubblici che
meno premia la qualità delle opere e che più presta i fianchi alle
infiltrazioni mafiose.
Ultimo in ordine cronologico a parlare del problema è stato
Toni
Principi, Vice Presidente dell'
Associazione Italiana
Segnaletica e Sicurezza (AISES) e direttore generale di
Hauraton Italia, azienda specializzata nella produzione di
sistemi di drenaggio stradale, che è intervenuto in seguito ai
recenti crolli registrati sulla rete viaria italiana e al
conseguente annuncio di dimissioni di
Pietro Ciucci,
Presidente dell'Anas.
"Il vero risparmio per la realizzazione
di opere pubbliche non sta nel fare gare al massimo ribasso,
scegliendo per i capitolati tecnici prodotti non sempre a norma. E
risparmio non è nemmeno taglio del numero di grandi opere previste.
Risparmio è realizzare quelle stesse opere in sicurezza, evitando i
costi di riparazione. In Italia questo non avviene. E le nostre
strade crollano. Sono anni che denunciamo questa vergogna e le
conseguenze, oggi più che mai, sono sotto gli occhi di
tutti".
"La nostra associazione -
prosegue Principi -
si batte da tempo su questo fronte e intende continuare a farlo
senza sosta in attesa che chi ha potere decisionale capisca quanto
è importante realizzare infrastrutture sicure. Garantire
l'incolumità dei cittadini deve essere il primo obiettivo. Non c'è
retorica in queste affermazioni, solo l'esperienza in un settore
strategico per la sicurezza stradale, come quello dei sistemi di
drenaggio, troppo spesso trascurato. Al punto da poter affermare
che quello di Modena non sarà l'ultimo sottopasso
allagato".
Appare utile ricordare che l'ultima versione del ddl di recepimento
delle direttive europee sugli appalti sembra vogliano valorizzare
la fase progettuale, vietare gli affidamenti attraverso procedure
derogatorie rispetto a quelle ordinarie (con uniche eccezioni
relative alle urgenze determinate da calamità naturali), prevedere
nel caso di lavori aggiudicati con la formula del contraente
generale la qualificazione dei responsabili tecnici coinvolti nella
realizzazione delle opere. Dovrebbero essere limitate le varianti e
prevista l'offerta economicamente più vantaggiosa in luogo del
massimo ribasso.
Insomma i buoni propositi ci sono ma ricordiamoci pure che non
esiste regola in grado di evitare l'illegalità e che qualsiasi
apparato normativo e regolamentario viene spazzato via come un
castello di carte se non esiste un sistema di controllo super
partes e una cultura della legalità che può essere raggiunta solo
attraverso anni di applicazione severa delle regole.
© Riproduzione riservata