A distanza di poche settimane dal mio articolo
La Professione
dell'Architetto al tempo della crisi: pubblicità ingannevole e
deontologia violata? il
Consiglio Nazionale degli Architetti
PPC ha annunciato di essersi rivolto all'Antitrust per la
pratica commerciale della società
Cocontest (
leggi articolo).
Nell'articolo in questione avevo denunciato, con il valido supporto
del
Comitato delle Professioni Tecniche, un
nuovo servizio "professionale" offerto da una società che proponeva
di cambiare il modo di concepire la progettazione
architettonica
Secondo il CNAPPC (a cui va il plauso di avere ascoltato la nostra
denuncia)
"Cocontest viola le leggi italiane e le direttive
europee che regolano il rapporto tra professionisti e
clienti". Per questo motivo è stata avviata una
segnalazione all'Autorità Garante della concorrenza e
avviata una
interrogazione parlamentare al Ministero dello
Sviluppo economico, della quale è prima firmataria l'onorevole
Serena Pellegrino, sottolineando il fatto che
"Cocontest
fornisca solo idee di progetti, senza verificare se esse siano
soluzioni architettoniche fattibili e se siano progettate da
professionisti competenti e abilitati".
Nel mio articolo avevo, infatti, sottolineato che nel processo di
registrazione come "designer" nella piattaforma Cocontest mancasse
il passo relativo alla
certificazione delle competenze, con
la necessaria conseguenza che il cliente finale sarebbe potuto
stato raggirato facilmente da finti architetti o ingegneri.
Ma non solo, una pubblicità andata in onda sui canali Sky aveva
messo a confronto i metodi tradizionali e quelli innovativi della
piattaforma, utilizzando una strategia di comunicazione ingannevole
e diffamante per la professione dell'architetto.
"Le
affermazioni riportate sulla piattaforma - recita una nota del
CNAPPC - risultano spesso ingannevoli per il consumatore e
diffamanti gli architetti, affermando che solo sul sito è possibile
trovare soluzioni rapide ed economiche in quanto tutti gli altri
architetti italiani ed europei che esercitano la professione
offrono prestazioni lente ed a caro prezzo".
"Nel sito - continua il CNAPPC -
non viene mai
specificato e spiegato al consumatore che, laddove si progettino
interventi edilizi, in Italia, come in Europa, bisogna produrre
progetti e documenti complessi, a garanzia della sicurezza e salute
dei cittadini e nel rispetto dell'ambiente: per questo motivo la
legge in Italia e in Europa obbliga l'utilizzo di professionisti
competenti e abilitati ai sensi di specifiche normative
nazionali".
Un'attività, quella del sito - secondo la denuncia degli
Architetti Italiani -
che è svilente per l'intera comunità
professionale: vengono, di fatto, proposti progetti gratuiti perché
se solo "il progetto vincitore" riceverà un onorario, nemmeno
definito come tale ma come "premio", tutti gli altri saranno
comunque stati lavori gratuiti. Naturalmente non si specifica che
con tale "progetto" l'ipotetico committente non potrà svolgere
alcuna pratica autorizzativa a meno di rivolgersi successivamente a
un professionista che lo sviluppi nella sua reale complessità e nei
tempi necessari".
"La triste realtà - rileva il CNAPPC -
è che da questa
proposta commerciale, sviluppata sfruttando la crisi,
l'indiscriminata abolizione delle tariffe attuata fuori da ogni
logica e da ogni possibile concertazione da parte del Governo
italiano, e in ragione del numero elevatissimo di architetti,
spesso senza o con poco lavoro, trae vantaggi unicamente la società
che ha promosso Cocontest, che viene pagata dagli architetti
partecipanti nell'illusione di avere qualche concreta opportunità
di lavoro, anche se operato sottocosto, in un drammatico periodo di
disoccupazione e di crisi economica".
"Dietro l'immagine dell'innovazione - il crowdsourcing - si
cela quindi il cinico sfruttamento di professionisti disperati che
pagano una mediazione per la vaga speranza di una possibile
opportunità di lavoro, ingannando, al contempo il consumatore che
viene illuso di poter godere di una progettazione
low-cost".
Un plauso, dunque, al CNAPPC per aver avviato tutte le procedure
per combattere questo nuovo modo di mortificare la professione
tecnica e al
Comitato delle Professioni Tecniche per
aver contribuito a denunciare la pratica scorretta di
Cocontest.
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