UN PROGETTO DI INARSIND

05/04/2007

Mentre con il Decreto legge n. 223/2006 convertito nella legge n. 248/2006 l’abrogazione dei minimi di tariffa è diventata realtà anche in considerazione della recente delibera dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture n. 4 del 20 marzo 2007, l’INARSIND (Sindacato nazionale Ingegneri e Architetti liberi professionisti italiani), ha predisposto un nuovo metodo per calcolare l’onorario degli ingegneri e degli architetti valido sia per i lavori pubblici che per quelli privati.
L’INARSIND, in un documento del dicembre 2006, dopo aver precisato che è palese la totale inadeguatezza delle tariffe attuali, che suggeriscono remunerazioni in misura estremamente diverse, per attività similari, senza alcuna giustificazione ha aggiunto che non sembra ragionevole eliminare ogni riferimento a parametri oggettivi per la valutazione dei compensi, nell’interesse sia del professionista, sia del committente ed ha manifestato la necessità di giungere ad una soluzione che, tenendo conto, anche di ciò che, sullo stesso problema, accade in Europa, che sciolga i nodi relativi:
  • al campo di applicazione;
  • ai contenuti della prestazione;
  • alla flessibilità territoriale della remunerazione;
  • alla quantificazione della parcella;
  • alle condizioni al contorno.
INARSIND precisa che la tariffa minima inderogabile non ha alcun senso, ovvero rischia di avere implicazioni negative, in un contesto in cui non esista un puntuale e rigido controllo della qualità della prestazione ed ha deciso di di preparare un documento, da usare come linea guida per la redazione di contratti e di parcelle negoziate.
L’idea base è quella di definire, a livello provinciale (tramite i Sindacati, le Regioni e gli Ordini) il valore della remunerazione oraria media per la prestazione professionale tecnica.
Anche senza arrivare a livelli di eccellenza assoluta, sarà chiara la necessità di attestarsi su livelli ben superiori ai minimi sindacali. Saranno elencate le diverse prestazioni, nell’ambito di ogni disciplina, con pesi orari e percentuali indicative.
L’approccio dovrà tenere in conto i diversi aspetti del problema, come, per citarne solo alcuni, la differenziazione tra Nord e Sud (sia in Italia, sia in Europa), tra studi singoli, associati (o società di ingegneria), tra esigenze del professionista (chiarezza ed equilibrio), del committente (certezza e completezza), della società (qualità), tra prestazioni generiche e specialistiche.

INARSIND facendo riferimento documento DNR 2005 (redatto dalle associazioni di architetti e ingegneri olandesi) suggerisce 3 modalità alternative, per remunerare i servizi professionali:
  • a percentuale sul valore delle opere;
  • a costo orario;
  • a forfait fisso.
Sembra ragionevole mantenere la flessibilità tra più sistemi e si suggerisce che la scelta tra di essi sia effettuata dal committente in sede di gara (per le opere pubbliche), ovvero insieme al professionista (per le opere private).
In ogni caso il criterio sarà conforme alle linee guida esposte nei paragrafi seguenti.

REMUNERAZIONE A PERCENTUALE
INARSIND ha predisposto una ipotesi di remunerazione che prevede un compenso base e diversi parametri correttivi o integrativi con la remunerazione legata alla seguente espressione:
  • K = m / (log C)1,5
ove K è il compenso in percentuale sul costo totale delle opere in euro (C) e m è un coefficiente variabile tra 0,9 e 1,45, in relazione alla tipologia di opera, come edifici (1,25), infrastrutture puntuali (1,45), infrastrutture a rete (0,9).
Per tutte le opere si prevedono coefficienti di adeguamento per la complessità del progetto, che coprono la presenza di sisma, di locali interrati o di terreni acclivi, il caso del restauro, il progetto di interni. Incrementi specifici sono legati alla urgenza con cui è richiesta la consegna del progetto. Determinato il corrispettivo totale per l’opera, si forniscono parametri per suddividere l’importo tra le varie discipline e le varie fasi.

REMUNERAZIONE A COSTO ORARIO
INARSIND per valutare la remunerazione a costo orario ha precisato che occorre innanzitutto determinare i costi orari unitari dei singoli professionisti, ovvero quelli medi dello studio, e quindi calcolare il numero di ore/uomo necessarie per svolgere la prestazione.
La prima operazione deve tenere conto di tutti gli elementi costitutivi del costo industriale, come la formazione, il coordinamento, i costi di sede e attività.
Per individuare i costi orari di una attività professionale si può partire dal costo annuo dei collaboratori, che vengono suddivisi in 4 categorie convenzionali, in funzione della esperienza o del ruolo:
  • junior : esperienza 0 - 2 anni, ruolo esecutivo;
  • senior : esperienza 5 – 7 anni, autonomia progettuale;
  • responsabile : esperienza 10 – 15 anni, responsabile operativo;
  • direttore : esperienza 25 anni, ruolo gestionale.
Nell’ambito di uno studio organizzato, ovvero di una progettazione integrata, il costo complessivo della prestazione deve partire da questo costo di base, ma deve includere anche una serie di altri fattori, che sono valutati come incremento percentuale del costo orario di base.
Si tratta di:
  • costi di formazione (F): includono la partecipazione a corsi, convegni, seminari, lo studio di nuove norme o software e simili;
  • costi di coordinamento (C): includono le attività pre-contratto (promozione), le riunioni di gestione e di qualità, il recupero dei crediti;
  • costi indiretti (I): includono i costi di segreteria e logistica, fitto, ammortamenti di hardware, software, arredi, consulenti, assicurazioni, trasporti, copie, abbonamenti.
In prima approssimazione, dopo l’applicazione dei predetti coefficienti di amplificazione, si potrebbero assumere le seguenti forchette per i costi orari:
  • junior: da 15 a 25 €/h;
  • senior: da 26 a 40 €/h;
  • responsabile: da 45 a 60€/h;
  • direttore: da 70 a 100 €/h.
Per una corretta pianificazione e preventivazione è opportuno predisporre un completo elenco degli elaborati.
Per determinare il costo presunto di una prestazione occorre moltiplicare il costo orario medio per il numero di ore stimate per ogni singolo elaborato.

REMUNERAZIONE A FORFAIT FISSO
Una valutazione dell’importo di remunerazione deve necessariamente essere fatta sulla base di un metodo analitico. Si suggerisce che essa sia basata su entrambi i metodi precedenti (a percentuale e a costo orario) e che sia legata comunque al costo preventivo delle opere.
Tale valore deve essere condiviso dal committente e dal professionista.
In questo caso si suggerisce che sia attivato un unico incarico di servizi integrati, ad un unico professionista, e che sia soggetto ad un meccanismo di premio.
Laddove il professionista riesca a contenere i costi al di sotto del preventivo di progetto (da verificare alla fine dei lavori), egli avrà diritto ad un premio, proporzionato al minore costo (indicativamente il 10%).

CONDIDERAZIONI
INARSIND ha anche predisposto diverse simulazioni di compensi con i differenti metodi: tariffa minima (L143/49), compenso a percentuale variabile (Carr modificato), compenso a costo effettivo (costo orario per impegno complessivo), compenso a forfait fisso (con premio).
L’analisi di diversi esempi mostra che i differenti metodi portano a valori di ordine comparabile.
Tuttavia, mentre la tariffa minima italiana non consente di adattare la remunerazione al singolo caso, gli altri metodi permettono di calibrare il compenso sulle effettive complessità ed esigenze specifiche del progetto.
Si noti altresì come il metodo a forfait coinvolga anche il progettista nel perseguimento dell’obiettivo del committente.
INARSIND precisa anche che un tale meccanismo può essere attivato esclusivamente in regime di totale validazione dei progetti.

A cura di Paolo Oreto


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