In Emilia-Romagna, il patrimonio di
edilizia residenziale
pubblica (ERP) comprende attualmente
55.628
alloggi, di cui il
93% (51.455)
o
ccupati con 119.000 abitanti. La delibera di
giunta, approvata in Assemblea,
modifica
i
criteri di accesso e permanenza per favorire in primo
luogo la
rotazione all’interno delle case
popolari.
Per accedere a un alloggio ERP di un determinato Comune, occorre
essere
residenti da tre anni (è il criterio di
residenzialità storica); per quanto riguarda gli indicatori del
reddito familiare, è
abolito l’ISE e mantenuto
l’ISEE (che tiene conto del reddito, del patrimonio e
delle caratteristiche del nucleo, per numerosità e tipologia) come
unico parametro di riferimento.
Il
valore – che
al momento rimane
invariato – per accedere all’alloggio ERP
non deve superare i 17.154,3 euro di ISEE. Potrà
essere rideterminato in un momento successivo, quando la Regione
acquisirà le informazioni sui redditi dei cittadini provenienti
dalle nuove modalità di calcolo dell’ISEE stesso.
Si
semplificano i
requisiti anche per la
permanenza, abolendo l’uso del valore ISE. Viene
favorito il turn-over, modificando i requisiti
economici necessari: si abbassa la distanza tra il limite di
reddito per l’accesso e quello per la permanenza, con una “forbice”
tra i due compresa tra il 20% e il 60%. Attualmente, invece, il
limite di reddito per la permanenza è il doppio di quello per
l’accesso.
Il Programma pluriennale coordinato di interventi per le
politiche abitative (“Piano casa”): interventi e
risorse
Trentacinque milioni per recuperare e rendere più
efficiente a livello energetico il patrimonio ERP.
Dodici milioni per un nuovo “Bando giovani
coppie”, che uscirà a breve.
Oltre 10
milioni (10,6, per la precisione) per il
Fondo per
l’affitto 2015; ripristino, con
1
milione, del Fondo regionale per il superamento delle
barriere architettoniche. Sono gli elementi
principali del Programma pluriennale coordinato di interventi per
le politiche abitative (“Piano casa”) approvato in Assemblea. Un
Programma che - con oltre 70 milioni di risorse complessive - tiene
conto della situazione specifica dell’Emilia-Romagna dove, pur in
presenza di lievi segnali di ripresa, il problema del disagio
abitativo esiste, sebbene in modo meno acuto che altrove.
Dall’inizio di questo decennio, in particolare, è aumentata sia
l’incidenza delle spese per l’abitazione sul reddito, sia il numero
di famiglie che incontrano difficoltà a pagare l’affitto. Le
situazioni più gravi sono certamente registrate
dai provvedimenti di
sfratto: si è passati dai
circa 3.500 emessi nel 2001, ai poco più di 5.600 nel 2008 per
arrivare a quota 7.642 nel 2013. Il numero degli sfratti per
morosità è passato da poco più di 5.000 nel 2008 a 7.400 nel
2013.
Per quanto riguarda le
liste d’attesa per
l’assegnazione di una casa popolare, le famiglie in graduatoria ERP
sono 34.251 (dato al 31 dicembre 2014) in tutta la Regione. A
cambiamenti più strutturali del mercato del lavoro (diffusione del
lavoro temporaneo e di altre forme di rapporti di lavoro a tempo
determinato) si sono sommate in questi ultimi anni le conseguenze
della crisi economica, e quindi il problema della disoccupazione,
soprattutto giovanile, o del ricorso alla cassa integrazione per un
certo numero di lavoratori.
Alla difficoltà di trovare alloggio a costi sostenibili si somma il
fattore di
instabilità e insicurezza del lavoro
che non consentono alle famiglie e, soprattutto, ai giovani di
accedere a mutui agevolati per l’acquisto della casa, la cui
concessione è condizionata dalla disponibilità di un reddito fisso
a garanzia della solvibilità. Si è creata così e, rischia di
allargarsi, un’
area “grigia” di persone e di
famiglie che non possono contare sulla certezza di reddito nel
tempo, formate soprattutto dalle fasce più deboli della forza
lavoro, ma che interessa anche settori del lavoro autonomo e delle
professioni che, in passato, sarebbero stati senz’altro
classificati, quanto a status socio-economico, tra le classi
medie.
a cura di www.regione.emilia-romagna.it
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